Iran, confermata la condanna a morte per Pakhshan Azizi, operatrice umanitaria curda a Evin dal 2023

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


di
Greta Privitera

Ha 40 anni, è una curda di Mahabad, ed è stata arrestata a Teheran il 4 agosto 2023. Le ong: «La Repubblica islamica ha aumentato le condanne a morte perché teme il movimento Donna, vita, libertà». Nel 2025, sono già 40 le persone impiccate

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

«Temono queste donne perché sanno che le voci che sorgono da un secolo di oppressione hanno un’eco nelle strade. Sanno che Donna, Vita, Libertà non è solo uno slogan che passa di mano in mano, di voce in voce», lettera di Sepideh Qolian, prigioniera politica a Evin. 

Da quattro giorni, sui profili social di molti iraniani e iraniane viene condiviso il volto sorridente di Pakhshan Azizi che stride con la notizia riportata sotto: «Confermata la condanna a morte». Azizi ha 40 anni, è un’operatrice umanitaria e un’attivista curda di Mahabad, ed è stata arrestata a Teheran il 4 agosto 2023, con il padre, la sorella e il cognato. La compagna Qolian, dalla cella del carcere simbolo dell’oppressione degli ayatollah, ha scritto una lunga lettera contro questa condanna.




















































Azizi ha vissuto tutto il peggio del regime. Dopo l’arresto, ha trascorso quattro mesi in isolamento a Evin, per poi essere trasferita nel reparto femminile della prigione in cui è stata rinchiusa per 21 giorni anche la giornalista italiana Cecilia Sala. Azizi è accusata di appartenere a gruppi impegnati in attività armate contro la Repubblica islamica

Ma chi è davvero la donna curda lo racconta Amir Raeisiian, il suo avvocato. È un’operatrice umanitaria e ha lavorato nel Kurdistan iracheno e nel nord della Siria, in particolare nei campi profughi di Sinjar. Azizi si è dedicata agli sfollati scappati dalla violenza dello Stato islamico. Non farebbe parte di nessun gruppo armato, né sarebbe un soggetto pericoloso. È un’attivista e difende i diritti delle donne. Ma la Corte suprema della Repubblica islamica non ha dubbi: verrà impiccata.

Come spesso accade, l’avvocato sottolinea le prove inesistenti fabbricate contro di lei, gli interrogatori-torture, il processo farsa che le è stato fatto.

Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore della ong Iran Human Rights, ha dichiarato: «Questa sentenza illegale, emessa per instillare paura nella società e prevenire nuove proteste, deve essere condannata dalla comunità internazionale. Solo aumentando il costo politico per la Repubblica islamica tali atrocità potranno essere eliminate».

E negli ultimi mesi si è visto come l’attenzione della comunità internazionale possa esercitare una certa pressione sugli ayatollah che, sconfitti nella regione e con pochissimo consenso nel Paese, cercano di riaprire un canale di comunicazione con l’Occidente. Un esempio è la storia del rapper Toomaj Salehi condannato a morte per «corruzione sulla Terra» – dicevano: «Corrompe i cuori e le anime dei giovani» – e grazie anche a una forte campagna mediatica è tornato libero

Nell’anno appena concluso, c’è stato un aumento senza precedenti delle esecuzioni: 901. A dicembre, in una settimana sono state uccise quaranta persone. È raddoppiato anche il numero delle donne impiccate: 34. Quasi un terzo di queste sono state giustiziate durante la presidenza del riformista Masoud Pezeshkian

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

La maggior parte delle impiccagioni è legata a reati connessi alla droga, ma nella lista ci sono anche i dissidenti e gli uomini e le donne che hanno preso parte alle proteste del 2022, scoppiate dopo l’uccisione di Mahsa Jina Amini. 

Nel 2025, sono già 40 le persone che la Repubblica islamica ha giustiziato. Il 7 gennaio, la Corte suprema ha confermato le condanne a morte di Behrouz Ehsani e Mehdi Hassani con le accuse di ribellione armata, guerra contro Dio e corruzione sulla Terra. Le ong, gli attivisti e le attiviste ricordando che il regime utilizza lo strumento più duro della repressione, l’impiccagione, per infondere terrore nel popolo che teme possa tornare per le strade a chiedere a gran voce la fine della dittatura.

12 gennaio 2025 ( modifica il 12 gennaio 2025 | 16:06)

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link