I girasoli erano un fiore qualsiasi finché non li vide con occhi diversi un signore che si chiamava Vincent Van Gogh. Anche la Puglia è diventata Puglia da quando si è cominciato a guardarla e raccontarla con occhi diversi. Allora è diventata la regione nella quale tutti vogliono venire a girare film e fiction. Allora è diventata la regione nella quale hanno voluto venire a incontrarsi i potenti del mondo. Allora è diventata la regione nella quale tutti vogliono venire a sposarsi. Allora è diventata la regione nella quale tutti vogliono venire per il «buen retiro» della loro vita. Allora è diventata la regione desiderata da tutti i turisti. Allora è diventata la regione che tutti considerano attrattiva. Allora è diventata la regione con quattro aeroporti perché da tutto il mondo possano raggiungerla. Allora è diventata la regione in cui conviene investire. Allora è diventata la regione che tutti considerano un altro Sud anche se fermamente Sud deve rimanere.
Non avviene ogni giorno che un industriale (oltre che presidente di Confindustria) e un giornalista scrivano un articolo insieme. Lo fanno perché da questa regione continua la fuga dei giovani. E perché questa fuga, insieme ai figli che non si fanno, possono creare un deserto proprio quando altri in questa regione vogliono solo venirci. Una fuga che avviene proprio quando a Bari sbarcano decine di multinazionali informatiche anche a caccia degli studenti del Politecnico mentre altri vanno a studiare fuori perché «così fan tutti». Così Bari è la quinta città tecnologica d’Italia in una regione che ha cinque università ma in cui però capita di ascoltare iscritti definirsi «sfigati» per essere rimasti qui. Una delle regioni italiane più cablate, cioè più collegate con le nuove strade contemporanee tanto che da un computer o da un cellulare si può lavorare col resto del mondo senza necessità di andarsene. E in un momento in cui col lavoro a distanza non serve partire perché è indifferente dove stai.
I giovani devono avere «piedi leggeri», devono andare a conoscere. La speranza è che abbiano anche «ali tornanti» per arricchire la loro terra di ciò che hanno imparato fuori. Come ha fatto un giorno l’industriale che ora scrive. Come avviene col piccolo silenzioso controesodo di cui non molto si coglie ma che da qualche tempo avviene. Quel controesodo che chi scende dal Nord lungo l’Adriatica mette il mare a sinistra. Ma nello stesso tempo altri vanno con un flusso che non ha solo giuste ragioni. Non c’è al Sud tutto il lavoro che si vorrebbe perché non ci sono al Sud tutti i servizi e tutte le strade e tutti i treni che da sempre lo Stato iniquo fa mancare al contrario del resto del Paese. Ma il Sud e la Puglia hanno tanti esempi di giovani che ce l’hanno fatta perché hanno provato a farcela prima di dire di non farcela. A Bari non si costruirebbe la richiestissima e desideratissima stampante 3D più precisa ed ecologica del mondo se il giovane che l’ha creata se ne fosse andato. Se avesse avuto il fatalismo del «non si può» che spesso è l’alibi della mediocrità e della sfiducia.
Ci sono in Puglia una serie di incentivi economici della Regione. Hanno regole chiare, certe e uguali per tutti. Ci sono «incubatori» che lavorano per sostenere e accompagnare le idee di impresa. E con le nuove tecnologie, su quel cellulare da non usare solo per TikTok, si sono già sviluppate tante startup, piccole grandi entusiasmanti iniziative come potrebbe fare oggi qualsiasi giovane nato con i tastini incorporati invece delle dita. Insomma l’avvenire di successo è a portata di chi almeno ci voglia provare. Provare, perlomeno, prima di cedere allo sconfittismo e salire su un treno.
Ma anche le aziende dovrebbero fare la loro parte per far rimanere diplomati e laureati in Puglia. Li si paghi meglio. Si punti su di loro invece che su un precariato che alla lunga non conviene neanche a chi ritiene che gli convenga. Il famoso capitale umano è appunto un capitale da curare come si fa con qualsiasi capitale. Come del resto già fanno quelle che più richiamano perché più rispettano i loro lavoratori e più li proteggono in sicurezza soprattutto nel proprio interesse, come cosa loro. Non filantropia, ma ricadute positive sui bilanci. Anche questa è quella qualità della vita che non si rivela solo in cifre ma in benessere e stile di vita del Sud che ha più tentativi di imitazione al mondo della «Settimana Enigmistica».
Lo capisca anche la Politica, proprio ora che ci sono fondi a disposizione senza precedenti. E ora che da qualche anno il Sud cresce più del Centro Nord a dimostrazione che se sul Sud si investe, il Sud fa crescere tutta l’Italia. Perché in Italia c’è bisogno di più Sud, non di meno Sud. Per parlare ai nostri giovani scoraggiati con le parole dei fatti e del coraggio, occorre una mobilitazione generale. Quella che settimane fa ha invocato il direttore di questo giornale. Una «chiamata alle armi» contro l’emorragia perché il futuro della Puglia non è più quello di una volta. Perché è quello di stavolta: migliore.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link