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L’hanno chiamata SuperZes, una sorta di norma aggiuntiva sulle zone economiche speciali della Sicilia dove, oltre alla burocrazia semplificata, la regione possa aggiungere aiuti specifici per gli insediamenti produttivi che siamo aggiuntivi rispetto a quelli già stabiliti dalla Zes unica del Sud Italia.
La norma per la SuperZes
La norma è stata presentata nelle scorse ore in Commissione Attività produttive all’Ars. L’obiettivo dichiarato è regolamentare gli aiuti regionali alle imprese in aree specifiche ma in realtà è un tentativo, neanche troppo velato, di riprendere il controllo sulle Zes siciliane non sottraendolo al governo nazionale ma aggiungendo elementi che favoriscano gli insediamenti in iciolia rispetto al resto del mezzogiorno.
La Zes unica del meridione
La Sicilia, infatti, ha subito in silenzio (o quasi) la scelta del governo Meloni di trasformare le Zes che erano sparse per il paese (zone ben determinate nelle quali gli insediamenti produttivi venivano avvantaggiati con semplificazioni burocratiche e detassazioni a tempo) in una Zes unica del mezzogiorno d’Italia con regole uguali per tutti. Di fatto questo ha tolto ai commissari delle Zes la possibilità di una serie di interventi specifici sul territorio e alla regione la possibilità di incidere sulle due Zes siciliane. Possibilità che adesso tenta di riprendersi con la norma sulla SuperZes.
Un tentativo già fatto dal governo Musumeci
L’idea SuperZes replica, in parte, un tentativo già fatto dal governo Musumeci con la Finanziaria 2022. “Il Governo Musumeci, nel solco dell’impegno profuso a supporto delle Imprese che investono in Sicilia, ha proposto una misura che rafforza l’attrazione degli investimenti in Sicilia, grazie a fiscalità di sviluppo e a contributi alle assunzioni. Le ZES siciliane diventano così le più vantaggiose d’Italia” raccontava due anni fa l’allora assessore Gaetano Armao. La misura era rivolta alle imprese manifatturiere, della logistica e dei servizi con sede principale o unità locale all’interno della ZES siciliane ed ammesse a godere dei benefici previsti dall’ordinamento. L’incentivo, quale misura di fiscalità di sviluppo aggiuntiva a quella prevista dalla disciplina statale delle ZES, prevede un contributo in compensazione parametrato ai ricavi delle vendite e delle prestazioni derivanti dall’attività svolta dall’impresa nell’anno nel quale l’istanza è presentata ed in quello immediatamente successivo. Quella presentata in Commissione adesso, è una norma che presenta una serie di differenze da quella alla luce delle competenze riassorbite nella Zes unica e che non possono essere replicate ma che vengono affiancate da altri aiuti ancora da definire in maniera organica ed un percorso di “iper semplificazione” burocratica abbattendo ulteriormente permessi e autorizzazioni ed ampliando il silenzio assenso
L’attacco dell’opposizione 5 stelle
Ma l’opposizione pentastellata non ci sta “Quella presentata dal governo regionale in commissione Attività produttive dell’Ars ci sembra solo una legge confusionaria e approssimativa, in perfetto Schifani-style, varata probabilmente dall’esecutivo per gettare un po’ di fumo negli occhi ai tanti imprenditori che, giustamente, si erano indignati per lo scippo perpetrato da Roma lo scorso anno, quando un decreto del Consiglio dei ministri tolse autonomia alle Zone economiche speciali del Sud, comprese le due siciliane, vanificando anni di lavoro fatto in questo senso” dicono i deputati M5S all’Ars, Stefania Campo, vice presidente della commissione Attività produttive di Palazzo dei Normanni, e Luigi Sunseri, membro della stessa.
Lo scippo di Roma
“Ancora brucia – dice Campo – l’esautoramento della Regione Siciliana in tema di Zes: sono passati anni per istituire e regolamentare le Zes, centinaia di ore di lavoro in commissione e in aula, poi è arrivato il governo nazionale che ha istituito la Zes unica per il Mezzogiorno, mettendo tutto in un unico perimetro che non tiene conto delle specificità dei singoli territori meridionali. E invece di ribellarsi, il governo Schifani cosa fa? Ci porta in Commissione Attività Produttive una norma ‘specchietto delle allodole’ che millanta una burocrazia super semplificata per nascondere l’umiliazione. Altre regioni, come la Puglia, ad esempio, hanno alzato la testa e si sono ribellate, mentre Schifani continua a subire provvedimenti nazionali peggiorativi per la nostra regione, addirittura avallandoli”.
Tanto ancora da capire
“Il primo impatto con la norma- commenta Sunseri – non è stato certo positivo. Definirla raffazzonata e confusionaria è il minimo. Ne sapremo di più nel corso della prossima seduta, ma il primo giudizio non può che essere pessimo”
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