La mostra su Graziano Salerno alla Fondazione di Sardegna a Cagliari

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Le opere di Graziano Salerno sono racconti per immagini, narrazione poetica e onirica dalla forte carica visionaria ed evocatrice. Senza poesia in nessun caso รจ una grande mostra, visitabile fino al 31 marzo, dedicata allโ€™artista outsider, curata da Cristiana Collu, nellโ€™ambito di AR/S Arte Condivisa; piattaforma della Fondazione di Sardegna che promuove il patrimonio artistico sardo. Esposizione accompagnata da un catalogo Treccani a firma della curatrice e i contributi di Saretto Cincinelli, Alessandro Del Puppo, Antonello Tolve, Jonathan Watkins, Annarosa Buttarelli, Ilaria Bussoni e Giacomo Spissu.ย 

Graziano Salerno. Photo Lina Pallotta

La vita di Graziano Salernoย 

Sono poche le notizie sulla vita di Graziano Salerno: nasce a Nuoro, il 9 novembre del 1954. Fino al 1957 vive ad Orgosolo, dove conosce Francesco del Casino, in occasione della rivolta di Pratobello, nel 1969. Inizia il suo percorso guidato da don Martino Pinese allโ€™Istituto Statale dโ€™Arte di Nuoro, per poi trasferirsi a Roma dove frequenta la Facoltร  di Architettura e, successivamente a Bologna, dove si laurea allโ€™Accademia di Belle Arti con Concetto Pozzati e una tesi su Giorgio de Chirico. Inizia poi a viaggiare tra Londra, Berlino e Parigi dove vive dal 2007 al 2010. โ€œG. lโ€™antieroe per eccellenza che continua ad amare lโ€™avventura e la libertร , a rischiare e a vivere con intensitร , senza rimpianti ma non senza tormenti. Uno spirito libero che rifiuta le convenzioni sociali e si nutre di incontri casuali e di solitudine, esposto alle intemperie della vita nella sua dimensione panica, naturale e primordialeโ€, scrive Cristiana Collu.ย 

Graziano Salerno, Senza poesia in nessun caso, installation view alla Fondazione di Sardegna, Cagliari, 2025
Graziano Salerno, Senza poesia in nessun caso, installation view alla Fondazione di Sardegna, Cagliari, 2025

Graziano Salerno e la sua personale poeticaย 

Salerno elabora una personale versione del Museo in Valigia di Duchamp, operazione che equivale alla negazione della pittura; una rinuncia allโ€™arte tradizionale a favore di unโ€™opera in continua evoluzione. Un work in progress che esplora le potenzialitร  del personale universo introspettivo. โ€œLโ€™ho chiamato Museo-e per ribadire, con quella congiunzione alla quale non segue nessuna parola, che non รจ solo un museo, ma unโ€™opera aperta nel senso piรน vero del termine, suscettibile di variazioni e di contributiโ€.
Rigorosamente monocroma, tono su tono con qualche eccezione, quella di Salerno รจ una pittura veloce, gestuale, occulta, parzialmente intraducibile. In precario equilibrio tra aniconismo e figurazione. Dal tratto ossessivo, reiterato, insistito, per dare vita a simboli fallici, a forme romboidali che sormontano tronchi dโ€™albero spezzati e colonne. Dirigibili, eliche e imbuti. Visi che diventano case, case che diventano volti. Ibridi muniti di piรน membri, creature orrifiche, bestiali e inquietanti. Presenze antropomorfe sospese. Esseri galleggianti in uno spazio indefinito. Macchie che evolvono in figure trasfigurate, restituite attraverso una sorta di scrittura automatica tipica del surrealismo che collega realtร  controverse. Sรฌ, perchรฉ il linguaggio di Salerno, fatto di pittura, disegno, fotografia, poesia e racconto, รจ un automatismo affrancato dalla ragione e dalle convenzioni. ร‰ pittura infantile, Art Brut, Primitivismo che attinge a piene mani a Klee, Mirรฒ e Salvatore Fancello.ย 

Graziano Salerno, Senza poesia in nessun caso, installation view alla Fondazione di Sardegna, Cagliari, 2025
Graziano Salerno, Senza poesia in nessun caso, installation view alla Fondazione di Sardegna, Cagliari, 2025

La mostra alla Fondazione di Sardegnaย 

โ€œPotete vivere tre giorni senza pane, ma senza poesia in nessun caso; e quelli di voi che affermano il contrario sโ€™ingannanoโ€. ร‰ ricavato da un aforisma di Baudelaire pubblicato sul breve saggio Il Salone del 1846, il titolo della mostra in corso alla Fondazione di Sardegna, che, grazie al prestito di un collezionista privato, con una selezione di 200 opere, offre un focus sulla produzione realizzata nella seconda metร  degli anni Ottanta. Unย  percorso che si snoda tra acquerelli, disegni e comprende una serie di opere tratte dal libro Storia del cortile infinito o fiaba della bambina e di Gesรน, introdotto da un testo dello stesso Salerno che recita: โ€œร‰ una storia visiva. Le immagini mi apparvero nellโ€™aria densa calda e umida di un cortile o nel lago vicino a una foresta, ogni cosa prendeva vita dal danzare del pennello nellโ€™aria. Lโ€™albero spezzato, il nido, gli uccelli erano per me allora il fulcro del dramma, quello universale vissuto dalla nostra condizione umanaโ€.ย 
Quasi mai datate, le sue opere sono prive di titoli, talvolta accompagnate da didascalie che disorientano creando un cortocircuito. A chiudere lโ€™articolato e ben strutturato percorso espositivo, una selezione di tredici di Archetipi in nero di china, alfabeto zen che esplora i meandri piรน profondi dellโ€™inconscio, e tre opere pittoriche di proprietร  della Fondazione di Sardegna, tratte dalla serie Fanciulli (1991). Filiformi e delicate silhouette che tanto lโ€™accostano ai ribelli Fauves, quanto lo distinguono dalla precedente produzione, poichรฉ โ€œLibero รจ il cuore del poeta, egli non ha desideriโ€.ย 

Roberta Vanaliย 

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