Regione e Invitalia firmano la convenzione per un investimento da 800 milioni. I due impianti saranno collocatiĀ a Palermo e Catania e dovrebbero entrare in funzione entro il 2028. L’isola ĆØ ancora in cima alla classificaĀ delle regioni che producono piĆ¹ rifiuti, nonostante i livelli di raccolta differenziata in crescitaĀ
IeriĀ ĆØ stato sottoscritto un accordo con cui la Regione SiciliaĀ affida a Invitalia il compito di preparare i bandi e la gestione delle gare di appalto per la costruzione di due termovalorizzatori. Gli impiantiĀ saranno costruiti nella zona industriale diĀ CataniaĀ e alle porte diĀ Palermo, nei pressi della discarica diĀ Bellolampo. L’investimento complessivo ĆØ diĀ 800 milioni di euro,Ā finanziato attraverso lāAccordo per la coesione, e gli impianti dovrebbero entrare in funzione aĀ partireĀ dal 2028.Ā Ā
L’affaire termovalorizzatori in Sicilia va avanti almeno dalĀ 2002, quando unĀ bando di garaĀ per realizzazione di quattro termovalorizzatori a Palermo, Augusta, Casteltermini e PaternĆ² si trascinĆ² per quasi ventāanni fra contenziosi e polemiche, fino a spegnersi definitivamente. Il progetto, ridotto poi a due impianti, ĆØ tornato a vagare fra i corridoi diĀ Palazzo d’OrlĆ©ans con l’arrivo di Nello Musumeci alla guida della regione e successivamente conĀ Renato SchifaniĀ ā in veste anche di commissario straordinario per l’emergenza rifiutiĀ ā che adesso sembra pronto a fare le cose sul serio per gestire il surplus di spazzatura che grava sull’isola da anni, per lo piĆ¹ smaltita in discarica o spedita all’estero.
Secondo l’ultimo Rapporto rifiuti urbaniĀ dell’Ispra, nel 2023Ā sono state prodotteĀ 2.153.696 tonnellate di rifiuti. Per questoĀ la SiciliaĀ ĆØ tra le regioni che ne producono di piĆ¹ in Italia: la seconda fra quelle del sud (dopo la Campania).Ā L’isola puĆ² contare su nove discariche su cui si basa buona parte dello smaltimento, anche se nell’ultimo anno ci sono stati dei miglioramenti.Ā
Nel 2023 sono state smaltiteĀ in discarica oltre 741 mila tonnellate di rifiuti pretrattati. ĆĀ la cifra piĆ¹ alta fra tutte le regioni del sud Italia, ma il dato si ĆØ ridotto delĀ 16,8 per cento rispettoĀ a quello del 2022 (890.763 mila tonnellate). LaĀ diminuzioneĀ appare correlata allāincremento della raccolta differenziata che nel 2023 ĆØ arrivata 55,2 per cento, (+3,7 per cento sul 2022).
Ciononostante, in Sicilia continuaĀ aĀ esserci āun quadro impiantistico carente e poco diversificatoā, come ha sottolineatoĀ l’Ispra l’anno scorso,Ā āche non riescono a chiudere il ciclo allāinterno del territorio regionaleā. Anche per questo la regione spedisce all’estero migliaia di tonnellate di immondiziaĀ indifferenziata trattata nei vecchi impianti per il trattamento meccanico biologico (Tmb), che non ĆØ piĆ¹ possibile smaltire nellāisola. La procedura comporta notevoli extracostiĀ per le casse pubbliche dei comuni, che vengono poiĀ coperti da successivi stanziamenti da parte dellaĀ Regione (che a luglio scorso ha sbloccato 50 milioni di euro a tale scopo).
La costruzione dei due termovalorizzatoriĀ haĀ ricevuto l’okĀ dalla giunta regionale nel novembre dell’anno scorso, con l’approvazione di un nuovo piano per la gestione dei rifiuti che prevede anche la costruzione di nuovi impianti di recupero e riciclo, come quelli per il compostaggio e i biodigestori.Ā Obiettivo:Ā puntareĀ al recupero del 65 per cento dei rifiuti urbani e un risparmio di 150 milioni annui sui costi di trattamento.
La decisione ĆØ stata accompagnata dalla protesta del comitatoĀ Rete Sicilia pulita, in cui confluiscono associazioni ambientaliste eĀ sindacatiĀ in ālotta contro un sistema di smaltimento dei rifiuti che favorisce gli affari di pochi a danno della salute di tuttiā. La rete si ĆØ riunitaĀ nella suaĀ prima assemblea cittadina il 14 dicembre, promettendo successivi incontriĀ in altre cittĆ . AĀ oggi, alla luce della convenzione appena firmata, non sembrano essere state programmate altre contestazioni.
Mesi prima, quando il provvedimento era ancora in discussione, alcuniĀ parlamentari palermitani del M5s avevano bollato la proposta come āun tradimento di fronte alle reali esigenze della cittĆ e delle generazioni futureā, mentre da PalermoĀ il capogruppo del Movimento all’ Assemblea regionale siciliana, Antonio De Luca, si diceva āpronto alle barricateā.
Nello scacchiere politico regionale anche il Pd aveva criticato la decisione. Nello stesso periodoĀ in cuiĀ il Tar del Lazio respingeva il ricorso del comune di Albano Laziale contro la costruzione del termovalorizzatore fortemente voluto dal sindaco dem di RomaĀ Roberto Gualtieri, gli esponenti siciliani del Partito Democratico facevano sapere di nutrireĀ āfortissime perplessitĆ non solo sulla scelta in sĆ©ā dei termovalorizzatori, āma anche sulla su specifica collocazioneā. Convinti che quello voluto daĀ SchifaniĀ siaĀ un āinvestimento faraonicoā incapace di far risparmiare i cittadini, segnoĀ di unaĀ āmancanza di una strategia a lungo termineā.
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