Con una capitalizzazione di 75 miliardi di euro, la società più capitalizzata di Piazza Affari rimane Ferrari, tallonata da Intesa Sanpaolo ed Enel. Completano la top five Unicredit e, a distanza, Eni. Ecco la classifica per market cap delle aziende quotate sul Ftse Mib.
La capitalizzazione di Piazza Affari continua a crescere
Il Ftse Mib è un indice ponderato in base alla capitalizzazione di mercato, che traccia l’andamento di un paniere contenente le 40 società di Piazza Affari più rilevanti in termini di dimensioni e liquidità. Le cosiddette blue chip rappresentano una fetta importante dell’economia nazionale e sono quelle che più di tutte spostano gli equilibri in Borsa Italiana.
Per dare un’idea, la capitalizzazione totale di Piazza Affari (considerando quindi l’indice Ftse Italia All Share) è pari a circa 820 miliardi di euro, mentre quella dell’indice Ftse Mib si aggira intorno ai 720 miliardi. Questo significa che il solo Ftse Mib rappresenta oltre l’87% della market cap complessiva dei titoli quotati su Borsa Italiana. La somma delle prime tre società del Ftse Mib raggiunge già di per sé un valore compressivo di oltre 217 miliardi.
Ma quali sono i titoli che ad oggi fanno parte del Ftse Mib e quelli che vantano il valore di mercato più elevato?
Titoli del Ftse Mib ordinati in base alla capitalizzazione
Nella tabella sottostante i titoli appartenenti al Ftse Mib vengono ordinati per capitalizzazione (ottenuta dalla moltiplicazione tra prezzo e numero di azioni in circolazione) di mercato decrescente.
Titolo | Settore | Ultimo prezzo (€) | Variazione 1 anno | Market Cap (mld €) | Peso % sul Ftse Mib |
Ferrari | Automotive | 410,40 | 31,0% | 73,9 | 10,2% |
Intesa Sanpaolo | Banche | 4,07 | 49,3% | 72,4 | 10,0% |
Enel | Utility | 6,97 | 2,4% | 70,9 | 9,8% |
UniCredit | Banche | 41,26 | 61,2% | 64,0 | 8,8% |
Eni | Oil&Gas | 13,94 | -7,0% | 45,8 | 6,3% |
Generali Assicurazioni | Assicurazioni | 28,76 | 45,3% | 45,1 | 6,2% |
Stellantis | Automotive | 12,12 | -39,8% | 35,1 | 4,9% |
Tenaris | Oil&Gas | 19,09 | 31,0% | 22,2 | 3,1% |
STMicroelectronics | Tecnologia | 23,58 | -40,5% | 21,3 | 2,9% |
Prysmian | Industriali | 65,48 | 60,3% | 19,4 | 2,7% |
Poste italiane | Assicurazioni | 14,08 | 38,7% | 18,4 | 2,5% |
Leonardo | Industriali | 27,83 | 63,4% | 16,1 | 2,2% |
Terna | Utility | 7,68 | -1,3% | 15,4 | 2,1% |
Snam | Utility | 4,39 | -10,3% | 14,7 | 2,0% |
Moncler | Moda e Lusso | 52,72 | -1,5% | 14,5 | 2,0% |
Mediobanca | Banche | 14,92 | 32,4% | 12,4 | 1,7% |
Banco BPM | Banche | 8,19 | 72,6% | 12,4 | 1,7% |
Recordati | Health Care | 52,95 | 5,9% | 11,1 | 1,5% |
FinecoBank | Banche | 17,55 | 25,3% | 10,7 | 1,5% |
Inwit | Tlc e Media | 9,80 | -14,8% | 9,4 | 1,3% |
Banca Mediolanum | Servizi Finanziari | 12,28 | 34,9% | 9,2 | 1,3% |
BPER Banca | Banche | 6,41 | 101,8% | 9,1 | 1,3% |
Unipol Gruppo | Assicurazioni | 12,46 | 132,4% | 8,9 | 1,2% |
Banca MPS | Banche | 7,02 | 127,2% | 8,8 | 1,2% |
Brunello Cucinelli | Moda e Lusso | 109,40 | 27,6% | 7,4 | 1,0% |
A2A | Utility | 2,25 | 21,0% | 7,0 | 1,0% |
Campari | Food&Beverage | 5,45 | -40,5% | 6,7 | 0,9% |
Amplifon | Health Care | 26,13 | -17,0% | 5,9 | 0,8% |
Telecom Italia | Tlc e Media | 0,26 | -8,7% | 5,7 | 0,8% |
Pirelli&C | Automotive | 5,74 | 10,5% | 5,7 | 0,8% |
Nexi | Industriali | 4,60 | -35,2% | 5,7 | 0,8% |
Diasorin | Health Care | 101,05 | 14,8% | 5,7 | 0,8% |
Saipem | Oil&Gas | 2,65 | 87,1% | 5,3 | 0,7% |
Hera | Utility | 3,44 | 13,5% | 5,1 | 0,7% |
Interpump Group | Industriali | 42,72 | -7,9% | 4,7 | 0,6% |
Italgas | Utility | 5,45 | 1,9% | 4,4 | 0,6% |
Bca Pop Sondrio | Banche | 8,59 | 45,7% | 3,9 | 0,5% |
Azimut | Servizi Finanziari | 24,39 | 0,1% | 3,5 | 0,5% |
Buzzi | Edilizia e Materiali | 19,27 | -29,5% | 2,9 | 0,4% |
Iveco Group | Automotive | 9,89 | 4,7% | 2,7 | 0,4% |
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 15 gennaio 2025
Ad oggi la società italiana con la maggiore capitalizzazione di mercato è Ferrari, con una market cap di 73,9 miliardi di euro e un peso di circa il 10,2% sul totale delle 40 società che compongono l’indice Ftse Mib. Da due mesi le azioni del Cavallino viaggiano sostanzialmente in fase laterale, dopo una parziale correzione innescata dall’ultima trimestrale. Tuttavia, molti analisti mantengono una view positiva sul titolo grazie anche all’impatto atteso dei nuovi modelli.
Al secondo posto Intesa Sanpaolo con una capitalizzazione di 72,4 miliardi e un’incidenza del 10% sul totale. La banca guidata da Messina, sotto i riflettori anche per il suo primo investimento in Bitcoin, sarà la prima italiana del settore a pubblicare i risultati, il prossimo 4 febbraio, che potrebbero ulteriormente spingere il titolo, già sui massimi dal 2008.
Terza Enel, con una market cap di 70,9 miliardi e un’incidenza del 9,8 per cento. La big delle utilities, al centro dell’attenzione in questo inizio di 2025 per la volatilità dei prezzi delle materie prime (in particolare il gas), è stata inserita da Equita fra le “best pick 2025”. Tra di essse figura anche Unicredit, quarta per capitalizzazione con 64 miliardi di euro, mentre Eni è più distaccata con una market cap di 45,8 miliardi di euro.
Per quanto riguarda la struttura settoriale dell’indice Ftse Mib vediamo che il settore finanziario, con ben 13 società, è quello più presente all’interno del Ftse Mib e quindi maggiormente in grado di influenzare l’andamento generale del listino, con una forte presenza di banche (ben 8). Altri settori ben rappresentati nel paniere principale di Piazza Affari sono le utilities con 7 società a larga capitalizzazione, il comparto automotive e l’industria (4 società a testa).
Come funziona il Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index, calcolato quindi sommando le capitalizzazioni di mercato delle società che ne fanno parte. Tuttavia, il calcolo di questa tipologia di indice non tiene conto dei dividendi, motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain).
Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questo effetto finisce per pesare sul Ftse Mib.
Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib che tiene conto anche dello stacco e del reinvestimento di dividendi.
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