Bologna, scontri al corteo per Ramy, il sindaco: «Presa di mira anche la sinagoga». La comunità ebraica: «Attacco mirato»

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Silvia Maria Dubois e Federica Nannetti

Politici indignati. De Paz:«Hanno barricato la strada e trenta persone incappucciate hanno iniziato a lanciarci razzi e sassi». Il questore:«Sorpreso e preoccupato»

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Non solo tensioni. Non  si placa la coda di polemiche sull’ultima serata di follia a Bologna, durante gli scontri per la manifestazione pro-Ramy. Una serie di atti vandalici e minacce hanno «preso di mira la sinagoga di Bologna». Lo fa sapere il sindaco del capoluogo bolognese, Matteo Lepore (che si trova ad affrontare il day after del “secondo corteo degenerato in città” negli ultimi tre mesi), nelle prime ore di oggi, domenica 12 gennaio. «Esprimo la mia solidarietà alla comunità ebraica. Così come esprimo solidarietà ai commercianti e lavoratori che hanno subito danneggiamenti, saremo al loro fianco – ha scritto il primo cittadino del capoluogo emiliano su Facebook -. Sin dal primo momento il personale di Hera e della polizia locale è intervenuto a supporto della situazione e per tutta la notte si è lavorato per ripulire e sistemare i danni causati. Un lavoro che continuerà anche nella giornata di domenica». 

La comunità ebraica bolognese è sotto choc: «È stato un attacco premeditato alla nostra comunità ebraica di Bologna. Da piazza San Francesco a via de’ Gombruti, con una precisa idea di dove andare e cosa fare. La via è stata barricata con le recinzioni di un cantiere e chiusa con tutto quel che si è trovato in giro, per poi sferrare un attacco contro l’edificio della comunità, con bombe carta, razzi, minacce e insulti». È con queste parole che il presidente della Comunità ebraica di Bologna, Daniele De Paz, ha raccontato quanto successo sabato sera durante la manifestazione indetta inizialmente per chiedere «giustizia per Ramy», il ragazzo morto a Milano in seguito a un inseguimento con i carabinieri, poi sfociata in una guerriglia urbana e, appunto, in un «attacco premeditato» anche alla Sinagoga di Bologna. Un attacco da condannare anche per il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, sferrato, come ha proseguito il presidente De Paz, «da una trentina di persone incappucciate». Manifestanti che sapevano esattamente dove andare e cosa colpire: «È una certezza» questa, ha ribadito De Paz, che ha anche aggiunto come sul muro di via de’ Gombruti, dove ha appunto sede la Sinagoga, sia comparsa anche la scritta «giustizia per Gaza».




















































«Tra i manifestanti e gli organizzatori c’erano anche movimenti pro Pal, questo non è un mistero – ha aggiunto –: l’obiettivo su via de’ Gombruti era studiato, una stradina dove non passa nessuno altrimenti. Resta il tema e la riflessione sulla responsabilità del Comune di Bologna, manifestata con l’esposizione della bandiera palestinese su Palazzo D’Accursio. C’è una legittimazione anche di azioni di questo tipo e su queste azioni è importante non perdere il controllo, perché se scappano di mano diventano un problema di sicurezza pubblica, non solo per la comunità ebraica ma per tutta la città». Di tutto questo il presidente De Paz tornerà a parlare con il sindaco Lepore.

Ma il sindaco non è il solo che si eprime sulla vicenda: «L’aggressione alla Sinagoga di Bologna da parte di decine di persone con volto travisato e in passamontagna, probabilmente le stesse che poco prima avevano attaccato un commissario della Polizia di Stato, costituisce un fatto di estrema gravità – si fa sentire il capogruppo di FdI alla Camera Galeazzo Bignami – che deve essere condannato da tutte le forze politiche e che segna una pericolosa escalation nel clima di violenza e antisemitismo crescente che si sta registrando in Italia. Esprimo la mia più profonda vicinanza e solidarietà verso la Comunità ebraica di Bologna, i cui esponenti stanno sopportando da tempo un clima di intimidazione e odio alimentato anche da istituzioni locali incapaci di collaborare a un clima di dialogo e pace sempre più necessario». 

Le scritte pro-Ramy e il caos, in effetti, hanno preso di mira via Gombruti, dove si trova la sinagoga e dove è transitato il turbolento corteo. Ma atti vandalici e danni ingenti si sono registrati in più zone della città.
Il corteo di Bologna, ieri sera, è degenerato dopo la partenza. E dopo essersi dispersi, intorno alle 23, più di un centinaio di persone si sono ricompattate in zona piazza Cavour, dove i manifestanti hanno bruciato cassonetti, alzato barricate con transenne di cantieri prese per strada e devastato gli arredi urbani tra le vetrine dei negozi di lusso. Presi di mira anche i tavolini di alcuni bar in pizza Minghetti e Galvani, prima di dirigersi in galleria Cavour con mazze e bastoni. La polizia ha ripreso il controllo della piazza intorno a mezzanotte. Durante gli scontri di sabato sera, durante la quale sono stati impegnati complessivamente una 60ina di agenti delle forze dell’ordine, dieci sono stati feriti a causa di lanci di bombe carta, sassi, arredi urbani e altri oggetti trovati per strada dai manifestanti.

«È stata una notte di violenza per la violenza». Antonio Sbordone, Questore di Bologna, sintetizza così, parlando con l’ANSA, quello che successo nella notte, quando, dopo il presidio per Ramy, ci sono state violenze e devastazioni che hanno interessato varie zone della città. «Sono rimasto sorpreso e preoccupato – dice Sbordone – per quello che è successo: non si è trattato di una manifestazione degenerata, c’era un concentramento di persone, che però non ha nemmeno provato a fare un corteo, come spesso succede in queste situazioni. Ci sono stati atti di intemperanze, poi i manifestanti si sono divisi e sparpagliati, sono stati rincorsi per il centro. È stata violenza per la violenza, che ha riguardato banche, negozi, auto, cassonetti».

Particolare tensione c’è stata in via de’ Gombruti, dove si trova la sinagoga di Bologna. «Il passaggio dalla sinagoga che è un obiettivo sensibile – dice – era finalizzato ad arrivare in questura, in quanto c’erano due fermati. Lì i manifestanti hanno divelto un piccolo cantiere stradale per fare una specie di barricata e ci sono stati dei lacrimogeni. La manifestazione non era nata come antisionista o antiebraica, ma come anti-polizia. Poi alcuni manifestanti sono passati davanti alla sinagoga ed è stata attaccata come è stato attaccato un po’ tutto». 

Indignazione espressa dal governatore Michele de Pascale: «Fatti gravissimi che colpiscono al cuore i valori di convivenza e rispetto su cui si fonda la nostra comunità. Piena solidarietà alla comunità ebraica, agli operatori delle forze dell’ordine e a tutti coloro che hanno subito danneggiamenti». Infine, arriva anche la presa di posizione del vicepremier Matteo Salvini: «Criminali rossi assaltano le Forze dell’Ordine a Roma e vandalizzano la sinagoga di Bologna. Sono circa diciotto gli agenti rimasti feriti, ai quali va tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno. Scene indegne e vergognose. Sempre dalla parte di donne e uomini in divisa!».

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12 gennaio 2025 ( modifica il 12 gennaio 2025 | 14:37)

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