«Per un lavoro da 500 euro al mese»

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«Tutti volevano bene a Patrizio, lo chiamavano “Spasià”. Aveva voglia di lavorare, lo ha fatto da quando aveva tredici anni. Prima vendeva panini, poi ha preso il patentino di saldatore attraverso il collocamento ed ha trovato quel posto. Era contento. Dopo il motorino aveva cambiato passione, pensava al Napoli e soprattutto a Noemi, la sua fidanzata. Si volevano bene». A parlare è Armando Spasiano, il padre di Patrizio, il 19 anni, di Napoli, deceduto venerdì pomeriggio nello stabilimento della FrigoCaserta di Gricignano d’Aversa.

«È trascorso un giorno e non sappiamo ancora come è morto Patrizio e i motivi di questa tragedia», dice disperato dalla sua abitazione di Secondigliano dove la famiglia sta vivendo lo strazio di una tragedia che ha allungato l’elenco delle vittime sul lavoro. «Vogliamo giustizia per mio nipote. Era un ragazzo buono che amava la vita. Non doveva stare lì. Patrizio è morto per guadagnare cinquecento euro al mese. Vogliamo che si faccia luce sulla sua morte» gli fa eco Antonio Esposito, zio del diciannovenne.

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Una tragedia che ha colpito un ragazzo, definito buono, da tutti. Aveva passioni comuni a tanti giovani della sua età. Il motorino, poi il Napoli e, infine, la sua Noemi. Sul suo profilo Facebook le foto lo mostrano con un volto da poco più che bambino. In occasione del compleanno per i suoi 15 anni aveva chiesto ai suoi amici donazioni a favore del Saint Jude Children’s Research Hospital, un nosocomio per bambini. Non mancano foto di momenti felici insieme alla famiglia, al papà Armando, alla mamma Simona Esposito e alla sorella Sara. Negli ultimi tempi aveva fatto il suo ingresso anche Noemi.

Dolore e tristezza anche a Gricignano d’Aversa. Il mattino dopo la tragedia, la seconda nell’arco di dieci giorni, all’intero dell’azienda FrigoCaserta, nell’area Asi di Aversa Nord, c’è un gruppetto di lavoratori in silenzio. Nessuno ha voglia di parlare. La morte di Patrizio è troppo fresca e provoca dolore che spegne la voce. Qualche metro più in là c’è uno dei manager dell’azienda che appartiene, da qualche anno, a un gruppo industriale olandese. Chiede l’anonimato proprio per rispetto della policy aziendale, ma parla e, in primo luogo, evidenzia che non vi sarebbero mai stati pericoli per la qualità dell’aria. «L’Arpac dice ha effettuato dei rilievi e sin dai primi risultati si è capito che non c’erano problemi particolari per la collettività. Nemmeno per le persone a ridosso dell’area. Ovviamente, capisco anche i sindaci che hanno preferito prevenire eventuali pericoli. Nella serata di venerdì i tecnici dell’Arpac ci hanno consentito di prendere le nostre auto che erano nella zona in cui si è verificato l’incidente».

Il manager spiega anche che i due incidenti mortali, costati la vita a Patrizio Spasiano venerdì e, la mattina del 31 dicembre, a Pompeo Mezzacapo, 39 anni, di Capodrise, hanno avuto dinamiche diverse. Il diciannovenne era impegnato in lavori di recupero dei locali frigo danneggiati in occasione dell’incendio del 9 novembre del 2021, insomma un’attività straordinaria di manutenzione effettuata da una ditta esterna, con sede a Villaricca, presso la quale Spasiano era stato assunto a ottobre con un contratto da tirocinante e che probabilmente non sarebbe dovuto essere in quel locale, trasformatosi nella sua tomba.

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Pompeo Mezzacapo, invece, ricorda il manager, era un dipendente di FrigoCaserta deceduto nel corso di un’attività ordinaria a causa del capovolgimento di un muletto. Sia gli investigatori che il rappresentante di FrigoCaserta hanno assicurato che i tre operai presenti nel locale in cui c’è stata la fuoriuscita di ammoniaca non hanno subito conseguenze se non una lieve intossicazione.

La ricostruzione

Intanto, le indagini fanno il loro corso. La Procura di Napoli Nord ha aperto un fascicolo affidato al sostituto procuratore Giuliano Caputo. L’ipotesi di reato potrebbe essere quella di omicidio colposo. Nelle prossime ore si dovrebbero conoscere i nomi dei destinatari degli avvisi di garanza in vista dell’autopsia, atto irripetibile per il quale è richiesta la presenza eventuale di delegati tecnici di possibili indagati. Sequestrata, ovviamente, l’area interessata dall’incidente dove, appena arriverà il via libera dei vigili del fuoco, saranno effettuati gli accertamenti tecnici necessari per determinare le cause che hanno portato alla fuoriuscita di ammoniaca. Accertamenti fondamentali per formulare, poi, eventuali accuse di imputazioni.

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La salma di Patrizio, su disposizione del magistrato di turno presso la Procura, è stata trasferita nell’istituto di medicina legale del secondo policlinico di Napoli in attesa dell’esame autoptico che sarà effettuato nei prossimi giorni. Un appuntamento dal quale potrebbero venire fuori novità utili alle indagini affidate ai carabinieri della Compagnia di Marcianise, coordinati dal capitano Daniele Petruccelli.

I soccorsi

Il corpo è stato recuperato poco prima delle 19,30 di venerdì, a distanza di circa tre ore dall’incidente perché prima non era stato possibile entrare nel locale a causa della forte perdita di ammoniaca che non consentiva di chiudere la valvola. I vigili del fuoco del Nucleo Nbcr sono stati costretti ad attendere che l’impianto si scaricasse. Stando a una prima ricostruzione operata dai carabinieri della locale stazione e della Compagnia di Marcianise, sul posto insieme agli agenti della polizia municipale di Gricignano d’Aversa, si sarebbe verificata una fuoriuscita di ammoniaca a seguito della rottura di una tubatura.





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