Il boom per le pietre preziose, con un anello arrivato a 1,7 milioni di euro, e l’alta orologeria. De Chirico sfiora i 2 milioni, Chagall i 900 mila euro
Ora possiamo dirlo. Una rassicurante inerzia ha mosso il mercato dell’arte nell’anno appena concluso. Mai ipotizzati gli slanci dell’indimenticabile 2022, si temeva invece un’ulteriore contrazione dopo un 2023 in decrescita. E invece le case d’aste, soprattutto in Italia, sono riuscite a mantenersi sui medesimi livelli dell’anno passato. Che non esaltano, ma almeno rinvigoriscono l’umore di un sistema che necessita di mantenersi entusiasta per funzionare a pieno regime. Linfa che di certo non manca a Il Ponte Case d’Aste, che ha festeggiato il suo 50° anno di attività in modo indelebile. Prima una grande aggiudicazione per un Concetto Spaziale di Lucio Fontana, venduto a 640 mila euro. Poi l’aggiudicazione clamorosa da 1,7 milioni di euro per un anello in oro giallo e bianco con smeraldo ottagonale e diamanti a goccia. Record di dipartimento, record per la maison. Due vendite che hanno costruito i 34,8 milioni di euro di fatturato complessivo. Cresce Farsetti (16,6 milioni di fatturato), grazie al sempre ottimo dipartimento di arte moderna e contemporanea. Clamoroso il passaggio in asta di L’écuyère à Saint-Paul di Marc Chagall (899 mila euro). Opera e prezzo rari alle nostre latitudini.
Il peso dei gioielli
Per certi versi simili a quella siglata da Cambi, che ha venduto Verso l’alto attraverso il blu di Kandinsky per 670 mila euro. Cessione cruciale nei 41,1 milioni di euro di fatturato, in crescita rispetto al 2023. Record di dipartimento per il luxury (10,9 milioni), guidato da un Patek Philippe da 550 mila euro. Più abituata a questi risultati Sotheby’s, che a Milano ha battuto Mobili in una valle di Giorgio de Chirico per 1,9 milioni di euro. La major, con le due aste annuali dedicate all’arte moderna e contemporanea, si è mantenuta sui livelli del 2023, incassando poco meno di 10 milioni ad appuntamento. Cresce (+4%) Wannenes, che chiude il 2024 a 29,9 milioni di euro di fatturato. Da copertina Kurt Seligmann, con il record mondiale siglato grazie a Game of Chance No.2 (575 mila). Uno smeraldo (533 mila) e un diamante (501 mila) chiudono il podio dei top lot. Presenza generalizzata, quella dei gioielli, che hanno rappresentato per molte maison uno dei comparti più retributivi. È stato così per Colasanti, che ha raggiunto un importante +40% sul 2023 (4,8 milioni di euro), soprattutto grazie al dipartimento dedicato alle gemme preziose. Tra le migliori vendite un anello Buccellati in oro bianco (113 mila) e la spilla e orecchini di Bulgari (55,4 mila). Lusso che traina anche Bertolami (14,9 milioni di fatturato), con un Rolex Daytona Paul Newman del 1969 passato di mano per 211 mila euro e una bottiglia di Black Bowmore DB5 Single Malt Scotch Whisky, 1964, venduta a 128 mila euro.
Record infranti
Gioielli e orologi che hanno nutrito in modo significativo (9,7 milioni di euro) anche il 2024 di Pandolfini (35,3 milioni complessivi). Tra i top lot una collana con diamante a taglio a goccia (351 mila) e un anello solitario con diamante fancy (283,5 mila euro). Anche se il top lot assoluto è stato Lotta di galli di Antonio Ligabue, record per l’artista a 473,6 mila euro. Meeting art, sui ritmi dell’anno passato (33,9 milioni), regge l’urto grazie a un elevato volume di vendita: più di 20 mila lotti proposti, di cui 18 mila aggiudicati. Convince anche il segmento del lusso, con un cofanetto rivestito in argento e madreperla incisa del XVII secolo venduto a 103 mila euro. Crescono tutti i dipartimenti di Aste Bolaffi, che chiude l’anno con un convincente 42,6 milioni di euro. A prendersi la copertina è Senza titolo (Segno e disegno) di Alighiero Boetti, passato di mano per 800 mila euro. Poi, nemmeno a dirlo, due gioielli: un anello in zaffiro blu e diamanti (370 mila) e un paio di orecchini a clip in zaffiri blu taglio cuscino e diamanti da 168 mila euro. In linea con il 2023 l’anno di Aste Boetto, che eguaglia uno dei suoi migliori fatturati con i 12,3 milioni incassati nel 2024. Top lot Ottobre di Salvo, venduto per 263 mila euro.
Tra volumi e qualitÃ
Discorso simile per Blindarte, che registra 4,1 milioni di euro di fatturato, stabile rispetto ai dodici mesi precedenti. A guidare l’anno della casa d’aste con sede a Milano e Napoli è Loopy Doopy di Sol Lewitt (150 mila euro) seguito da Sandro Chia (Scena agreste, 75 mila euro) e Luca Giordano (Ritrovamento di Mosè, 77,5 mila euro). Migliora invece Capitolium Art, che con 15,7 milioni di euro cresce del 10% sull’anno scorso. Spicca l’aggiudicazione del Senza titolo firmato Alberto Burri passato di mano per 258,3 mila euro. Finarte, concentrata sulla crescita, per volumi e quantità , di tutti i suoi dipartimenti, ha chiuso l’anno a 33,6 milioni di euro di fatturato. Sugli scudi un dipinto di Elisabetta Sirani, Allegoria della Liberalità e Allegoria dell’Onore, passato di mano a 492 mila euro. Cresce quasi del 50% il fatturato di International Art Sale, che ha venduto per 6 milioni di euro complessivi. Trainante ancora una volta il segmento dei gioielli, con una collana Deco firmata Cartier con zaffiri sfaccettati e smeraldi incisi a tranche de melon aggiudicata a 403 mila euro. Infine, Art-rite ha fatto leva sulla filatelia per costruire il suo 2024 da 1,8 milioni di euro. A guidarlo una Lettera raccomandata del 19.2.61 da Genova per Odessa (Russia), venduta per 100 mila euro. Un buon auspicio. Ora è tempo di ripartire.
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