GROSSETO. La manovra economica del Governo tocca da vicino famiglie e aziende.
Sono molte le novità che entrano in vigore con questo 2025, anno particolare per il Giubileo, ma anche per il portafoglio degli italiani.
Per spiegare con parole semplici e chiare a tutti cosa ci aspetta abbiamo parlato con il commercialista Gian Luca Ancarani che, dal 1° giugno 2022 (4 anni di mandato), è consigliere nazionale del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, con deleghe ai Sistemi di controllo e revisione legale (financial e non financial) sotto la guida del presidente, il barese Elbano De Nuccio.
I toscani sono solo due, lui e il pisano Maurizio Masini.
Un ruolo che vede Ancarani impegnato per il ruolo istituzionale a Roma e in giro per l’Italia per gran parte della settimana, anche perché il Cndcec si è dimostrato essere per il Governo di Giorgia Meloni un riferimento imprescindibile nelle questioni economiche e finanziarie del nostro Paese.
Gian Luca Ancarani insieme a colleghi ha studi a Grosseto, Follonica e Castel del Piano.
È nipote dello storico professionista di Grosseto, Loris Ancarani che, a 91 anni, ancora tutti i giorni è in studio dedito al lavoro, dal quale ha ereditato una forte passione per la professione, sviluppando poi un’ulteriore propensione alla rappresentanza della categoria.
Entrando nel merito delle novità, Ancarani spiega che «La legge di Bilancio 207/2024 raccoglie tutte le manovre che il Governo intende mettere in campo per il 2025. Alcune riguardano i singoli cittadini e le famiglie, altre i soggetti con partita Iva, quindi le imprese».
«In generale i commercialisti si dimostrano essere ritenuti dal Governo gli interlocutori più affidabili per le questioni economiche e finanziarie, basti pensare che come Cndcec, attraverso l’interlocuzione diretta con i membri dell’esecutivo, e in particolare con il viceministro delle finanze, Maurizio Leo (Fratelli d’Italia, ndr) stiamo seguendo un percorso per arrivare alla tanto attesa riforma fiscale».
«Questo in un arco temporale che dovrebbe essere concluso alla fine di quest’anno o all’inizio del 2026. Abbiamo fatto delle proposte al Governo, per il bene del paese e delle imprese e dei cittadini»
«Il dialogo continuo tra commercialisti e Governo permette di procedere alla riforma per singole tappe: in tal senso, possiamo già citare taluni decreti pubblicati, come pure altri per i quali siamo in attesa di nuovi importanti sviluppi».
La rimodulazione delle aliquote Irpef
«La legge di Bilancio prevede la rimodulazione delle aliquote Irpef, in favore di privati cittadini e famiglie. Gli scaglioni sono stati ridotti a 3: da 0 a 28mila euro, da 28mila a 50mila e oltre i 50mila. Le aliquote previste sono del 23% per il primo scaglione, del 35% per il secondo e del 43% per il terzo».
«Il secondo scaglione, tipicamente rappresentativo del ceto medio, che raffigura la maggior parte degli italiani, doveva essere portato al 33% in ragione di una promessa del Governo legata al buon esito del concordato preventivo biennale per le piccole imprese, che abbiamo invece visto realizzarsi in maniera differente da quanto preventivato. Avevano stimato un’entrata di circa 2 miliardi di euro, ne hanno realizzati 1,3, per questo l’aliquota è rimasta al 35%».
«Da sottolineare, inoltre, la previsione di una rimodulazione forte delle detrazioni fiscali, per cercare di favorire i soggetti con redditi inferiori ai 15mila euro di reddito e di rimodularle, secondo un coefficiente matematico, per coloro che sono oltre i 75mila euro».
La detrazione per i redditi da lavoro dipendente (esclusi i redditi pensionistici) viene innalzata da 1.880 euro a 1.955 euro per redditi fino a 15.000 euro. Questo incremento porta anche ad un ampliamento della “no tax area” fino a 8.500 euro, estendendola anche ai lavoratori dipendenti, come già previsto per i pensionati.
Taglio ai bonus per le ristrutturazioni edilizie
«Le ristrutturazioni edilizie rappresentano un tema molto caldo, sappiamo infatti che le detrazioni legate al superbonus del 110% hanno creato una sostanziale esposizione debitoria del Paese, con cifre altissime. Così il Governo ha deciso di fermarle, prevedendo per il 2025 una detrazione pari al 65%».
«In parallelo anche sulle ristrutturazioni non riconducibili al superbonus, si confermerà l’agevolazione per la prima casa. A regime per la prima casa la detrazione sarà del 50% e del 36% per le seconde case. Negli anni successivi, 2026 e 2027, si passerà al 36% per la prima casa e al 30% le seconde case».
Per le imprese, l’Ires passa al 20%. Ma ci sono condizioni
«Per le imprese l’aliquota Ires (Imposta sui redditi delle imprese) verrà portata al 20% dal 24% ad alcune condizioni».
«Almeno l’80% degli utili 2024 deve essere accantonato ad apposita riserva e almeno il 30% di tali utili accantonati (comunque, non inferiore al 24% degli utili 2023 e, in ogni caso, non inferiore a 20.000 euro) va investito in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive con sede in Italia».
«Inoltre nel 2025 il numero di unità lavorative per anno non dovrà diminuire rispetto alla media del triennio precedente e andranno assunti nuovi lavoratori dipendenti a tempo indeterminato in misura tale da garantire un incremento occupazionale di almeno l’1% rispetto al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2024. L’impresa non deve aver fatto ricorso alla cassa integrazione guadagni nell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024 o in quello successivo (con l’eccezione dei casi di situazioni aziendali dovute a eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti, incluse le intemperie stagionali)».
Cartelle esattoriali, le rateazioni si allungano
«Nei decreti collegati alla legge di Bilancio rileviamo anche una novità per il pagamento delle cartelle che erano di Equitalia, oggi Agenzia della riscossione. Dal 1 gennaio 2025, infatti, c’è la possibilità di dilazione fino a 84 rate, quindi in 7 anni, per le richieste fatte nel 2025 e 2026. Poi diventano 96 e 108. E questo avviene senza bisogno di certificare lo stato di difficoltà per le cartelle fino a 120mila euro. Sopra i 120mila euro devi provare lo stato di difficoltà».
Imprese balneari, l’equo indennizzo
«Infine tengo molto a sottolineare come tra le “esclusive” che siamo riusciti ad ottenere come Cndcec nazionale ci sia quella legata alle concessioni demaniali. La norma di legge ha previsto, infatti, che il concessionario uscente, quindi il proprietario del bagno, in conseguenza della gara che, ricordiamo, tutti i Comuni devono istituire entro il 30 giugno 2027, in caso di assegnazione della concessione a un soggetto terzo, debba ottenere un equo indennizzo».
«Per la prima volta viene previsto che con un’apposita perizia di stima, l’equo indennizzo debba essere valutato solo dai commercialisti. Elemento per noi molto importante è che il singolo commercialista sarà nominato su una rosa di 5 nominativi indicati, Comune per Comune, dal presidente del Cndcec: considerando che ci sono circa 30mila concessioni, pensiamo che questo possa essere un ottimo nuovo spunto di lavoro per i colleghi».
«Anche in questo senso, i commercialisti si dimostrano essere gli interlocutori principali in campo economico e finanziario. Con il Governo nazionale stiamo lavorando per migliorare il paese».
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