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Mercoledì sera il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha annunciato che Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, dopo 15 mesi di guerra. Hamas ha poi confermato di aver accettato le condizioni del cessate il fuoco, mentre il governo israeliano deve ancora farlo ufficialmente: si riunirà giovedì mattina. I negoziati sono mediati da Qatar, Egitto e Stati Uniti, e in questi giorni erano entrati nelle ultime fasi. Al-Thani ha detto che il cessate il fuoco comincerà domenica 19 gennaio, a un orario ancora da definire, e prevede tre fasi: il testo dell’accordo non è ancora stato reso pubblico, ma in una conferenza stampa il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato di alcuni dettagli.
Già nel pomeriggio i rappresentanti di Hamas avevano detto a vari media internazionali e ai negoziatori che il gruppo aveva accettato le condizioni. Alcuni funzionari israeliani avevano confermato ai media locali i progressi sull’accordo, ma l’ufficio del primo ministro, Benjamin Netanyahu, aveva detto con un comunicato che restavano alcuni dettagli da definire, e che si aspettava che ciò avvenisse in serata. Netanyahu ha anche escluso di confermare pubblicamente l’eventuale accettazione dell’accordo prima della riunione del governo di giovedì. Al-Thani ha comunque detto che entrambe le controparti hanno accettato le condizioni.
Per diventare effettivo, l’accordo dovrà essere approvato sia dal più ristretto gabinetto di sicurezza (di cui fanno parte tra gli altri, oltre a Benjamin Netanyahu, i ministri della Difesa e degli Esteri) sia dai ministri del governo israeliano. Mercoledì sera, dopo l’annuncio di Al-Thani, il presidente israeliano Isaac Herzog (che ha un ruolo paragonabile a quello del presidente della Repubblica italiano) ha esortato il governo e il consiglio di sicurezza israeliani ad approvare l’accordo, quando si riuniranno giovedì mattina. Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar, che era in visita diplomatica in Italia, tornerà in anticipo nel paese per partecipare alla riunione e al voto del governo sull’accordo.
Mercoledì sera il presidente uscente, Joe Biden, ha confermato l’accordo dicendo che è il risultato di un impegno diplomatico statunitense «ostinato e minuzioso». Ha poi aggiunto che «questa guerra poteva finire solo con un accordo sugli ostaggi» e che «troppe persone innocenti sono morte» «nell’inferno» di Gaza. Anche nel caso degli Stati Uniti alcuni funzionari avevano detto che l’accordo era imminente, e l’aveva dato per fatto anche il presidente eletto Donald Trump con un post sui social in cui ha sostenuto che gli ostaggi «saranno liberati presto».
Il governo di Gaza, guidato da Hamas, ha detto agli abitanti della Striscia di attendere la proclamazione ufficiale del cessate il fuoco prima di spostarsi. In varie parti di Gaza ci sono già stati festeggiamenti. A Tel Aviv c’è stata una manifestazione delle famiglie degli ostaggi per chiedere al governo di approvare l’accordo.
L’accordo prevede una prima fase in cui sarà in vigore per 42 giorni un cessate il fuoco, durante il quale Hamas dovrebbe liberare 33 ostaggi vivi tra cui principalmente donne, bambini, anziani e civili feriti. Israele dovrebbe a sua volta liberare centinaia di prigionieri palestinesi e ritirare le proprie truppe dalle aree più densamente abitate della Striscia. Dovrebbe inoltre permettere ai civili palestinesi di tornare nel nord della Striscia, cosa che da mesi sta sistematicamente impedendo, dato che ha posto di fatto sotto assedio la zona. Infine sempre Israele dovrebbe permettere un aumento delle consegne di aiuti umanitari: fino a 600 camion al giorno dovrebbero poter entrare nella Striscia per consegnare beni di prima necessità.
Nella prima fase del cessate il fuoco però le truppe israeliane potranno continuare a occupare il corridoio Philadelphi, sul confine sud della Striscia (vicino all’Egitto), ma riducendo progressivamente la loro presenza militare. Dovranno ritirarsi invece dal corridoio Netzarim, che si trova a sud della città di Gaza e divide in due la Striscia da ovest a est.
I dettagli delle due fasi successive non sono ancora chiari. Verranno definiti, e quindi negoziati, durante la prima fase: se non sarà raggiunto un accordo entro i 42 giorni, il cessate il fuoco verrà prolungato.
L’accordo dà già comunque diverse indicazioni su quello che dovrebbe succedere: nella seconda fase Hamas dovrebbe rilasciare tutti gli altri ostaggi in cambio di altri prigionieri palestinesi detenuti in Israele, e Israele dovrebbe completare il ritiro di tutte le sue truppe dalla Striscia. Nella terza e ultima fase Hamas dovrebbe consegnare i corpi degli ostaggi morti durante la prigionia e cominciare l’attuazione di un piano per la ricostruzione di Gaza (su cui ci saranno ulteriori negoziati).
L’accordo è stato negoziato da mediatori di vari paesi, tra cui appunto il Qatar (dove in questi giorni si stanno svolgendo gli incontri) e gli Stati Uniti. Agli incontri più recenti ha partecipato anche Steve Witkoff, l’inviato per il Medio Oriente scelto dal prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che secondo molti commentatori è stato decisivo. Alla fine della conferenza stampa di Joe Biden, al presidente uscente è stato chiesto se spettasse a lui o al suo successore Trump il merito di questo accordo. Biden ha ribattuto ironicamente chiedendo se fosse una battuta, appena prima di andarsene.
La guerra nella Striscia di Gaza prosegue da oltre un anno: era iniziata il 7 ottobre del 2023 con l’attacco terroristico senza precedenti di Hamas in territorio israeliano. Successivamente decine di migliaia di civili palestinesi sono stati uccisi dai bombardamenti e dagli attacchi israeliani, e gran parte delle abitazioni e delle infrastrutture della Striscia è stata distrutta. Le negoziazioni per un cessate il fuoco andavano avanti da mesi, ma finora si erano sempre concluse con un nulla di fatto.
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