Libreria di Castelfranco Veneto colpita da minacce per rifiuto di vendere libro controverso

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Il caso della libreria Ubik di Castelfranco Veneto sta destando crescente preoccupazione e attenzione mediatica. Clara Abatangelo, titolare della libreria, ha ricevuto una lettera minatoria che la invita a riconsiderare la sua decisione di non mettere in vendita il libro del generale dell’Esercito e europarlamentare della Lega, Roberto Vannacci. Questa situazione evidenzia l’atmosfera tesa attorno al tema della libertà di espressione e ai confini della censura in ambito editoriale, suscitando un dibattito che coinvolge la comunità locale e non solo.

Le origini del conflitto

Il controverso alterco tra Clara Abatangelo e Roberto Vannacci ha radici che affondano in mesi di polemiche. La libraia aveva già attirato l’attenzione dei media e del pubblico a causa del suo rifiuto di vendere il libro di Vannacci. Le sue dichiarazioni, considerate provocatorie da alcuni, hanno dato il via a una serie di attacchi mediatici e social. Recentemente, la questione è tornata alla ribalta grazie a una puntata della trasmissione “Dimartedì” su La7, dove Vannacci ha accusato Abatangelo di censura. Queste tensioni non hanno fatto altro che alimentare il dibattito pubblico riguardo al ruolo delle librerie indipendenti e la loro responsabilità nella scelta dei materiali in vendita.

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Nel contesto di questo scontro, emerge una complessa rete di opinioni polarizzate. Da una parte, ci sono coloro che sostengono il diritto della libraia di rifiutare di esporre opere che non condividono i loro valori; dall’altra, vi sono i sostenitori di Vannacci che vedono nelle azioni di Abatangelo una forma di censura intollerabile. Il conflitto ha messo in luce la fragilità della libertà di espressione in un contesto già di per sé delicato, dove il confine tra opinioni diverse e atti di intimidazione può diventare sfumato.

La reazione della libraia

Il tono della risposta di Clara Abatangelo alla critica di Vannacci è stato ironico ma fermo. Il 7 gennaio, durante la trasmissione, ha affermato: “Ciao, sono Clara e tolgo il diritto di parola a Roberto Vannacci, al punto che può lagnarsene in prima serata.” Questo scambio ha fatto scalpore, contribuendo a rendere la vicenda ancora più controversa. La dichiarazione di Abatangelo non solo ha esemplificato la sua posizione netta contro l’autore, ma ha anche rafforzato la sua immagine come figura di riferimento nel dibattito sulla libertà di parola e sul diritto dei lettori di avere accesso a diverse opinioni.

La lettera minatoria ricevuta dalla libraia non è solo un attacco personale, ma si inserisce in un clima più ampio di intimidazione nei confronti di chi esprime opinioni controverse. La denuncia della lettera alle autorità ha messo sotto i riflettori la questione della sicurezza per coloro che operano nel campo della cultura, un tema che dovrebbe preoccupare tutti. La situazione ha sollevato questioni importanti sulla responsabilità di chi gestisce spazi culturali e sulla fragilità del dialogo in una società sempre più polarizzata.

Reazioni social e comunitarie

Sulla pagina Facebook della libreria, il dibattito è acceso, con commenti che vanno da insulti a critiche costruttive. Alcuni utenti hanno espresso il loro disappunto per il comportamento della libraia, accusandola di far aumentare la notorietà del libro di Vannacci attraverso il suo rifiuto di venderlo. Commenti come “Complimenti per il vostro modo di fare pubblicità al libro del Generale Vannacci” evidenziano il risentimento di chi non condivide la visione ideologica di Abatangelo. Altri utenti, d’altro canto, commentano la situazione con frasi provocatorie, come “Non conosco nessuno più fascista degli antifascisti”, aggiungendo ulteriore tensione al dibattito.

Questa reazione sui social dimostra quanto sia difficile affrontare temi divisivi nell’era digitale, dove ogni opinione può rapidamente diffondersi e generare reazioni. I social media, in particolare, si rivelano un palcoscenico per la polarizzazione delle opinioni. La sfida per la comunità è ora quella di trovare un modo per discutere civilmente e costruttivamente, senza cadere nella provocazione e nell’oscurantismo. La questione è ben lontana dall’essere risolta, e la libertà di parola rimane un tema centrale nel dibattito odierno.

Queste dinamiche non solo definiscono la situazione attuale della libreria Ubik, ma offrono una riflessione più ampia sulla natura del dibattito pubblico e sull’importanza di difendere la libertà di espressione in tutte le sue forme.

Ultimo aggiornamento il 13 Gennaio 2025 da Laura Rossi

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