“Curare a casa”, abbattere il muro dell’isolamento economico e relazionale per invecchiare bene a Legnano

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Abbattere il muro dell’isolamento economico e relazionale per migliorare la qualità della vita degli anziani e fragili di Legnano. Ciò non vuol dire solo attivare i servizi di cura territoriale, ma creare un vero sistema all’interno della comunità capace di non lasciare sola una persona che magari è malata e non più del tutto autonoma. Questo e tanti altri gli argomenti trattati durante il convegno “Curare a casa”, organizzato dalla Fondazione Sant’Erasmo nello spazio incontro di via Girardi a Legnano. Una tavola rotonda tenutasi la mattina di venerdì 17 gennaio alla quale hanno partecipato cittadini e addetti ai lavori. Un momento di confronto tra esperti per parlare anche della gestione dei servizi socio-sanitari domiciliari e di come la città debba arricchirsi anche di spazi di aggregazione. La mattina di lavori è stata aperta dal sindaco Lorenzo Radice, il quale ha sottolineato l’importanza di una strategia integrata capace di coinvolgere attivamente il terzo settore per affrontare le sfide demografiche emergenti, tra cui l’invecchiamento della popolazione e la diminuzione delle nascite. «Dobbiamo mettere in atto tutte le strategie utili per far sì che la comunità riesca a prevenire l’isolamento degli anziani. Realizzare più luoghi di aggregazione dove le persone possono interagire e trovare supporto. Un esempio da seguire è “Il terzo Tempo” attivato di recente con il rinnovo dell’ex Accorsi di Legnano dove ci troviamo oggi. Questo dimostra l’importanza di spazi dedicati alla socializzazione per combattere la solitudine relazionale». Proprio in questo contesto Livio Frigoli, direttore della Fondazione Sant’Erasmo ha portato come esempio da seguire il progetto “Cura condivisa”, finanziato dalla Regione Lombardia e di cui la Fondazione Rsa Sant’Erasmo è capofila. Per Frigoli questa esperienza, tutt’oggi in corso, è così positiva e costruttiva da dover essere «estesa in maniera più ampia su tutto il territorio. in 18 mesi abbiamo realizzato numerose attività a partire dalle 230 ore di compagnia telefonica offerte anche con il supporto Auser Ticino Olona. Abbiamo realizzato una dozzina di eventi, oltre che impegnato un centinaio dore per il trasporto di accompagnamento. Ma sono tanti altri i servizi attivati nell’ottica dell’invecchiamento attivo. Ciò ci ha permesso di consolidare la rete di relazioni e integrare diverse realtà. Con questo progetto pilota abbiamo iniziato a creare una rete di supporto per gli anziani promuovendo l’integrazione socio-sanitaria».

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Conferenza “Curare a Casa” il ruolo del terzo settore a Legnano 4 di 15

IL CONVEGNO
Ad intervenire parlando del ruolo dell’Asst Ovest Milanese tutt’oggi impegnata nel realizzare tutti servizi socio sanitari territoriali previsti dalla riforma che già stanno prendendo forma nell’ex Ospedale di Legnano è stato Giovanni Guizzetti, il direttore Socio Sanitario dell’ASST Ovest Milanese. In questo contesto è quindi emersa l’importanza del ruolo sanitario e di tutte quelle figure attive sul territorio, dai medici di Medicina Generale agli infermieri, che possono anche portare cure a domicilio. «L’obiettivo – afferma Guzzetti – è rafforzare i servizi territoriali per rispondere in modo efficace ed efficiente alle esigenze espresse dai cittadini». In generale è emersa la necessità di implementare strategie più efficaci per migliorare la qualità di vita delle persone fragili e anziane non solo con la semplice cura domiciliare. Non a caso Anna Pavan, vice sindaco di Legnano e assessore al Benessere e Sicurezza Sociale, nel suo intervento incentrato sull’aumento significativo del numero di anziani e la drastica diminuzione delle nascite, ha parlato anche dell’importanza di realizzare attività di intrattenimento anche per persone meno indipendenti. «In futuro saranno sempre di più le persone sole e anziane con redditi bassi, dobbiamo trovare soluzioni sostenibili». Restando sul tema Alessandra Colombo, direttrice del distretto socio-sanitario locale, ha sottolineato la necessità di una maggiore accessibilità ai servizi esistenti: «Il vero ostacolo per molti cittadini è la difficoltà di accedere ai servizi di cui hanno bisogno. Dobbiamo lavorare per rendere questi servizi più visibili e facilmente accessibili». La condivisione, anche per Alberto Fedeli, presidente della Fondazione Sant’Erasmo e moderatore della tavola rotonda, è la soluzione vincente: «Solo attraverso un impegno collaborativo tra enti pubblici, il terzo settore e le comunità locali possiamo sperare di costruire un sistema di assistenza che sia realmente inclusivo».





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