Le scuole del Quinto Circolo, quest’anno, si sono poste un obiettivo importante da perseguire, nella sostanza non facile e ricco di sostanza: il miglioramento della relazione e della comunicazione scuola/famiglia.
“Si parla tanto di corresponsabilità educativa, si firma il patto, ma spesso questo atto appare più procedurale che sostanziale – afferma la dirigente scolastica Monica Caiazzo -. Le esperienze del fare scuola ci hanno convinto del potere dell’agire comune, della forza che acquistano valori e traguardi, se condivisi. E così ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo messo in atto un progetto strutturato in azioni concrete. Primo passo: incrementare momenti di “vita” insieme, per conoscere e conoscerci realmente, per incrementare possibilità di incontro tra mamme, culture, famiglie. Al via le merende delle mamme: un piccolo spazio informale, cogliendo l’occasione degli auguri natalizi, per conoscerci, parlarci, svagarci e godere anche della possibilità di esplorare mondi diversi dal nostro. Quale elemento migliore per farlo se non il cibo? Eccoci allora coinvolte nell’organizzazione di una merenda di gruppo, la prima delle quali si è realizzata martedì 10 dicembre presso il nostro salone della scuola “Vittorino”, al termine della scuola. Ognuno ha portato un piccolo contributo culinario, rappresentativo del paese o regione di provenienza e così abbiamo spaziato dalla nostra Emilia, alla Campania, alla Sicilia, alle regioni più a Sud dell’Africa, realizzando un grande banchetto, credendo con forza nel valore della rete. Questo momento, per le mamme delle classi prime, ha costituito un valore per distendere le relazioni, creando l’agio necessario per parlarsi e ascoltarsi, mangiando una fetta di torta senza la fretta che contraddistingue i ritiri dei bambini all’uscita e oltrepassando le semplificazioni indotte dalle chat. Docenti e mamme, con i bambini sullo sfondo impegnati a giocare, si sono parlate riempiendo quello spazio di crescita informale che sicuramente rappresenta una ricchezza”.
“Ma il nostro intento – prosegue Caiazzo – è di andare ancora più in profondità, analizzando con esperti le possibilità di miglioramento delle nostre relazioni, perché l’esperienza ci ha insegnato che quando riusciamo a procedere sullo stesso binario, i risultati che possiamo raggiungere sono incredibili. E così durante l’estate ho preso contatto con il prof. Enrico Carosio, consulente, docente e formatore, che opera principalmente negli ambiti delle life skills, in particolare sulla comunicazione efficace, sulle dinamiche di gruppo e la gestione dei conflitti, sul benessere sul luogo di lavoro. Con lui abbiamo già intrapreso interessanti percorsi interni in questi anni, ma l’elemento nuovo è stato quest’anno mettere insieme, unire docenti e genitori: è un grande obiettivo. E così, insieme, abbiamo costruito la struttura di un corso, che intende proporre e promuovere strumenti efficaci per incentivare lo sviluppo di forme concrete di corresponsabilità educativa. Accompagnato dalla collega Michelle Mazzotti, Enrico entrerà attivamente nelle nostre riunioni di interclasse ed intersezione, per “svecchiarle”, attivare un dialogo franco, superare la rigidità di ruoli e gli schematismi che spesso trasformano, svilendoli, questi momenti in momenti di passaggio di informazioni un po’ sterili”.
“Il 20 di marzo un momento di formazione aperta a docenti e genitori traccerà le fila del percorso svolto e costituirà ulteriore momento di sviluppo di riflessioni e azioni da mettere in campo. Il fine ultimo è sempre il benessere dei bambini, e se i bambini leggono armonia tra i loro educatori, in tutti i loro ambiti di vita, questo accresce il potere dei messaggi educativi che ricevono, consolida il loro senso e incrementa le possibilità di ottenere risultati in termini di crescita di tutti i soggetti in campo. Sentiamo spesso i mezzi di comunicazione parlare di disconoscimento da parte dei genitori delle figure dei docenti, ma occorre andare più in profondità ed attivarsi in prima persona. A noi, “lavoratori” della e nella scuola, spetta sicuramente il compito di costruire momenti che creino interconnessioni, di avvicinare e sensibilizzare le famiglie, di guidare in direzione di una chiara e facile comprensione dei cambiamenti via via promossi. Non sempre sarà facile e questo non sarà sempre sufficiente, ma sicuramente una scuola più attenta in questa direzione sarà più in grado di arginare episodi di conflittualità ed incomprensioni. Siamo convinti che solo creando più significative ed autentiche relazioni e conoscendo il contesto di vita dei nostri alunni, per capire se ci muoviamo sulla stessa linea educativa e pedagogica, conferiremo stabilità ai percorsi dei bambini, costruendo piccole e grandi alleanze.
“Nel corso dell’anno – conclude Caiazzo – continueremo a calendarizzare momenti di scambio attivo e dinamico con le nostre famiglie ed in giugno faremo un bilancio, insieme, di questo ambizioso progetto volto a consolidare il senso di comunità. Il traguardo sarà raggiunto se ognuno di noi avrà maturato fiducia nell’altro e la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, di sviluppare quell’empatia che può davvero diventare il cuore del sistema”.
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