Gli ultimi dati ufficiali elaborati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato dicono che nel 2022 le famiglie italiane hanno speso circa 136 miliardi, pari al 6 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) nel gioco d’azzardo. Questo significa che mediamente ogni italiano maggiorenne ha speso circa 2 mila 700 euro all’anno per cercare la fortuna. Che però, secondo lo psicoterapeuta Rolando De Luca, che da anni combatte contro la ludopatia nello specifico centro di Campoformido, «non arriva mai». In Friuli Venezia Giulia si stima che la spesa annuale per il gioco d’azzardo superi i due miliardi di euro.
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Il libro blu
Tornando ai numeri riportati nel Libro blu pubblicato dal ministero, dei 136 miliardi spesi due anni fa in Italia (erano 88 nel 2020 e 111 nel 2021) 115 vengono “redistribuiti con le vincite” 20 vengono spesi per gestire l’attività (compresi i guadagni dei gestori che si aggiudicano le gare pubbliche) e 11 restano all’erario.
Di questi 5,6 miliardi sono arrivati dagli apparecchi da intrattenimento, 3,27 miliardi da giochi numerici e lotterie, 600 milioni dalle scommesse, e altri 730 milioni dal Bingo, giochi di abilità a distanza e giochi di carte a quota fissa. A tutto ciò va aggiunto oltre un miliardo proveniente da altre voci.
I danni sociali
Per De Luca la spesa complessiva nel 2023 è salita a 148 miliardi che, in base alle proiezioni, arriveranno a quasi 160 a chiusura del 2024. «Il gioco d’azzardo legale di Stato in Italia è tra i primi comparti economici per fatturato e per utili. Questo, oltre a produrre profitti enormi per i concessionari e per l’erario (sebbene del tutto al ribasso, se si considerano i dati della raccolta lorda), provoca enormi danni sanitari, sociali ed economici, in modo diretto e indiretto, per quasi dieci milioni di persone».
Le entrate per l’erario, secondo le stime, l’anno scorso avrebbero raggiunto quota 12 miliardi. Ma a preoccupare di più De Luca sono le stime delle persone coinvolte. «Secondo l’Istituto superiore di sanità nel 2019 i giocatori patologici erano un milione e mezzo, quelli a rischio moderato un milione e 400 mila e se consideriamo che ogni giocatore patologico coinvolge almeno altre cinque persone si arriva a 8,9 milioni che sono vittime del gioco d’azzardo tra attivi e passivi e oggi i numeri sono sicuramente aumentati per cui, a mio avviso, stiamo parlando di 10 milioni di persone».
Le proiezioni
E la situazione per De Luca è destinata a «peggiorare ancora. «Basti pensare – osserva – che, la Legge di Bilancio nazionale ha aggiunto un’ulteriore estrazione settimanale dei giochi del Lotto e del Superenalotto e ha anche prorogato tutte le concessioni di gioco d’azzardo in scadenza».
I numeri in regione
Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, sottolinea De Luca «si ipotizza per il 2024 una raccolta superiore ai due miliardi di euro, un dato incredibili che dovrebbe far riflettere». «Proprio per trovare una strategia terapeutica che consentisse ai giocatori d’azzardo e alle loro famiglie di raggiungere, mantenere l’astinenza dal gioco d’azzardo e riscontrare a lungo termine (anni) risultati positivi, ho iniziato nel 1995 un lavoro con alcuni giocatori d’azzardo e con le loro famiglie. L’iniziativa, nel tempo, ha avuto ottimi risultati tanto che nel 1998 si è decisa la costituzione del primo gruppo terapeutico dei giocatori e dei loro familiari», racconta De Luca.
Il Comune di Campoformido ha patrocinato l’iniziativa mettendo a disposizione una sala per gli incontri dei gruppi terapeutici e un recapito telefonico cui tutti possono rivolgersi se interessati o coinvolti nel problema. Attualmente i gruppi di terapia sono dieci e coinvolgono tra giocatori d’azzardo e familiari oltre centottanta persone.
Agita
Venticinque anni fa si è costituita l’Associazione degli ex giocatori d’azzardo e delle loro famiglie (Agita) con sede a Campoformido, presieduta da Adriano Valvasori. Tra gli scopi statutari, oltre alla prevenzione e al trattamento del gioco d’azzardo e di altre dipendenze ci sono: lo sviluppo di programmi sul gioco d’azzardo, la formazione e la ricerca, attivate anche in collaborazione con altri soggetti; la promozione e tutela dei diritti civili del giocatore o ex giocatore d’azzardo e della sua famiglia; il reinserimento dei giocatori o ex giocatori d’azzardo nel mondo del lavoro e delle professioni e nella comunità; la tutela e difesa dei giocatori e delle loro famiglie
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