Lo spagnolo è barricato nelle sue stanze del quartier generale della società sportiva, un po’ per la necessaria convalescenza post operatoria, ma soprattutto perché non se ne vuole andare. Oggi la visita del presidente
Perdono o castigo: si decide oggi, quando nella foresteria di Formello, quartier generale della Lazio alle porte di Roma, il presidente Claudio Lotito incontrerà Juan Bernabè, 56enne di Cadice nonché falconiere appena messo alla porta per aver esibito sui social gli effetti della sua protesi al pene. Lo spagnolo è infatti ancora barricato nelle sue stanze, un po’ per la necessaria convalescenza post operatoria, ma soprattutto perché non se ne vuole andare: si danna, sostiene di non capire il perché di tanto clamore visto che ha raccontato le fasi di un intervento su «un organo come ne abbiamo tanti», eppure piange e chiede scusa per quanto successo, tanto che lì a Formello qualcuno comincia a temere che possa fare una sciocchezza.
La reazione del presidente Lotito
Si potrebbe chiudere, forse, la parentesi più assurda (e grottesca) della storia del club che, nelle ultime 72 ore, è diventata così virale da meritare l’attenzione dalle testate più prestigiose del mondo, puntata dopo puntata. Prima l’intervento, poi video e foto hot che girano sul web, i commenti del paziente sulla sua alta frequenza sessuale, quindi le reazioni di Lotito che dà il benservito al falconiere — cioè l’uomo che si prende cura di Olympia, l’aquila simbolo della Lazio — e pure all’urologo che l’ha operato, Gabriele Antonini, che però, in quanto consulente e non dipendente, non può essere licenziato. Poco importa, al netto dell’inquadramento contrattuale (Bernabé sarebbe un fornitore, non assunto dal club) entrambi secondo il presidente biancoceleste avrebbero violato il codice etico della società. Quindi addio, vediamo se a mai più: «Nessuno contesta l’operazione, ma non si possono associare queste azioni alla Lazio», categorico Lotito.
Le scuse di Bernabè
Tutto, insomma, fa presupporre che le scuse di Bernabè, reiterate anche ieri tramite video, non siano riuscite nemmeno ad aprire una piccola breccia nel cuore del presidente. «Il falconiere non doveva fare queste cose anche perché è uno che va nelle scuole dove ci sono bambini di 9-10 anni — le parole di Lotito ieri sera alla Zanzara su Radio24 —. Se fai il falconiere e porti l’aquila, non vai a dire in giro che devi eiaculare due volte al giorno. Ci sono delle regole e devono valere per tutti, a partire dal sottoscritto. Bernabè si troverà un altro posto dove stare, ognuno risponde delle proprie azioni. Se non ha capacità di intendere e volere allora deve essere internato. Non è un caso fortuito, è voluto e aggravato dalle interviste».
I precedenti
Tutto deciso? Non è detto. Già una volta, infatti, Lotito era riuscito ad andare oltre e a perdonare il suo falconiere: era il 2021 e gli smartphone dei tifosi della curva laziale avevano catturato, e poi riversato sui social, il braccio destro teso nel saluto romano da parte di Bernabè che, sul sinistro, aveva appollaiata Olympia. Si scatenò la polemica, naturalmente. Poi tutto rientrò nei ranghi e il falconiere tornò a far volare Olympia prima delle partite della Lazio grazie alla clemenza del presidente. Che però stavolta, furibondo, non manca occasione per ribadire di essere intenzionato a non concedere la grazia, ma anzi di essere deciso a «chiedere i danni d’immagine» sia a Bernabè che al chirurgo. «In qualche occasione passata sono stato indulgente, ma non avevo avuto intimazioni da parte degli organismi preposti. In questo caso mi hanno comunicato in modo inequivocabile quello che avrei dovuto fare e così ho fatto».
Sia nei confronti di Bernabé sia dell’urologo, ormai fuori dallo staff medico biancoceleste. «È responsabile — dice Lotito — e secondo me gli ha fatto pure l’operazione gratis per farsi pubblicità: mi dicono che sono arrivate una marea di richieste di fare quella stessa operazione. Ma questa è la Lazio, mica stiamo a parlà de Cicciolina!».
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