Rimossa catena da bici su una linea ferroviaria secondaria in Veneto. Il Mit rilancia l’ipotesi sabotaggio: “Estrema preoccupazione”

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Dopo l’esposto sui presunti sabotaggi sulle linee ferroviarie, arriva una prima segnalazione dal Veneto che fa dire a Ferrovie che avrebbe potuto provocare “danni significativi” e al ministero dei Trasporti che la “denuncia è estremamente preoccupante“. Le indagini sono in corso da giovedì quando un catenaccio rivestito in gomma per la chiusura delle biciclette è stato appeso da ignoti alla linea elettrica ferroviaria nella stazione di Montagnana (Padova). A notarlo, l’altro ieri, sono stati gli addetti delle Ferrovie, che lo hanno rimosso dopo un paio d’ore e fatto un esposto alla Polizia ferroviaria di Legnago (Padova). Sull’episodio indaga la Digos della Questura di Padova, coordinata dalla Procura del capoluogo euganeo. Le indagini sono in corso quindi, ma certo è che quella di Montagnana è una piccola stazione ferroviaria, situata su una linea secondaria che collega con treni regionali la località termale di Monselice (Padova) lungo la Bassa padovana e veronese, fino a Mantova. È dotata complessivamente di due binari a servizio dei treni viaggiatori e non risulta avere – come riporta il sito di Rfi – servizio di assistenza a persone con disabilità o mobilità ridotta.

La Lega evoca il sabotaggio a fini politici – Eppure il ritrovamento della catena, durante una ispezione ordinaria, ha scatenato la dura reazione compatta della Lega che evoca il sabotaggio per fini politici. “Se venisse confermato che la catena è stata messa lì per sabotare il transito dei treni sarebbe gravissimo. Chi c’è dietro questi atti? Cosa dice oggi la sinistra? Questi gesti folli rischiano di mettere a rischio la vita di centinaia di persone” affermano i capigruppo di Camera e Senato della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. “Se c’è qualcuno che gioca sporco sulla pelle di lavoratori e pendolari solo per mettere in difficoltà il ministro Salvini dovrà rispondere delle proprie azioni. Vogliamo che la verità esca in maniera limpida e cristallina e che si vada fino in fondo con autori e mandanti di questa vergogna”, concludono i leghisti.

Il ritrovamento – Il catenaccio si trovava all’altezza del fabbricato viaggiatori della stazione. La linea aerea non è risultata danneggiata e non c’è stata alcuna ripercussione sulla circolazione ferroviaria. Se non fosse stato notato e rimosso, comunque, l’oggetto avrebbe potuto danneggiare il pantografo dei treni in transito e la stessa linea aerea di alimentazione, con possibili conseguenze sulla circolazione ferroviaria. Approfondimenti e accertamenti sono in corso da parte della Digos, attivata dopo la segnalazione dell’esposto in Procura.

Le reazioni – FS Italiane, contattata da LaPresse, ritiene che “in caso di transito di un treno, avrebbe potuto causare danni significativi al pantografo e alla linea elettrica, determinando l’interruzione della circolazione ferroviaria e inevitabili disagi per i passeggeri. Grazie all’intervento tempestivo dei tecnici di Ferrovie, l’oggetto è stato prontamente rimosso e segnalato alle autorità competenti”. Rfi, che all’interno del Gruppo Fs gestisce la rete ferroviaria italiana, “effettua controlli periodici su tutti i tratti di rete con cadenza trimestrale, ispezionando regolarmente circa 17mila km di infrastruttura ferroviaria” e “durante una regolare attività di ispezione su questo tratto, i tecnici di Rfi hanno rilevato l’anomalia”.

“La denuncia formalizzata da Fs dopo la segnalazione, in Veneto, di un oggetto che avrebbe potuto causare danni significativi al pantografo e alla linea elettrica dei treni è estremamente preoccupante. L’ipotesi di attentato ai trasporti è un fatto che non può e non deve essere sottovalutato: siamo di fronte a un ulteriore elemento dopo l’esposto di pochi giorni fa. L’auspicio è che sia fatta chiarezza in tempi rapidissimi. Il vicepremier e ministro Matteo Salvini segue la vicenda con la massima attenzione” si legge in una nota del Mit.

I leghisti –A seguire sono arrivati i commenti dei compagni di partito del ministro Salvini. “La notizia di una denuncia per un possibile attentato alla sicurezza dei treni in Veneto, con un tentato sabotaggio a un cavo sulla fune elettrica aerea della linea ferroviaria nel padovano, se accertata, sarebbe molto grave e i dubbi palesati nei giorni scorsi dal gruppo Fs troverebbero riscontro. Auspico che si faccia chiarezza il prima possibile” afferma in una nota la senatrice Mara Bizzotto (Lega). Per il deputato Alberto Stefani “la denuncia di un presunto sabotaggio su una linea treni elettrica del padovano è un fatto a dir poco grave. Se la notizia dovesse essere accertata, confermerebbe i sospetti del gruppo FS e aprirebbe uno scenario inquietante, in cui vengono commessi consapevolmente degli atti criminali per bloccare il Paese. Venga fatta chiarezza il prima possibile”.

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“Chiediamo sia fatta chiarezza il prima possibile sul sabotaggio di una linea ferroviaria in Veneto. La conferma di questa notizia uscita nelle scorse ore è grave, un attacco ai cittadini, alle istituzioni e a chi tutti i giorni lavora per far progredire il Paese. Non accettiamo – scrive in una la deputata della Lega Elena Maccanti, capogruppo in Commissione Trasporti alla Camera. gibche pochi delinquenti paralizzino una rete utilizzata quotidianamente da studenti e lavoratori. Auspichiamo che chi ha commesso questo atto criminale venga identificato al più presto”. Anche il senatore Nino Germanà, segretario in commissione Trasporti a Palazzo Madama, commenta e rilancia l’ipotesi sabotaggio: “Pochi giorni fa, i dubbi e i sospetti di Fs sui danni causati volontariamente alla rete ferroviaria sono stati depositati ufficialmente alle autorità competenti. Oggi, una denuncia per tentato sabotaggio ai treni in Veneto che è stata appena confermata. Tutto questo è gravissimo e pericoloso: non si mette a rischio la vita delle persone per pura battaglia politica“.

I guasti e i presunti sabotaggi – Sono cinque i guasti analizzati dal FattoQuotidiano che, al momento, dimostrano che non c’è stato alcun dolo. Il pantografo di Milano 11 gennaio 2025: i primi accertamenti della Polfer hanno escluso azioni dolose. C’è poi stato il caso di Roma-Napoli 13 gennaio 2025 (con ritardi fino a 100 minuti), sulla linea Av si guasta un deviatoio. Rottura della rotaia per il guasto a Valdarno Sud-Arezzo Nord del 14 gennaio 2025, il 14 gennaio a Roma Termini la corrente salta. Al Fatto risulta che la cabina non presentava alcun segno di effrazione. C’è poi il nodo di Roma 15 gennaio 2025: questa volta del deposito Mav, dove si tiene la manutenzione dei treni Alta Velocità. In questo caso – come ricostruisce ilFattoQuotidiano – la mancanza di corrente è avvenuta in due momenti: risolta la prima volta, si è presentata una seconda, causando rallentamenti fino a 40 minuti per tre Frecce e la cancellazione di un treno ad Alta Velocità. L’ipotesi più accreditata: un cavo elettrico collassato.



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