15.25 – venerdì 17 gennaio 2025
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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La crescita globale prosegue con andamenti differenziati fra aree
L’attività economica rimane robusta negli Stati Uniti, ma perde slancio nelle altre economie avanzate. Secondo le nostre valutazioni, nel 2025 il commercio mondiale si espanderà poco al di sopra del 3 per cento, in linea con l’andamento atteso del prodotto globale. Le prospettive degli scambi internazionali potrebbero tuttavia risentire negativamente, oltre che dell’acuirsi delle tensioni geopolitiche, dell’annunciato inasprimento della politica commerciale statunitense.
Continua, ma in maniera più graduale, l’allentamento della politica monetaria negli Stati Uniti
A dicembre la Federal Reserve ha nuovamente tagliato i tassi di riferimento, ma si prefigura un processo di normalizzazione della politica monetaria più graduale, in considerazione della più lenta discesa dell’inflazione. Nello stesso mese la Bank of England e la Banca del Giappone hanno lasciato invariati i tassi. In Cina un nuovo pacchetto di misure di sostegno ai consumi interni si affiancherà all’impegno da parte della banca centrale a mantenere un orientamento monetario espansivo.
Il PIL dell’area dell’euro rallenta, l’inflazione fluttua attorno al 2 per cento
Alla fine del 2024 l’espansione del prodotto nell’area dell’euro si è attenuata. L’andamento della manifattura resta debole, in particolare in Germania; si sarebbe affievolito anche l’impulso fornito dai servizi. L’inflazione resta attorno al 2 per cento, con una sostanziale stabilità della componente di fondo. Secondo le proiezioni di dicembre degli esperti dell’Eurosistema la crescita dell’area aumenterà progressivamente nel corso dell’anno, collocandosi in media sopra l’1 per cento nel triennio 2025-27; l’inflazione si stabilizzerà intorno all’obiettivo del 2 per cento.
La BCE riduce ancora i tassi ufficiali
A dicembre il Consiglio direttivo della BCE ha tagliato di ulteriori 25 punti base i tassi di interesse di riferimento. Nonostante il graduale allentamento della politica monetaria si trasmetta regolarmente al costo del credito, i prestiti alle imprese e alle famiglie nell’area dell’euro rimangono modesti, in un contesto di elevata incertezza e di debolezza della domanda.
In Italia l’attività stenta a recuperare slancio
Dopo aver ristagnato in estate, la crescita in Italia è ancora debole. Alla persistente fiacchezza della manifattura si accompagna, come nel resto dell’area, il rallentamento dei servizi. Nelle costruzioni sarebbe proseguita l’espansione dell’attività, sostenuta anche dalle opere del PNRR. Secondo le nostre proiezioni, la crescita acquisirebbe vigore nel corso di quest’anno, grazie soprattutto all’accelerazione dei consumi e delle esportazioni, collocandosi intorno all’1 per cento in media nel triennio 2025-27.
Si riduce l’avanzo di conto corrente
Nel quarto trimestre del 2024, le esportazioni italiane sarebbero state frenate da una domanda in decisa flessione. In prospettiva, le politiche protezionistiche annunciate dalla nuova amministrazione statunitense si ripercuoterebbero sulle vendite all’estero delle aziende del nostro paese. Il saldo di conto corrente è lievemente calato nel terzo trimestre, pur confermandosi in avanzo. Rimangono elevati gli acquisti da parte degli investitori esteri di titoli pubblici italiani, il cui differenziale di rendimento sulla scadenza decennale rispetto ai corrispondenti titoli tedeschi è diminuito.
Prosegue la crescita dell’occupazione pur tra alcuni segnali di indebolimento del mercato del lavoro
Nonostante il numero di occupati continui ad aumentare, le ore lavorate per addetto sono in calo e si mantiene elevato il ricorso alla Cassa integrazione guadagni, soprattutto nella manifattura. La graduale flessione della partecipazione è proseguita anche in autunno, contribuendo a portare il tasso di disoccupazione a un livello eccezionalmente basso. La crescita robusta delle retribuzioni nel settore privato concorre al progressivo recupero del potere d’acquisto delle famiglie.
L’inflazione rimane sotto il 2 per cento
L’inflazione al consumo si è mantenuta ben al di sotto del 2 per cento anche negli ultimi mesi del 2024. Per l’anno in corso le imprese prefigurano rialzi contenuti dei propri listini. Secondo le nostre previsioni, l’aumento dei prezzi al consumo si collocherà all’1,5 per cento in media nel biennio 2025-26 e al 2,0 nel 2027.
Scende lievemente il costo del credito, ma la domanda di finanziamenti si mantiene contenuta
I tagli dei tassi di riferimento della BCE si stanno trasmettendo al costo della raccolta bancaria e a quello del credito. A fronte della debolezza degli investimenti, rimane tuttavia modesta la domanda di finanziamenti da parte delle imprese. Prosegue la progressiva ripresa dei mutui alle famiglie.
Il Parlamento ha approvato la legge di bilancio per il triennio 2025-27
Nelle valutazioni del Governo, la manovra di bilancio approvata a dicembre accresce il disavanzo di 0,4 punti percentuali di PIL nell’anno in corso, di 0,6 nel 2026 e di 1,1 nel 2027. Circa la metà delle maggiori risorse espansive sono impiegate per rendere strutturali le misure di rimodulazione dell’Irpef e di riduzione del cuneo fiscale. La Commissione europea ha espresso un giudizio positivo sul programma di aggiustamento dei conti pubblici delineato nel Piano strutturale di bilancio di medio termine per gli anni 2025-29.
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