Nel 2025 potranno andare in pensione molti lavoratori che hanno terminato di percepire la Naspi. Infatti chi è stato licenziato o ha perso il lavoro in maniera involontaria, se ha terminato di prendere l’indennità per disoccupati potrà avere accesso alla pensione sfruttando due misure che sono in vigore anche quest’anno. Parliamo naturalmente delle solite Ape sociale e quota 41 per i precoci. Ciò che molti nostri lettori ci chiedono adesso è sè effettivamente anche senza aver preso la Naspi si può andare in pensione.
Perché c’è chi arrivato ad una certa età preferirebbe prendere un trattamento come l’Ape sociale piuttosto che la Naspi. O ancora meglio preferirebbero prendere un trattamento come la quota 41 per i precoci. Ecco per esempio un nostro lettore cosa ci chiede:
“Buongiorno, volevo un chiarimento da parte vostra. Io ho 37 anni di contributi e sto ancora lavorando. Ho pure 64 anni di età e nel 2025 ne compio 65. Vi chiedo se posso dare le dimissioni e prendere l’Ape sociale visto che da quanto ho capito anche senza Naspi posso lo stesso sfruttare l’Ape. Oppure posso farmi licenziare se non è possibile andare in Ape sociale se mi dimetto. In pratica, vorrei essere guidato da voi in questo passaggio. Perché tutto voglio fare tranne che prendere la Naspi. Perché prenderei una disoccupazione dignitosa solo per i primi mesi e poi scenderebbe di molto come voi stessi mi insegnate visti i tagli che ci sono dopo i primi mesi di disoccupazione.”
In pensione subito da disoccupati, con e senza la Naspi e con due diversi scivoli, eccoli
Per andare in pensione con l’Ape sociale e con la quota 41 per i precoci serve aver perso il lavoro involontariamente e poi serve aver percepito interamente tutta la Naspi spettante. Queste sono le regole generali, delle due misure per quanto riguarda una delle categorie a cui entrambe si rivolgono, ovvero i disoccupati.
Anzi, per la quota 41 precoci oltre ad aver perso involontariamente il lavoro, serve anche attendere tre mesi dall’ultimo rateo di Naspi percepito per poter andare in pensione. Lo scorso anno però una sentenza della corte di Cassazione dette ragione ad una lavoratrice a cui l’INPS inizialmente aveva respinto la domanda di pensione con l’Ape sociale. La motivazione era perché anche avendo perso involontariamente il lavoro, non aveva percepito la Naspi. Questo perché l’interessata non aveva mai provveduto a chiedere l’indennità di disoccupazione.
La Naspi è fondamentale, e va presa tutta, almeno stando alle regole generali di Ape sociale e quota 41 per i lavoratori precoci
Ripetiamo, per prendere una delle due misure da disoccupati, oltre a raggiungere i requisiti previsti per l’una o per l’altra bisogna anche aver completato i requisiti collegati alla Naspi, come dicevamo in precedenza. Quindi bisogna prima di tutto non aver perduto il lavoro volontariamente quindi non aver dato le dimissioni. A meno che non siano state dimissioni per giusta causa. E poi bisogna aver presentato la domanda di disoccupazione all’INPS e aver percepito interamente e per tutta la sua durata, la Naspi spettante. Le regole generali non cambiano per via di una sentenza della Cassazione. Però la sentenza è anche vero che crea il precedente che possono utilizzare altri contribuenti che dopo aver ricevuto la reiezione della domanda da parte dell’INPS potrebbero così avere ragione in sede giudiziale e maturare il diritto alla prestazione.
Mai fare i conti prima, la pensione senza la Naspi non è una certezza per chi punta a quota 41 e Ape sociale
Quindi in risposta al nostro lettore crediamo e consideriamo che l’unica via più semplice da prendere sia quella di presentare domanda di disoccupazione.
Pertanto le sue intenzioni di licenziarsi per poter poi passare a prendere l’Ape sociale sono fuori luogo ed hanno un vizio di origine. Perché anche ammesso che fosse vero che l’INPS dia l’ok alla pensione anche senza aver preso interamente la Naspi, in caso di dimissioni questa cosa non si materializza. Perché verrebbe a mancare un altro requisito fondamentale che è quello della perdita involontaria del lavoro. Se invece si fa licenziare, allora ciò che hanno deciso i giudici potrebbe tornare utile. Ma diciamo già che potrebbe volerci tempo e soprattutto dovrebbe presentare un ricorso, collegarlo alla sentenza di cui sopra e sperare che anche il giudice che troverà lui davanti, segua il precedente del suo collega. Che non è una cosa matematica naturalmente.
Ecco i requisiti delle pensioni dopo la Naspi con l’Ape sociale e quota 41 per i lavoratori precoci
Tornando alle due misure che si possono prendere nel 2025 come disoccupati, va detto che i requisiti non sono cambiati per nessuna delle due. Quindi per la quota 41 precoci sarà sempre necessario arrivare a 41 anni di contributi versati di cui 35 anni effettivi e senza contributi da disoccupazione o da malattia ed almeno un anno versato prima di aver compiuto 19 anni di età.
Per l’Ape sociale invece come disoccupati bisognerà sempre arrivare almeno a 63 anni e 5 mesi di età e completare almeno 30 anni di contributi versati. Per tutto il resto nulla di nuovo. L’Ape continuerà ad essere senza tredicesima, maggiorazioni, trattamenti di famiglia, indicizzazione, Continuerà a non essere reversibile, a non essere superiore a 1.500 euro al mese e a non consentire di lavorare se non tramite il lavoro autonomo a carattere occasionale ed entro il limite di massimo 5.000 euro per anno solare di reddito proveniente da questa attività. Vincoli e limiti che invece per la quota 41 per i lavoratori precoci non si applicano.
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