Il commercio globale sta attraversando una fase di profonda trasformazione. L’instabilità geopolitica, le rivalità e le alleanze stanno riscrivendo l’economia mondiale e continueranno a farlo nei prossimi anni. La crisi economica ha indotto una rivalutazione strategica all’interno dell’industria, sottolineando la necessità di una maggiore preparazione, flessibilità e diversificazione delle rotte e delle operazioni. A peggiorare una situazione già incandescente, le politiche protezionistiche sbandierate da Trump nei confronti di Cina ed Europa potrebbero dare il via a un’escalation su larga scala globale
Per capire come evolverà la situazione nei prossimi mesi, la società di consulenza strategica Boston Consulting Group ha analizzato i possibili scenari nel report “Great Powers, Geopolitics, and the Future of Trade”. Secondo le stime di Bcg, a meno che non vengano trovate fonti o fornitori alternativi, i dazi da parte degli Stati Uniti del 60% sui beni cinesi, del 25% su quelli provenienti da Canada e Messico e del 20% su altre importazioni potrebbero aggiungere ben 640 miliardi di dollari di costi alle importazioni di beni dai dieci principali partner commerciali statunitensi, con un impatto di 102 miliardi di dollari solo per l’UE. Senza un aumento generalizzato delle tariffe, il commercio mondiale di beni continuerà a crescere a una media del 2,9% annuo per i prossimi otto anni. Tuttavia, le rotte delle merci cambieranno: il Nord America ridurrà gli scambi con la Cina, mentre quest’ultima rafforzerà i legami con il Sud del mondo, che sta consolidando il suo potere a livello globale.
L’impatto maggiore si osserverà su auto e ricambi, che influenzerebbero principalmente il commercio con Messico, Unione Europea e Giappone
«Il commercio globale sta attraversando una fase di forte trasformazione. Viviamo un contesto sempre più multipolare e in evoluzione, con l’ascesa di nuove potenze regionali e il nascere di nuove alleanze. In questo contesto, i cambiamenti attesi nella politica commerciale degli Stati Uniti potrebbero accelerare la transizione», ha dichiarato Gabriele Ferri, managing director e partner di Bcg.
«I paesi del “Sud Globale” – Africa, America Latina e Sud Est Asiatico – stanno emergendo come protagonisti del commercio globale rafforzando gli scambi tra loro. Gli Stati Uniti riducono progressivamente gli scambi con la Cina, favorendo nearshoring (Canada e Messico) e friendshoring (con l’UE). La Cina, a fronte di un calo degli scambi con l’Occidente, rafforza i legami con partner strategici come Russia, India e Africa. L’Europa, alle prese con tensioni geopolitiche e sfide legate alla sicurezza energetica sta rifocalizzando le relazioni commerciali con partner strategici (US e Giappone) e mercati emergenti (India e Africa)».
L’impatto maggiore si osserverà su auto e ricambi, che influenzerebbero principalmente il commercio con Messico, Unione Europea e Giappone. Altri settori chiave come elettronica di consumo, macchinari elettrici e moda rientrano tra i più colpiti, con un aumento stimato di 61 miliardi di dollari solo per i prodotti elettronici cinesi (con un dazio del 60%). Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno riducendo la dipendenza dalla Cina, che a sua volta consolida il ruolo di partner chiave del Sud Globale, con una crescita di 1.250 miliardi di dollari negli scambi bilaterali.
Il commercio totale dell’UE crescerà del 2% annuo fino al 2033. Sarà fondamentale diversificare le catene di approvvigionamento
Le tensioni geopolitiche e le preoccupazioni per la sicurezza dei prezzi dell’energia hanno un impatto sulle prospettive commerciali dell’Unione Europea. La riduzione del commercio con la Cina e la Russia, quest’ultimo in diminuzione di circa 106 miliardi di dollari entro il 2033, potrebbero rappresentare ulteriori sfide per diversi settori, soprattutto automotive ed energetico.
Nonostante ciò, si stima che il commercio totale dell’UE crescerà del 2% annuo fino al 2033, con un aumento di 303 miliardi di dollari negli scambi con gli Stati Uniti, trainati soprattutto dall’importazione di gas naturale liquefatto (Lng).
«Per le aziende questa evoluzione è una sfida così come un’opportunità: diversificare i mercati prioritizzando regioni ad alto potenziale del Sud Globale e adottare strategie di “smart nearshoring” oggi è cruciale per costruire supply chain resilienti, contenere i costi e migliorare la sostenibilità ambientale» Conclude Ferri.
Per affrontare questi ostacoli e mantenere la competitività, sarà infatti fondamentale per l’EU diversificare le catene di approvvigionamento, considerando le opportunità emergenti nei paesi Asean e in India – che registra una crescita commerciale prevista del 6,4% annuo fino al 2033. Il Nord Africa si afferma infatti come un partner strategico per il nearshoring delle catene di approvvigionamento e come fonte primaria di energia e minerali necessari per la transizione verde, offrendo opportunità significative anche per le imprese italiane attive in questi settori.
Senza i dazi statunitensi sui beni messicani il commercio annuale tra Stati Uniti e Messico aumenterà di 315 miliardi di dollari entro il 2033
La relazione commerciale tra Stati Uniti, Messico e Canada, rafforzata da anni di reshoring, nearshoring e friendshoring per ridurre la dipendenza dalle importazioni cinesi, sta trainando la crescita economica della regione. Se si riusciranno a evitare nuovi dazi statunitensi sui beni messicani, si stima che il commercio annuale tra Stati Uniti e Messico aumenterà di 315 miliardi di dollari entro il 2033, con un tasso di crescita annuale composto (Cagr) del 4%. Anche il commercio tra Stati Uniti e Canada crescerà, con un incremento di 147 miliardi di dollari, grazie al progressivo trasferimento delle catene di approvvigionamento all’interno del blocco nordamericano.
La Cina sta rafforzando le relazioni con altre parti del mondo e guarda al Sud Globale
Mentre il commercio con Stati Uniti e UE rallenta, la Cina sta rafforzando le relazioni con altre parti del mondo. Si prevede una contrazione del commercio bilaterale con l’Occidente di 221 miliardi di dollari entro il 2033, pari a un calo medio annuo dell’1,2%. Il commercio annuale tra Stati Uniti e Cina potrebbe ridursi di 159 miliardi di dollari, ma questo calo potrebbe essere ancora più marcato se gli Stati Uniti imponessero dazi più elevati sui beni cinesi. In tal caso, si stima una riduzione del commercio di circa un quarto, con un aumento del costo delle importazioni cinesi di oltre 200 miliardi di dollari in assenza di fonti alternative. Al contrario, il commercio della Cina con il Sud Globale è destinato a crescere di 1.250 miliardi di dollari entro il 2033, con un Cagr del 5,9%, sostenendo la strategia geopolitica cinese di ridurre la dipendenza dall’Occidente e rafforzare i legami con i principali mercati emergenti. Tuttavia, la crescita complessiva del commercio cinese sarà limitata al 2,7% annuo nel prossimo decennio, al di sotto della crescita del Pil stimata al 3,8% e del 4% annuo registrato tra il 2017 e il 2022.
I paesi del Sud Globale (Africa, America Latina e Sud Est Asiatico) stanno emergendo come protagonisti del commercio globale
Un fenomeno meno evidenziato, ma significativo nel commercio globale, è il crescente ruolo delle nazioni del Sud Globale. Questo gruppo di 133 paesi in via di sviluppo rappresenta circa il 18% del Pil mondiale, ma il 62% della popolazione globale e il 30% del commercio totale. Nei prossimi dieci anni si prevedono cambiamenti importanti nelle dinamiche commerciali del Sud Globale. Sebbene il commercio con la Cina continui a crescere in modo robusto, il ritmo rallenterà al 5,9% Cagr rispetto al 7,5% degli ultimi cinque anni, grazie alla maturazione dei processi produttivi locali. Il commercio tra le nazioni del Sud Globale aumenterà di 673 miliardi di dollari entro il 2033, con un’accelerazione del Cagr al 3,8% rispetto al 2,8% del periodo 2017-2022. Anche il commercio tra Sud e Nord crescerà, passando dal 2,3% al 3,7% Cagr, raggiungendo 1.670 miliardi di dollari all’anno entro il 2033.
Il commercio complessivo dei paesi Asean crescerà del 3,7% annuo nel prossimo decennio
La regione Asean (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico)è una delle principali beneficiarie degli spostamenti produttivi causati dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Si prevede che il commercio complessivo dei paesi Asean crescerà del 3,7% annuo nel prossimo decennio, grazie al miglioramento delle capacità produttive e al maggiore coinvolgimento nelle catene del valore industriale. Il commercio con la Cina continuerà a crescere del 5,6% annuo, raggiungendo 558 miliardi di dollari entro il 2033, mentre i rapporti con UE e Stati Uniti subiranno una moderazione.
Incentivi governativi per la manifattura, una vasta forza lavoro a basso costo e infrastrutture in rapido miglioramento: così l’India diventerà la protagonista nel Sud Globale
L’India sta emergendo come altra protagonista del commercio nel Sud Globale, rafforzando relazioni favorevoli con le principali economie mondiali. Si prevede un Cagr del 6,4% per il commercio indiano entro il 2033, raggiungendo 1.800 miliardi di dollari annuali, in linea con la crescita del Pil. I fattori chiave includono la crescente attrattività dell’India come base produttiva per le aziende che diversificano le catene di approvvigionamento concentrate in Cina, incentivi governativi per la manifattura, una vasta forza lavoro a basso costo e infrastrutture in rapido miglioramento.
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