BookClub | Stefania Auci: «Racconto figure femminili dal carisma profondo, protagoniste di un ‘matriarcato mascherato’»

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I Florio sarebbero diventati i Florio senza le donne – le madri, le figlie, le mogli – con cui hanno condiviso le loro esistenze impetuose? E, al di là delle fenomenali alleate che sono state per mariti e figli maschi, quando e come le donne di casa Florio sono riuscite a trovare una luce tutta loro, che attribuisse loro valore per quel che erano in sé, come creature singole? E chi è stata, poi, tra tutte, la più moderna, quella capace di anticipare i tempi, costruendo autodeterminazione e persino self empowerment? Delle donne straordinarie che vivono nelle pagine della saga di successo I leoni di Sicilia e del suo seguito Linverno dei leoni abbiamo parlato con l’autrice, Stefania Auci, che è stata protagonista di BookCity Milano. Perché è innegabile: questa saga che ha fatto rivivere a milioni di italiane e italiani il mito di una famiglia di imprenditori dalle straordinarie capacità anticipatrici e di visione, ha fatto anche conoscere figure femminili dal carisma profondo. Un matriarcato mascherato, lo ha definito Stefania Auci, messo in campo nell’intimità delle case e del tutto speculare al potere maschile esplicito ed esibito fuori, negli affari, nelle imprese, in politica. 

Stefania Auci

Il potere delle madri e delle mogli? Quello sulla memoria 

«Se il mondo ti ritaglia uno spazio dentro il quale ti obbliga a stare, tu quello spazio te lo prendi tutto. E se il mondo non ti riconosce potere sociale, allora ti prendi quello famigliare», commenta l’autrice, che cita il mandato femminile sulla gestione della casa e l’educazione dei figli maschi. «Penso al peso cruciale esercitato da Giuseppina nel forgiare la personalità tenace del figlio Vincenzo, nel costruirne l’ambizione, l’audacia, la grande forza di volontà. Giuseppina trova nel plasmare la psiche del figlio anche una forte ragione di autovalorizzazione. Non dimentichiamo, poi, sempre a proposito del matriarcato, che sono le donne a determinare i matrimoni dei figli, a decidere chi fare sposare e come, anche se il potere realmente decisivo che esercitano trovo sia  quello sulla memoria. Le donne tramandano e costruiscono la memoria della famiglia e, con ciò, influenzano  i valori del presente: si capisce, dunque, quanto esteso e determinante possa essere il potere femminile giocato dentro le case». 

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Stefania Auci e Paola Centomo

La ribellione per contare individualmente 

Se Giulia Portalupi è la donna più moderna – contro il volere della sua famiglia sceglie di vivere accanto a Vincenzo Florio, che la sposerà solo all’arrivo dell’attesissimo figlio maschio, dopo due femmine -, le altre riusciranno, comunque, a compiere un percorso di maturazione, a generare una forma di emancipazione poggiata su un nuovo senso di sé e sulla consapevolezza del proprio valore. «Accade quando nella vita di queste donne si verifica una frattura, quando sopraggiunge un dolore, magari un lutto», racconta Stefania Auci. «Per esempio, quando si scoprono dentro una coppia disfunzionale, capiscono che l’unico modo per proteggersi, se non per salvarsi, è scegliere di condurre da sole una parte della propria vita. È quanto fa Franca, moglie di Ignazio, il quale la tradisce in modo seriale, sotto lo sguardo di tutti. Franca reagisce alle umiliazioni compiendo una scelta di ribellione: resta dentro il matrimonio ma, assecondando una personalità aperta e orientata alle relazioni, prende a condurre una vita da socialite, vivacissima, spumeggiante. Feste, viaggi, legami con personaggi di punta del jet set internazionale. Se sono sempre stati i Florio maschi a prendersi tutta la luce, qui è lei a farlo: esce dalla cornice di moglie e madre che le è stata assegnata dalla società patriarcale, cerca di essere se stessa e va a prendersi, lei, la luce».  

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I diritti non sono mai conquistati per sempre 

Stefania Auci connette le dimensioni delle conquiste femminili del passato con quelle di oggi, riscontrando un arretramento. «Abbiamo dato per scontato che le conquiste compiute dalle donne fossero per sempre. Oggi sappiamo, purtroppo, che i diritti non sono mai acquisiti una volta per tutte». La maternità, che per molte donne diventa alternativa al lavoro soprattutto a causa di un welfare pubblico insufficiente che le costringe ancora a sobbarcarsi la gran parte del lavoro di cura famigliare, è la ferita più dolorosa. Ma Stefania Auci – oltre che scrittrice, è insegnante di sostegno in una scuola professionale di Palermo – trova anche nelle giovani generazioni uno scarto dolente: «Avverto una diffusa mancanza di rispetto verso il femminile, le donne, le ragazze, a partire dal linguaggio messo in campo, che è privo di rispetto», commenta. «Gli uomini, in genere, ci dicono: avete avuto tanto, e adesso cosa volete ancora? Il punto è proprio cosa abbiamo avuto».  





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