Liguria. Un inizio di 2025 da incubo per la circolazione ferroviaria italiana, con disagi che hanno colpito anche la nostra regione e, in particolare, la tratta savonese. Le cronache delle ultime settimane sono state dominate da un’escalation di disservizi ferroviari che hanno messo a dura prova la pazienza dei pendolari.
Se il buongiorno si vede dal mattino…
Per quanto riguarda i treni, il mese di gennaio era partito subito con due notizie negative. Prima di tutto l’aumento dei biglietti e degli abbonamenti regionali (+,2,5%) in Liguria. Un aumento indubbiamente inferiore rispetto agli anni precedenti (nel 2024 aveva toccato il +4,5%), ma arrivato in una fase davvero critica per il trasporto su rotaia, interessato da ripetuti ritardi, guasti e lavori programmati di ammodernamento della rete.
Ma non è tutto. Gennaio è stato anche il mese del primo sciopero del settore, che aveva interessato i lavoratori aderenti ai Cub trasporti presso gli impianti di manutenzione delle infrastrutture Rfi.
Gennaio “horror”
Il mese di gennaio ha appena superato il giro di boa, ma nei primi 17 giorni del 2025 si sono già verificati diversi disagi ferroviari. Dal 2 al 7 gennaio, la Liguria è stata temporaneamente divisa in due a causa dell’interruzione totale della circolazione tra le stazioni di Genova Sestri Ponente e Cogoleto, resa necessaria dai lavori sul nodo ferroviario.
Un nuovo blocco della stessa tratta ha interessato anche il fine settimana dell’11 e 12 gennaio.
L’11 gennaio un guasto tecnico ha coinvolto il nodo Milano-Genova: un problema alla linea elettrica dei binari di Milano Centrale ha provocato ritardi e cancellazioni a catena.
Le lamentele dei viaggiatori ovviamente non sono mancate. Emblematiche le parole di un pendolare savonese, che in una lettera al nostro giornale ha scritto: “All’inizio del nuovo anno, nei giorni feriali, il 50% dei viaggi è stato segnato da problemi, sia all’andata che al ritorno. In pratica, i lavoratori e gli studenti arrivano in stazione al mattino e nella metà dei casi non riescono a raggiungere la destinazione all’orario previsto”.
Uno sfogo nato dopo un altro episodio, avvenuto il 15 gennaio scorso, quando un doppio guasto tra Albenga e Loano e tra Recco e Genova aveva causato importanti disservizi. Quel giorno, tutti i treni diretti a Genova dall’estremo ponente avevano subito ritardi superiori ai 40 minuti.
E veniamo a oggi, venerdì 17 gennaio, quando si è verificato un nuovo problema che ha coinvolto la tratta savonese. Questa volta, a fare i conti con un guasto è stato il treno 3357, diretto verso Genova. Il convoglio ha subito un problema tecnico irreparabile mentre si trovava nella stazione di Laigueglia, costringendo il treno a fermarsi e a terminare la corsa a Savona, con conseguenti disagi e ritardi sino a 40minuti per alcune corse.
Il ruolo della politica
La nuova amministrazione regionale guidata dal presidente Marco Bucci si è messa subito al lavoro per cercare di contenere gli effetti dei continui disservizi. L’assessore regionale ai Trasporti Marco Scajola, rispondendo alle interrogazioni presentate in consiglio regionale da PD e Alleanza Verdi Sinistra su alcuni episodi, ha fatto sapere di aver chiesto ufficialmente a Trenitalia e Rfi una task force “per evitare un problema infrastrutturale si rifletta pesantemente sui cittadini”. La Regione ha anche predisposto il blocco degli aumenti dei biglietti e degli abbonamenti dei treni previsto dal contratto di servizio con Trenitalia.
Nei giorni scorsi, in risposta ai disagi subiti dai pendolari liguri nelle ultime settimane,i deputati del Partito Democratico Valentina Ghio, Alberto Pandolfo e Luca Pastorino hanno presentato una interrogazione in Parlamento “per fare uscire la Liguria dall’isolamento”.
Un problema nazionale
I problemi legati alla circolazione ferroviaria non riguardano solo la Liguria, ma tutta l’Italia. Il 15 gennaio scorso, come accaduto anche martedì precedente, i pendolari hanno dovuto fare i conti con un nuovo guasto tecnico che ha causato un rallentamento di un’ora e mezza sulla linea ad Alta Velocità Roma-Firenze, nei pressi di Arezzo, con ritardi superiori ai 60 minuti, in contemporanea con un altro disguido simile sulla linea convenzionale nella stessa zona, risolto solo nel pomeriggio. Guasti che si sono ripetuti anche nel nodo di Verona, sulla Bari-Pescara e su varie linee tra Roma e Napoli, con disservizi che sono proseguiti per tutta la giornata.
Di fronte a questa serie di disagi, le Ferrovie dello Stato hanno presentato un esposto alla Digos, sollevando dubbi e sospetti sulla frequenza e sull’orario dei guasti. L’iniziativa ha suscitato diverse polemiche, con la Lega che ha applaudito, mentre il centro-sinistra ha criticato l’azione come uno “sciacallaggio”. Anche il Ministero dei Trasporti ha definito l’esposto “preoccupante”.
E poi c’è l’ormai famigerato caso del caos ferroviario del 2 ottobre 2024, che aveva paralizzato il traffico su tutta la rete e la cui verità è emersa solo in questi giorni grazie alle indagini interne di Ferrovie dello Stato. Inizialmente si era dato la colpa a un operaio di una ditta esterna, che avrebbe piantato un chiodo che avrebbe causato il guasto alla linea elettrica della stazione di Roma Termini. Tuttavia, la storia non era così semplice. La mancanza di intervento immediato da parte dei tecnici aveva sollevato molti dubbi, che oggi hanno trovato una risposta a dir poco incredibile: le SIM delle centraline di allarme erano scadute e non avevano inviato gli avvisi necessari.
Alla fine di gennaio mancano ancora due settimane, ma oltre a quello per viaggiare, sembra che i pendolari liguri debbano pensare a un altro abbonamento: quello per la pazienza.
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