Iacovone, al via la demolizione. Sarà un gioiello da 60 milioni

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Gli operai della Impresit stanno smontando i pannelli esterni dello stadio Iacovone di Taranto, nell’ambito del rifacimento in vista dei Giochi del Mediterraneo del 2026. Sono le lamiere grecate color grigio chiaro che rivestono, dal lato stradale, i settori del pubblico. In verità, la demolizione dello stadio è cominciata già lo scorso mese, ha riguardato i servizi dell’impianto sportivo, ma ha dovuto tenere presente il fatto che comunque il Taranto doveva giocare in casa e quindi più di tanto non si è potuto fare. E quindi la Impresit non è potuta intervenire sulle aree che avrebbero interferito con le partite. Adesso, invece, che il Taranto ha abbandonato lo Iacovone (ieri la partita con il Messina è stata disputata a Francavilla Fontana a porte chiuse), la demolizione può procedere con passo spedito. E infatti da domani si entrerà nel vivo.

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L’intervento

La demolizione riguarderà la parte inferiore della gradinata e della curva sud nonchè i gradoni degli spalti (anello superiore). Dovrà essere demolito anche l’anello inferiore della curva nord, ma questa parte è stata inserita nel secondo lotto, quello relativo alla ristrutturazione del complesso aggiudicato alla Seli Costruzioni Generali di Monza. La curva nord è stata posticipata nell’ipotesi che il Taranto avrebbe giocato anche con il cantiere aperto, almeno per un certo periodo di tempo, e agire subito sulla nord avrebbe privato i calciatori degli spogliatoi. Aver pensato che il Taranto potesse giocare anche con i lavori in corso, ha richiesto riunioni, approfondimenti tecnici ed anche un’impostazione particolare del progetto da parte della società Sport e Salute. Ci furono anche delle perplessità in proposito. Tanto più che l’urgenza dei tempi incombeva e incombe, visto che lo stadio dev’essere pronto per la cerimonia inaugurale dei Giochi del Mediterraneo ad agosto 2026. Lo stesso commissario dei Giochi, Massimo Ferrarese, sulla base della sua esperienza di imprenditore delle costruzioni, disse che vedeva molto difficile la coesistenza. E comunque, malgrado i dubbi, si decise di percorrere egualmente questa strada e intervenne in tal senso anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi. Poi, però, le cose sono andate diversamente. L’aver puntato all’utilizzo duale (lavori e partite) dello Iacovone, mettendo in campo un assetto di cantiere ad hoc, ha comportato più costi? Secondo alcune fonti sì. L’incidenza sui costi finali del progetto, arrivato a 60 milioni lordi, comunque c’è stata. Tuttavia si osserva che gli oneri per la sicurezza in ogni caso dovevano essere affrontati. Anche con lo stadio tutto libero, per controllare subappalti e subaffidamenti sarebbe stato comunque necessario recintare – ad esempio – il fossato che divide il terreno di gioco dagli spalti.

La ristrutturazione

La demolizione in corso da parte della Impresit di Palestrina, costituisce il primo lotto. E nelle prossime settimane si vedrà se la Seli, oltre alla ristrutturazione, effettuerà direttamente anche la demolizione della curva nord, oppure, attraverso un accordo tra imprese, la subappalterà alla Impresit che è già sul pezzo. Per il momento, la pianificazione vede competenze distinte tra Impresit e Seli. Impresit terminerà la demolizione tra fine mese e primi di febbraio. La società può arrivare da contratto sino a marzo, ma darà un’accelerazione anche perché ha presentato al commissario un cronoprogramma che prevede quattro settimane di lavori. Dal canto suo la Seli sta completando il progetto esecutivo della ristrutturazione, che sarà pronto entro fine mese. Ad inizio febbraio avvierà il cantiere. Probabilmente nella prima parte del prossimo mese, nello Iacovone saranno due le imprese in attività. Con la Seli i tecnici del commissario hanno già avuto diverse riunioni. Ferrarese, intanto, si accinge a rivedere il quadro economico dello Iacovone. L’importo messo a gara per la ristrutturazione è stato di 45 milioni, di cui 30 milioni e 272mila per lavori, con un quadro economico di 56 milioni e 925mila. La Seli, impresa esecutrice del consorzio ITM, con un ribasso del 25 per cento si è aggiudicata l’opera per un importo contrattuale di 37 milioni e 442mila euro, di cui 22 milioni e 704mila per lavori al netto del 25 per cento di ribasso, 11 milioni e 982mila per i costi della mano d’opera, un milione e 872mila per gli oneri della sicurezza e 883mila per la progettazione esecutiva (le ultime tre voci non hanno ribasso). È però accaduto che mentre Sport e Salute lavorava al progetto, i costi dei materiali, a seguito della revisione del prezziario regionale delle opere pubbliche, sono aumentati. Questo ha fatto lievitare i costi dello Iacovone di circa 4 milioni. Solo che il commissario non ha cambiato subito il quadro economico, perché avrebbe significato rifare il masterplan e bruciare tempo prezioso, ma ha deciso di aspettare il ribasso d’asta per prendere i soldi risparmiati e trasferirli sulla parte di progetto temporaneamente accantonata. Per lo Iacovone è stata tolta provvisoriamente la copertura della curva nord che adesso verrà reinserita. Analoga operazione, sempre per fronteggiare i costi e rifarsi poi con i ribassi d’asta, è stata fatta con il PalaRicciardi e lo stadio del nuoto, rispettivamente per un milione e 2 milioni. Con la ristrutturazione, infine, lo Iacovone avrà 20.049 spettatori. 





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