Tesla, il grande affare dei crediti di CO2: andiamo a vedere quanto guadagnerà vendendoli alle case rivali

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Il mercato dei crediti di CO2 sta fornendo grandi soddisfazioni a Tesla. Il varo di normative sempre più rigide per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica, infatti, costringe molte case a cercare strade alternative in grado di evitare il pagamento di multe che si preannunciano alla stregua di un vero salasso. Per evitarle, molte di loro si stanno rivolgendo proprio all’azienda di Elon Musk, che producendo esclusivamente auto elettriche è in grado di procacciarsi crediti da rivendere ai rivali in ambasce. E i ricavi derivanti a Tesla per questa particolare voce di bilancio stanno assumendo un rilievo sempre crescente.

Tesla e il pooling in ambito UE

Il discorso relativo ai crediti di Tesla è tornato d’attualità negli ultimi giorni. Com’è noto, infatti, il primo giorno del nuovo anno sono scattati i nuovi limiti che le case automobilistiche devono rispettare per quanto concerne le emissioni CO2. Limiti talmente stringenti da mettere in fibrillazione molte aziende. E molte di loro hanno pensato bene di sfruttare il pooling, ovvero lo strumento che permette di accorpare flotte di vari marchi in modo da rientrare nei limiti indicati a livello istituzionale.

Con l’entrata in vigore del nuovo valore medio, fissato ora a 93,6 grammi di anidride carbonica per chilometro, le sanzioni potrebbero toccare i sedici miliardi di euro. Almeno stando a quanto calcolato da ANIA, l’ente che raggruppa i costruttori europei, che non a caso sta facendo grandi pressioni per una modifica della normativa.

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Nel preciso intento di aggirare tali sanzioni, grandi marchi come Ford, Toyota e Stellantis, che hanno poche elettriche nella propria gamma oppure faticano a piazzarle sul mercato, hanno deciso di dare vita ad un maxi pool capeggiato proprio da Tesla. Naturalmente, per farlo devono acquistare crediti dalla casa californiana e, stando ai calcoli fatti dagli analisti di UBS, soltanto nel 2025 dovranno versare circa un miliardo di euro nelle sue casse.

Tesla ha già guadagnato nove miliardi di dollari, vendendo crediti di CO2

La vendita dei crediti di CO2 sta assumendo un rilievo sempre maggiore per Tesla. Basti pensare, al riguardo, che l’azienda fondata e guidata da Elon Musk soltanto nel terzo trimestre del 2024 ha raggranellato per questa via la bellezza di 739 milioni di dollari. Che aggiunti al resto del bottino, hanno portato la cifra complessiva da ascrivere a questa voce a ben nove miliardi di dollari.

Un trend che, peraltro, è stato favorito anche dal momento molto critico del mercato. Si vendono infatti poche auto elettriche, permettendo alla casa statunitense di mantenere una posizione di grande forza, soprattutto se confrontata con la debolezza delle case che vendono anche, e soprattutto, auto termiche.

Stando ai calcoli fatti dagli esperti, le case europee necessitano di vendite pari al 20% di quelle complessive delle loro flotte. Un dato che è diventato sempre più complicato da centrare nel corso del 2024, quando sono venuti alla luce i tanti problemi che rischiano di frenare la diffusione delle auto elettriche. Per evitare multe, si aprono quindi due strade: bloccare parzialmente la vendita di auto termiche oppure comprare crediti.

La pacchia potrebbe finire?

Secondo Luca de Meo e Renault, l’acquisto di questi ultimi presso case straniere rappresenta un errore clamoroso. Va infatti a distogliere preziose risorse che le case europee potrebbero dedicare alle attività di sviluppo e ricerca per le auto elettriche. Sinora la Commissione europea non ha voluto sentire ragioni, ma quanto sta accadendo potrebbe prima o poi imporre un ripensamento.

Logo Tesla

Come del resto sta avvenendo negli Stati Uniti con l’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca. Il nuovo POTUS, infatti, ha già provveduto ad annunciare un allentamento delle normative sulle emissioni, oltre all’eliminazione del credito d’imposta per l’acquisto di EV. Decisioni che potrebbero in effetti tradursi in un rinnovato vigore dei veicoli termici.

Proprio le mosse di Trump potrebbero costare a Tesla sino a 3,2 miliardi di dollari. Un dato paradossale, se si pensa che Elon Musk è stato il maggior sostenitore di Trump, anche dal punto di vista finanziario. Soldi che, però, l’uomo più ricco del mondo sembra ben lieto di lasciare sul piatto, in quanto l’eliminazione del credito d’imposta potrebbe danneggiare molto di più Ford e GM.

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