A colpi di satira contro la Nato

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«La Svezia è a un bivio: proseguire sulla strada tracciata dal governo per aderire alla strategia occidentale in materia di armi nucleari, o tornare al suo tradizionale ruolo di attore diplomatico e promotore della pace sulla scena internazionale? Le nostre immagini non hanno bisogno di mille parole, solo queste: ’No alle armi nucleari, No alla Nato’». Si conclude così Moment 2022: l’appello degli illustratori pubblicato il 21 aprile 2022 dal quotidiano Aftonbladet (il più letto della Svezia).

Firmato da settantuno disegnatrici e disegnatori (tra i più famosi, Sven Nordqvist, Sara Granér, Cecilia Torudd), dà inizio a una protesta a colpi di vignette satiriche mai vista prima. Illustratori e illustratrici di tutto il paese si associano numerosi (alla fine saranno in tutto più di duecento), con altrettante immagini dissacranti sulla deterrenza nucleare; sulla guerra, sulla Nato e sul militarismo in vertiginosa ascesa nel paese.

Un’importante selezione di questo magnifico e pungente «tesoro grafico assolutamente unico» è riunita nella mostra La Nato sulla bocca di tutti (Nato på allas läppar, dall’opera omonima di Lena Sjöberg), una retrospettiva dell’appello degli illustratori, visitabile sino al 9 febbraio all’Arbetets Museum di Norrköping (Svezia centro-meridionale). Il museo è il riferimento nazionale per l’arte dell’illustrazione politica e, dal 2000, in collaborazione con la società Ewk e il centro artistico Fullersta gård, in memoria del grande vignettista svedese Ewk, pseudonimo di Ewert Karlsson (1918-2004), assegna ogni anno il riconoscimento più prestigioso della satira, l’Ewk priset, all’artista il cui lavoro rispecchia lo spirito del celebre disegnatore.

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Proprio la vincitrice dell’edizione 2019, Karin Zaric Sunvisson, è l’iniziatrice dell’appello degli illustratori (l’ha chiamato Moment 2022 in riferimento al titolo svedese del romanzo satirico di Joseph Heller Catch 22, «Comma 22» in italiano).

Nata nel 1981, sin dal suo esordio interviene su questioni ecologiche, sociali, e politiche, depennando con forza e originalità le frontiere di genere del disegno satirico. L’abbiamo raggiunta a Stoccolma, dove vive e lavora.

Come nasce il suo impegno contro l’adesione della Svezia alla Nato?

Sono cresciuta in un sobborgo con molti immigrati fuggiti dalle guerre Nato e Usa, ho avuto quindi molto presto un’altra prospettiva sulla cosiddetta «alleanza di difesa». Con i miei amici della ex-Jugoslavia abbiamo visto in diretta tv, l’orrore dei bombardamenti su Belgrado. E poi l’incubo della guerra in Iraq, in Afghanistan… Negli ultimi decenni, la Svezia ha partecipato a diverse operazioni militari della Nato, ma per il partito socialdemocratico l’adesione ufficiale è rimasta tabù fino alla primavera 2022. Come illustratrice politica, quello che più mi fa insorgere è l’ipocrisia. Ho trovato oltraggioso il modo in cui la lobby della Nato ha usato la guerra in Ucraina per spaventare il popolo svedese, dirottando cinicamente la sua solidarietà con gli ucraini per promuovere l’adesione alla Nato, che qui ha sempre avuto poco consenso popolare. La propaganda è stata massiva. Il 2022 è stato l’anno dei sondaggi fino al risultato voluto. Sondaggi condotti da istituti privati, mentre ciò di cui avevamo bisogno (e a cui avevamo diritto) era un referendum. Abbiamo potuto votare sull’euro, ma la più grande decisione di sicurezza nazionale è stata presa sulle nostre teste. Visto che il fronte del No alla Nato era completamente assente dai media, ho sentito l’urgenza di portare sul tavolo del dibattito una prova visiva della resistenza in atto.

Con quale modalità?

La mia idea iniziale era di radunare quattro o cinque disegnatrici e disegnatori di talento per creare insieme un portfolio di eccellenti immagini critiche sulla Nato, che avremmo offerto gratuitamente ai giornali svedesi. Ho iniziato a chiamare le colleghe e i colleghi a marzo. Con mia grande sorpresa, non solo erano d’accordo ma ognuno suggeriva altri nomi da contattare, in pochissimo tempo siamo diventati settantuno. Ho contattato allora il caporedattore della cultura di Aftonbladet che ha subito pubblicato il nostro appello con una selezione di disegni. Si è innescata una reazione a catena e tanti altri disegnatori si sono uniti a noi. Il fatto che molti (se non la maggior parte) degli illustratori più famosi della Svezia abbiano contribuito con le loro immagini firmando l’appello, e che mai prima un numero così grande di artisti aveva fatto fronte comune su una specifica questione politica ha contribuito ad attirare l’attenzione mediatica su Moment 2022.

Karin Zaric Sunvisson, foto di Piki Belgrade

Come si è spiegata questa grande adesione?

La questione dell’identità nazionale è stata di sicuro determinante. I nazionalisti promuovono l’idea di un’identità legata alla religione o alle tradizioni borghesi. Ma per me e per molte altre persone, l’identità svedese è fondata sull’antimilitarismo, sulla neutralità, sulla diplomazia, sul disarmo nucleare internazionale – la Svezia è stata a lungo una voce della ragione in materia di disarmo nucleare -, sul diritto di pubblico accesso alla natura, indipendentemente dalla proprietà privata (si chiama «Allemansrätten», oggi minacciato dall’espansione delle «zone militari») o ancora sulla libertà di espressione (la Svezia è stata la prima al mondo a dotarsi di una legge sulla libertà di stampa).

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Dato che il fronte del No era assente dai media, ho portato sul tavolo del dibattito una prova visiva della resistenza in attoKarin Zaric Sunvisson

Tutto questo ci viene tolto in nome della sicurezza militare. Ognuno di noi credeva di essere il solo a preoccuparsi di quello che stava accadendo, ma eravamo in tanti e scoprirlo è stata un’esperienza potente. La necessità di esprimersi era tale che, per la prima volta, molti hanno usato le loro immagini per manifestare un’opinione politica. Non siamo un gruppo omogeneo, proveniamo da diversi tipi di background e schieramenti politici e lavoriamo in tutti i generi, dalla satira politica all’illustrazione di libri per bambini. Siamo uno spaccato della società svedese ed è difficile liquidarci come estremisti.

Quali sono state le reazioni?

Sulle prime, di disorientamento: gli illustratori sono considerati apolitici, tanto più se scrivono libri per bambini come Sven Nordqvist, adorato da tutti. Poi sono arrivate le aggressioni: «Cosa ne sanno gli illustratori o i vignettisti della politica di difesa?», hanno chiesto con rabbia i nostri avversari. «Tanto quanto qualsiasi altro svedese», abbiamo risposto. Era evidente che non volessero ascoltare l’opinione della gente comune. Temevano un referendum. E li ha irritati molto la nostra messa a nudo del loro autoritarismo. C’è stata anche una reazione dello Stato con una campagna per mettere in guardia il pubblico dai «pericoli della satira». Ma siamo riusciti fargliela ritirare. Io sono stata addirittura sospettata di essere un’agente di Putin! Abbiamo pure ricevuto minacce… Ma soprattutto abbiamo riscosso molti apprezzamenti, sia da persone attive nel movimento per la pace, allora pesantemente attaccato, che da gente comune. E un grande sostegno dalla comunità artistica svedese.

L’adesione della Svezia alla Nato non ha interrotto la vostra attività.

Al contrario. L’esperienza di Moment 2022 ci ha fatto capire che la nostra voce è importante, perché altrimenti non si sarebbero impegnati così tanto per zittirci. Ma abbiamo anche constatato che, purtroppo, non possiamo più fidarci dei media, né del governo. Con la Svezia nella Nato, il nostro lavoro è quindi ancora più necessario. Per continuare a informare il pubblico abbiamo fondato un’organizzazione senza scopo di lucro, pubblicato due libri e, dal luglio 2023, Larm, una rivista di satira gratuita, il cui titolo significa al tempo stesso «allerta» e «baccano», in riferimento alla tradizione, e alla rivista satirica, francese Charivari, nome derivato dal greco antico per «mal di testa» proprio quello che vogliamo essere per le lobby della Nato e dell’industria delle armi svedese.

Nel novembre scorso, in occasione del premio Ewk 2024 al disegnatore palestinese Mohammad Sabaaneh, la giuria ha assegnato una menzione d’onore a Moment 2022 e Larm, la rivista satirica che avete lanciato nel luglio 2023, definendoli il «maggiore evento nel mondo del disegno satirico svedese degli ultimi decenni», e sottolineando che «Larm» non ha confronti dall’inizio del secolo scorso. Qual è la sua specificità?

La rivista è stampata come un poster ripiegato, che il lettore è incoraggiato ad affiggere nello spazio pubblico dopo averlo letto. Il suo peso è calcolato per rendere il più economico possibile l’invio e la produzione, effettuata grazie a donazioni e al nostro lavoro volontario. Larm è diffusa da noi in tutta la Svezia. Il nostro obiettivo è divertire, fornendo al pubblico argomenti inoppugnabili. Il materiale editoriale è satirico, ma contiene fatti esaminati da esperti su Nato, armi nucleari e militarismo. Rivendichiamo così il nostro posto nel dibattito pubblico. Lo spazio per la satira nei giornali è ormai quasi inesistente, e questo è un grosso problema non solo per noi che la facciamo.

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Quarantadue dei primi settantuno firmatari dell’appello sono donne. Che ruolo hanno le illustratrici nella satira in Svezia?

Sì, è vero, le donne sono stavolta la maggioranza, e ho riscontrato la stessa tendenza anche nel movimento svedese di solidarietà per la Palestina. Ne sono fiera. Forse qualcuno potrebbe minimizzarlo come emotivo, ma come non avere una reazione emotiva davanti a decine di migliaia di bambini uccisi, smembrati o resi orfani? Penso che la prevalenza delle donne nei movimenti per la pace e per la giustizia sia anche dovuta al fatto che siamo più difficilmente ingannabili di fronte a argomentazioni di potere o dominio. Quanto a noi che facciamo satira e illustrazione politica, siamo ben lontane dalla parità. Non siamo molte e per di più ci si aspetta che commentiamo solo questioni di genere, mentre i nostri colleghi hanno a disposizione l’intera gamma dello spettro politico.

A Magdalena di Karin Zaric Sunvisson

Due suoi disegni per Moment 2022 attirano l’attenzione: nel primo una bomba atomica, regalo di benvenuto della Nato, travolge l’allora prima ministra Magdalena Andersson, e nell’altro un serpente in mimetica sussurra all’orecchio di una giovane Eva androgina. Lei sembra privilegiare il disegno satirico di poche (ma più spesso senza) parole, come mai?

Innanzitutto perché amo la sfida. Ma anche perché credo nel potere delle immagini. L’immagine ci colpisce in modo diverso rispetto al testo. Ci raggiunge a un livello più inconscio, emotivo. Per questo non ha rivali come mezzo di propaganda. Ma ho sempre odiato l’idea dell’immagine come arma. È invece qualcosa di molto meglio: è un seme.

SCHEDA – Il museo di Norrköping

Situato in un’ex fabbrica di tessuti di Norrköping, il museo del lavoro ospita, dal 2009, al III piano, il Centro per l’arte dell’illustrazione politica, che conserva gli archivi di Ewert Karlsson (Ewk): con mostre, seminari e convegni, documenta la condizione degli autori satirici «sia in prospettiva storica che contemporanea».

Unico in Svezia per l’illustrazione politica e la satira, è un punto di riferimento per i vignettisti del mondo.

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Oltre alle rassegne temporanee, una mostra riattualizzata in permanenza espone disegni originali di Ewk. Noto soprattutto per le sue illustrazioni politiche su Aftonbladet e sulla rivista Land, ha pubblicato anche su Le Monde, Der Spiegel, l’Observer e il New York Times.

La totalità dei disegni è visibile qui: www.catch2022.net/bilderna

Sito museo www.arbetetsmuseum.se/utstallning/Nato-pa-allas-lappar

 

 



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