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Quintali di droga, valige piene di soldi veri e di soldi falsi, diamanti e orologi preziosi, società fasulle e fatture false per milioni di euro. A gestire il tutto, svelato dalla operazione “Limiti” di Guardia di Finanza e Polizia di Stato, l’ennesima associazione a delinquere guidata da italiani e albanesi, con centro direzionale a Reggio Emilia, magazzini di stoccaggio a Modena e diramazioni in Veneto, Lombardia, Toscana, nel Lazio e in Calabria.
Alle indagini iniziate nel 2020 hanno collaborato anche forze di polizia giudiziaria di Francia, Belgio e Olanda, grazie alle quali è stato possibile raccogliere gli infiniti messaggi scambiati sulla piattaforma criptata SkyEcc utilizzata dai narcotrafficanti. La società che l’ha messa sul mercato, la canadese Sky Global 3, era finita sotto indagine nei Paesi Bassi per aver costruito una rete globale di fornitori e rivenditori che commerciavano telefonini criptati e preconfigurati, con abbonamenti acquistabili in modo riservato e non rintracciabile, nei quali i messaggi protetti si autodistruggevano rendendo assai difficile l’intercettazione. Nel 2019 la Procura della Repubblica di Lille, in Francia, ha imputato alla Sky Global il reato di partecipazione ad associazione per delinquere e nel successivo aprile 2022, dopo arresti e perquisizioni, la vicenda giudiziaria si è conclusa con la Cour de Cassation di Parigi che ha respinto il ricorso della società. Senza quelle intercettazioni sarebbe stato più difficile ricostruire le azioni dell’organizzazione internazionale che parla emiliano e i cui membri appartengono a una nuova generazione criminale, con età mediamente tra i 20 e i 40 anni. Capaci di gestire la droga, dice l’ordinanza del GIP Domenico Truppa, come una vera e propria attività di impresa, con modalità assolutamente manageriali caratterizzate da continua progettualità, agile adattamento alle situazioni contingenti e ricerca del massimo profitto.
Per 15 dei 26 indagati nel procedimento aperto dalla DDA di Bologna (Pubblico Ministero Roberto Ceroni) il Giudice ha disposto la misura cautelare degli arresti: 12 in carcere e 3 ai domiciliari. Le perquisizioni finali sono scattate all’alba di martedì 14 gennaio, hanno spiegato il comandante della Guardia di Finanza e il Questore di Reggio Emilia, colonnello Ivan Bixio e dott. Giuseppe Maggese. Sono stati impiegati 110 agenti e militari in nove province: da Ravenna a Piacenza in Emilia-Romagna ma anche a Roma, Lucca, Venezia e Brescia. Recuperati soldi contanti, orologi di lusso, diamanti e una partita di banconote false proveniente dalla Spagna per 75mila euro.
L’organizzazione criminale aveva solidi legami con la ‘ndrangheta calabrese e con soggetti ben inseriti nei circuiti criminali di Roma e del Lazio. Gestiva e commerciava in tutta Europa partite di hashish, marijuana e cocaina provenienti da Colombia, Ecuador, Albania e Kosovo, con le traversate atlantiche delle navi che terminavano spesso nel porto di Rotterdam mentre i pacchi aerei arrivavano direttamente in territorio italiano. Ammonta a circa 8 milioni di euro il valore complessivo della droga intercettata.
Tutto inizia nel 2020 quando all’aeroporto “El Dorado” di Bogotà, in Colombia, viene sequestrato un pacco postale DHL destinato a un signore residente a Bibbiano (RE), che contiene 6,5 chili di cocaina. Le successive indagini e le intercettazioni portano alla luce una complessa organizzazione guidata dall’albanese residente a Reggio Emilia Sula Bashkim, che scappa in Friuli dopo l’arresto in stazione del socio Daniel Palladino, reggiano di nascita, mentre è in partenza per Roma con 4 chili di hashish destinati a clienti della capitale. Altri personaggi di spicco sono il cugino di Sula, Lumi Sokol, il calabrese Salvatore Gaetano, il modenese Cesare Catellani. Poi Domenico Bolognino e Antonino Modafferi, entrambi residenti in provincia di Reggio Emilia, collegati alle famiglie storiche della ‘ndrangheta originaria di Crotone (il primo) e di Reggio Calabria (il secondo). Domenico Bolognino è figlio di Sergio e nipote di Michele, condannati con pene pesanti nel processo Aemilia come esponenti di spicco della cosca Sarcone/Grande Aracri. Contestualmente a questi arresti sono state deferite alla Procura di Reggio Emilia 10 persone, stabilmente radicate nel reggiano, che usavano sette società cartiere, formalmente operanti nel settore edile, per emettere false fatture relative a operazioni inesistenti: attività che va per la maggiore in Pianura Padana. In questo caso il valore delle operazioni inventate supera i cinque milioni di euro con un profitto generato dal nulla (ai danni delle entrate tributarie) di oltre mezzo milione. La base veneziana dell’organizzazione era guidata dall’albanese Pepa Armand, quella calabrese, utilizzata in particolare per l’approvvigionamento di cocaina, dal crotonese Salvatore Gaetano. In Emilia-Romagna stava il centro di comando, la sede “direzionale e operativa”, situata nel comune di Bibbiano, altrimenti noto come culla del parmigiano-reggiano. Base logistica per nascondere la droga, a Sassuolo in provincia di Modena, era il capannone di una società il cui amministratore delegato, imprenditore commerciante di autoveicoli, nel gennaio 2021 decide precauzionalmente di spostare la merce a Polinago, sempre nel modenese, nella casa in montagna della famiglia. Lo fa dopo l’arresto di un socio ma dieci giorni dopo le forze dell’ordine scoprono anche questo secondo deposito e sequestrano gli ultimi 159 chili di marijuana rimasti. Sempre lì a Polinago, nell’estate successiva, l’imprenditore deciderà di togliersi la vita.
Gi imputati dell’indagine Limiti operavano in contemporanea con i commercianti/spacciatori portati a processo al termine dell’operazione Aspromonte Emiliano. Erano stati capaci di movimentare, gestire e distribuire, in meno di due anni, più di una tonnellata di cocaina, oltre quattro quintali di hashish e un quintale di marijuana, per un valore approssimativo di 100 milioni di euro. Con i fiumi di droga e denaro che passavano inevitabilmente dalla provincia di Reggio Emilia, dove le associazioni a delinquere e il narcotraffico sembrano non avere “limiti”.
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