Egitto: repressione e povertà in aumento nel secondo decennio di al-Sisi

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


(Beirut) – Il secondo decennio di governo del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi si è aperto in un clima di repressione indiscriminata, in cui oppositori e attivisti pacifici vengono arrestati e puniti in modo sistematico, afferma oggi Human Rights Watch nel rapporto annuale 2025. La grave crisi economica in cui versa il paese ha avuto effetti devastanti sull’accesso della popolazione ai diritti economici, sociali e culturali, mentre le autorità hanno avuto carta bianca approfittando della mancanza di responsabilità e controllo pubblico.

Nelle 546 pagine del rapporto annuale, giunto alla 35ª edizione, Human Rights Watch analizza la situazione dei diritti umani in oltre 100 paesi. Come afferma nell’introduzione la direttrice esecutiva Tirana Hassan, in gran parte del mondo i governi hanno attuato pratiche repressive, arrestando e imprigionando ingiustamente oppositori politici, attivisti e giornalisti. Gruppi armati e forze governative hanno ucciso o costretto allo sfollamento numerosi civili, e hanno bloccato l’accesso agli aiuti umanitari. In molte delle oltre 70 elezioni nazionali tenutesi nel 2024, leader autoritari hanno guadagnato terreno con la loro retorica e le loro politiche discriminatorie. 

«Le autorità egiziane non dimostrano in alcun modo di voler porre fine alla tolleranza zero contro il dissenso pacifico e le voci critiche», ha detto Bassam Khawaja, vicedirettore per il Medio Oriente e Nordafrica di Human Rights Watch. «Il governo si comporta come se la risposta alla terribile crisi economica dell’Egitto sia instaurare un clima di terrore, anziché rispettare i diritti sociali ed economici della popolazione».

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

  • Nel corso del 2024, le autorità egiziane hanno perseguito decine di manifestanti e attivisti, compresi i partecipanti alle manifestazioni in solidarietà alla Palestina. A luglio, sono state detenute arbitrariamente più di 100 persone per aver lanciato appelli online (che poi non si sono concretizzati) a protestare contro l’impennata dei prezzi e le interruzioni di corrente. Le organizzazioni indipendenti e le attività di advocacy sono ancora fortemente limitate dalle misure draconiane previste nella legge egiziana sulle ONG del 2019.
  • Pur avendo concesso circa 57 miliardi di dollari in sovvenzioni e prestiti nel 2024, la politica economica del governo, che concentra i fondi su progetti infrastrutturali tanto sontuosi quanto poco trasparenti (compresi quelli gestiti dall’esercito), finisce per erodere i diritti economici, sociali e culturali della popolazione. I prezzi sono alle stelle, la povertà è in aumento mentre diminuisce l’accesso al cibo e all’energia elettrica, in un contesto in cui la dipendenza dai debiti verso partner internazionali e istituzioni finanziarie estere ha toccato un livello senza precedenti.
  • Le autorità egiziane hanno revocato gli ordini di congelamento dei beni a Gamal Eid, Hossam Bahgat e altre figure di spicco nella lotta per i diritti umani, permettendo loro di recarsi all’estero per la prima volta dal 2016, quando finirono sotto processo insieme ad altre decine di sostenitori e organizzazioni per i diritti umani nel cosiddetto caso del «finanziamento dall’estero». A marzo, un giudice istruttore ha dichiarato le indagini concluse e le accuse ritirate; tuttavia, sono numerosi i difensori dei diritti umani che, in questo come in altri casi, hanno dovuto affrontare procedimenti giudiziari duri e arbitrari, con il congelamento dei beni e il divieto di viaggiare.

Le autorità egiziane dovrebbero porre fine alla repressione sistematica del dissenso e abrogare le leggi repressive che vietano le assemblee pacifiche e ostacolano il lavoro delle organizzazioni indipendenti. Dovrebbero divulgare le informazioni sul finanziamento dei grandi ma poco chiari progetti gestiti dall’esercito e rispettare i diritti economici, sociali e culturali della popolazione. In occasione della revisione periodica universale prevista a gennaio presso il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, gli stati membri dovrebbero chiedere all’Egitto di affrontare l’allarmante situazione dei diritti umani nel paese.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link