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il contributo
Anche il progetto dell’alta velocità ferroviaria in Calabria rischia di “fermarsi a Eboli”. Ciò, senza considerare gli “scostamenti” nell’avanzamento finanziario del piano. Tanto che il Governo, per far fronte agli impegni, ha avanzato l’idea di ridurre gli obiettivi finali e di eliminare taluni interventi per la realizzazione di asili nido, case per gli studenti e progetti per l’edilizia pubblica.
Tutto ciò sapendo che l’investimento necessita oltre che di nove miliardi per il tratto in Campania, di altro denaro per i lavori da fare in Calabria. Ciò lascia intendere quanto debole sia il progetto per questa Regione stante che lo studio di fattibilità si avvicina ai trenta milioni. Sempre che chiarezza di intenti e programmi non vengono meno.
Naturalmente anche i desideri, come quelli della città di Cosenza, debbono essere messi da parte se l’obiettivo per questa regione, è di ottenere l’alta velocità ferroviaria.
C’è da dire che non manca mai quel qualcuno pronto a mettere il bastone tra le ruote, questa volta convinto che il tracciato dell’alta velocità ferroviaria, soprattutto in una regione come la Calabria, possa essere condizionato dal desiderio di una provincia piuttosto che dal bisogno della regione.
Se solo ci si sforzasse a comprendere quanto fondamentale possa essere per l’economia calabrese poter offrire oltre ai tre aeroporti, anche l’alta velocità ferroviaria, forse si supererebbero le ostilità, dettate più dall’astio che da altro.
Se, viceversa, si decidesse di continuare a percorrere la stessa strada di oggi, sarebbe come voler negare all’intero territorio regionale la possibilità di crescere e di portarsi sullo stesso piano di altre regioni del Nord.
Sicuramente un rischio imperdonabile sarebbe perdere l’occasione che ci viene offerta; e cioè raggiungere Reggio Calabria da Roma in treno in meno di quattro ore! Fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno.
C’è ancora tanto da lavorare per completare i progetti previsti per le prospettive di sviluppo della Calabria. Quello ferroviario potrebbe essere l’ultimo, dopo quello aereo, con tre aeroporti di cui uno (Lamezia Terme) internazionale. Come si vede non ci possono essere alibi per negare alla Calabria di crescere.
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