Peste suina e cinghiali: la posizione delle organizzazioni agricole

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Si è tenuto lo scorso 15 gennaio, a Palazzo Piemonte, un incontro organizzato dall’Assessorato al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte, con il coinvolgimento dell’assessore Paolo Bongioanni, dei vertici delle Organizzazioni professionali agricole, e del commissario straordinario alla Peste suina africana (Psa), Giovanni Filippini, direttore generale del Ministero della Sanità con responsabilità sulla salute animale.

L’incontro ha rappresentato un importante momento di confronto per coordinare i diversi livelli e soggetti coinvolti nel monitoraggio e nella lotta alla peste suina africana (Psa) e per condividere le misure aggiuntive da attuare sul territorio.

Il Commissario Filippini ha illustrato la strategia regionale, che ricalca l’approccio vincente adottato in Sardegna, dichiarata indenne dalla PSA nell’ottobre 2024. Gli interventi prevedono:

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  • Confinamento del virus nelle zone infette;
  • Controllo totale nella fascia 1 o Zona cuscinetto, con l’eliminazione completa della specie cinghiale;
  • Concessione di deroghe in aree dove è dimostrata l’assenza del virus.

Accogliendo le richieste di Confagricoltura Piemonte, Filippini ha autorizzato la caccia al cinghiale in Zona di protezione 1 nelle province di Alessandria, Asti, Novara, Torino e Vercelli, ampliando quanto già stabilito per la provincia di Biella. Inoltre, oltre il termine della stagione venatoria, sarà possibile proseguire le azioni di depopolamento mediante il controllo faunistico. In provincia di Cuneo, dove la presenza del principale distretto suinicolo piemontese impone maggiore prudenza per evitare spostamenti di cinghiali, l’attività sarà limitata esclusivamente al controllo faunistico nella Zona 1.

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, ha dichiarato: “Accogliamo con favore questa iniziativa, che potrà portare a un contenimento progressivo e massivo della popolazione di cinghiali, a beneficio e protezione delle aree non ancora interessate dalla malattia, ma anche dell’intero settore primario piemontese, fortemente danneggiato dalla proliferazione incontrollata della specie. Solo il tempo e una piena sinergia tra i soggetti coinvolti potranno permettere di dichiarare indenne anche la nostra regione. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare gli allevatori colpiti dal fermo delle attività, per i quali è essenziale un risarcimento rapido e congruo, e coloro che operano in zone di restrizione, spesso vittime di forti speculazioni.”

Benedetto Coppo, presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella, ha aggiunto: “Mi unisco al presidente Allasia nell’esprimere il pieno sostegno all’iniziativa del commissario Filippini per eradicare il virus su tutto il territorio piemontese attraverso l’eliminazione della specie cinghiale nella zona1. Questo porterà un sollievo significativo alle aziende del distretto suinicolo e alle imprese agricole colpite dai danni causati dai selvatici. Auspico inoltre che anche nelle aree destinate a parco e in quelle contigue si proceda a un consistente contenimento per ridurre i danni alle coltivazioni nei terreni limitrofi, frequentemente soggetti alle incursioni notturne dei cinghiali.” Confagricoltura Piemonte continuerà a monitorare la situazione, collaborando con tutte le autorità coinvolte per tutelare il settore agricolo e zootecnico regionale.

“La diffusione della PSA continua a segnalare livelli preoccupanti per il comparto, mettendo a rischio non solo la salute animale, ma l’intera filiera suinicola del nostro Paese, un settore cruciale per l’economia nazionale e per la tutela delle nostre produzioni di qualità”, spiega Coldiretti, che ha rinnovato la propria preoccupazione in occasione dell’incontro in Regione con il Commissario straordinario alla Peste suina Giovanni Filippini. Il 2024 è stato un anno nero per alcune imprese del territorio che hanno dovuto far fronte ad alcuni casi di Psa nei propri allevamenti e che hanno dovuto quindi procedere all’abbattimento dei capi. “Rimane cruciale, come strumento di limitazione dell’infezione, il contenimento della fauna selvatica, con la totale rimozione dei cinghiali – dichiara Bruno Mecca Cici, vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega territoriale alla zootecnia – Tuttavia nel 2024 gli abbattimenti sono stati inferiori all’anno precedente con oltre 6300 capi in meno abbattuti. Nell’anno appena concluso gli abbattimenti totali sono stati di poco superiori alle 31.000 unità – di cui circa metà per attività venatoria e metà per attività di controllo. Numeri ben lontani dall’obiettivo annuale fissato dal Piano straordinario di cattura, abbattimento e smaltimento dei cinghiali (2023-2028) di 58000 capi. La nostra richiesta è di attivare dovute deroghe legate all’attività di caccia per contenere il più possibile la diffusione e aumentare il numero di capi abbattuti come da obiettivo”

“E’ fondamentale che ci sia un monitoraggio costante sui prezzi dei suini pagati agli allevatori nelle zone di restrizione per evitare grandi speculazioni come sarà necessario procedere a uno stop dei mutui per le aziende colpite – evidenziano il presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Roberto Guerrini e il direttore Luciano Salvadori – E’ urgente che vengano da subito attivate procedure per il risarcimento dei danni subiti dalle aziende agricole messe in difficoltà dalla Peste suina come avvenuto nei nostri territori, anche in considerazione del rischio deprezzamento del valore dei suini per gli allevamenti localizzati in zone di restrizione”.

«Accogliamo con favore il cambio di strategia del commissario straordinario Giovanni Filippini e della Regione Piemonte che hanno dato il via libera all’abbattimento dei cinghiali nelle aree cuscinetto tra le zone infette e quelle indenni dalla Peste suina africana. Senza dubbio, si tratta di un provvedimento che ha un’importante rilevanza nel contrasto alla diffusione del virus, come la nostra Organizzazione ha sempre chiesto con forza, fin dall’inizio dell’emergenza». Così il presidente regionale di Cia Piemonte, Gabriele Carenini, al termine dell’incontro istituzionale con il commissario straordinario Filippini.

«Ringraziamo il presidente della Regione Alberto Cirio e gli assessori regionali alla Sanità Federico Riboldi e all’Agricoltura Paolo Bongioanni – continua Carenini – per il lavoro che stanno svolgendo insieme al commissario Filippini sul fronte delicatissimo dell’emergenza della peste suina in Piemonte. Il gioco di squadra è più che mai utile e necessario, per questo è molto importante che il contenimento della malattia sia effettuato non solo sul piano sanitario, ma anche su quello dell’abbattimento dei cinghiali, che rimane una condizione essenziale per affrontare la situazione in modo efficace, anche e soprattutto come misura a tutela del reddito degli agricoltori. La nostra Organizzazione sottolinea come la fauna selvatica fuori controllo rappresenti, alla pari della Psa, uno dei più gravi problemi del mondo agricolo piemontese. Abbiamo inoltre apprezzato che sia stata accolta la nostra proposta di organizzare un incontro semestrale di aggiornamento con il commissario straordinario».

«Accogliamo con favore il cambio di strategia del commissario straordinario Giovanni Filippini e della Regione Piemonte che hanno dato il via libera all’abbattimento dei cinghiali nelle aree cuscinetto tra le zone infette e quelle indenni dalla Peste suina africana. Senza dubbio, si tratta di un provvedimento che ha un’importante rilevanza nel contrasto alla diffusione del virus, come la nostra Organizzazione ha sempre chiesto con forza, fin dall’inizio dell’emergenza». Così il presidente regionale di Cia Piemonte, Gabriele Carenini, al termine dell’incontro istituzionale con il commissario straordinario Filippini, nella giornata di mercoledì 15 gennaio nel Palazzo della Regione a Torino.

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«Ringraziamo il presidente della Regione Alberto Cirio e gli assessori regionali alla Sanità Federico Riboldi e all’Agricoltura Paolo Bongioanni – continua Carenini – per il lavoro che stanno svolgendo insieme al commissario Filippini sul fronte delicatissimo dell’emergenza della peste suina in Piemonte. Il gioco di squadra è più che mai utile e necessario, per questo è molto importante che il contenimento della malattia sia effettuato non solo sul piano sanitario, ma anche su quello dell’abbattimento dei cinghiali, che rimane una condizione essenziale per affrontare la situazione in modo efficace, anche e soprattutto come misura a tutela del reddito degli agricoltori. La nostra Organizzazione sottolinea come la fauna selvatica fuori controllo rappresenti, alla pari della Psa, uno dei più gravi problemi del mondo agricolo piemontese. Abbiamo inoltre apprezzato che sia stata accolta la nostra proposta di organizzare un incontro semestrale di aggiornamento con il commissario straordinario».

«Accogliamo con favore il cambio di strategia del commissario straordinario Giovanni Filippini e della Regione Piemonte che hanno dato il via libera all’abbattimento dei cinghiali nelle aree cuscinetto tra le zone infette e quelle indenni dalla Peste suina africana. Senza dubbio, si tratta di un provvedimento che ha un’importante rilevanza nel contrasto alla diffusione del virus, come la nostra Organizzazione ha sempre chiesto con forza, fin dall’inizio dell’emergenza». Così il presidente regionale di Cia Piemonte, Gabriele Carenini, al termine dell’incontro istituzionale con il commissario straordinario Filippini, nella giornata di mercoledì 15 gennaio nel Palazzo della Regione a Torino.

«Ringraziamo il presidente della Regione Alberto Cirio e gli assessori regionali alla Sanità Federico Riboldi e all’Agricoltura Paolo Bongioanni – continua Carenini – per il lavoro che stanno svolgendo insieme al commissario Filippini sul fronte delicatissimo dell’emergenza della peste suina in Piemonte. Il gioco di squadra è più che mai utile e necessario, per questo è molto importante che il contenimento della malattia sia effettuato non solo sul piano sanitario, ma anche su quello dell’abbattimento dei cinghiali, che rimane una condizione essenziale per affrontare la situazione in modo efficace, anche e soprattutto come misura a tutela del reddito degli agricoltori. La nostra Organizzazione sottolinea come la fauna selvatica fuori controllo rappresenti, alla pari della Psa, uno dei più gravi problemi del mondo agricolo piemontese. Abbiamo inoltre apprezzato che sia stata accolta la nostra proposta di organizzare un incontro semestrale di aggiornamento con il commissario straordinario».



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