Santanchè e l’ipotesi dimissioni, cosa vuole fare Meloni dopo il rinvio a giudizio della ministra

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19 Gennaio 2025



09:20

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni non ha preso ancora posizione sul caso Santanchè. Ma secondo quanto si apprende dovrebbe vedere la ministra rinviata a giudizio per il caso Visibilia tra martedì e mercoledì, e poi decidere sulle eventuali dimissioni.

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Sul caso Santanchè e sul rinvio a giudizio per nell’ambito dell’inchiesta su Visibilia per ora Meloni tace. Non commenta la richiesta di dimissioni per la ministra del Turismo avanzata dalle opposizioni, lascia parlare i suoi alleati nella maggioranza. E dagli esponenti di Fdi non arriva nessuna presa di posizione pubblica, a eccezione dell’europarlamentare Carlo Fidanza, che a margine di un evento a Milano ha sottolineato come la decisione sia nelle mani di Meloni.

Fino ad ora la presidente del Consiglio ha preferito rimanere in silenzio, lasciando che fossero solo Tajani e Salvini a commentare il caso.

“Io sono garantista per tutti. Credo che un cittadino, qualsiasi esso sia, debba essere ritenuto colpevole soltanto quando c’è una sentenza passata in giudicato. Quindi, per quanto ci riguarda non c’è alcun problema nei confronti del ministro Santanchè. Per quanto concerne Forza Italia non c’è alcuna richiesta di lasciare il posto di ministro”, ha detto il ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, rispondendo ieri da Berlino ad una domanda dei giornalisti italiani a margine della riunione del Ppe. Dopo la notizia del rinvio a giudizio la Lega ha rinnovato la fiducia a Santanchè, perché, si legge in una nota, “si è colpevoli dopo tre gradi di giudizio, non prima”. Anche Maurizio Lupi di Noi Moderati si è detto contrario alle dimissioni di Santanchè: “Un rinvio a giudizio non è una sentenza di condanna, men che meno una sentenza di condanna definitiva. Per noi il garantismo vale sempre e per chiunque”.

Daniela Santanchè dal canto suo si è detta “tranquilla, tranquillissima”, perché Visibilia srl “non è fallita, è sul mercato e qualunque imprenditore interpellato direbbe che questa roba non esiste”.

Dice di non aver sentito la premier, “non mi ha chiamata – spiega al Corriere della Sera – immagino che abbia tante cose importanti da fare…”. La ministra di Fdi è convonta che quello che le viene contestato è “un reato valutativo, una questione molto tecnica e tutta basata su perizie per la quale ero già stata archiviata nel 2018”.

“Su questo reato qua sono molto serena – aggiunge – Poi è chiaro che io sono una donna di partito, non faccio le cose a dispetto dei santi. Aspetto le valutazioni. Se il mio presidente del Consiglio dovesse chiedermi un passo indietro, di certo lo farò”, lasciando aperta dunque l’ipotesi di un passo dietro, che però al momento non si è ancora concretizzata. Anzi, nell’agenda della ministra sarebbe confermata la data del 27 gennaio, quando a Gedda presenzierà insieme a Meloni all’attracco dell’Amerigo Vespucci e che tornerà intanto a Roma già martedì.

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Ma secondo quanto apprende la Repubblica, tra gli esponenti di Fdi l’ipotesi dimissioni circola eccome, e i vertici del partito c’è molto malcontento, visto che Santanchè, indagata da quasi due anni, è da venerdì imputata per falso in bilancio in uno dei tre filoni d’inchiesta aperti dalla procura di Milano su di lei e che la vedono indagata anche per truffa all’Inps e bancarotta.

Secondo quanto riporta la Repubblica, secondo quanto ha fatto filtrare Palazzo Chigi, dopo la cerimonia di insediamento di Trump, che si svolgerà domani, lunedì 20 gennaio, la premier di ritorno dagli Usa dovrebbe incontrare la ministra, tra martedì sera e mercoledì. Quindi Meloni si consulterà con La Russa e poi deciderà sul ruolo della ministra.

Un’ipotesi è che la presidente del Consiglio non decida subito di rimuovere Santanchè dal governo, e che aspetti invece l’esito dell’altro filone d’indagine, quello legato alla truffa all’Inps. Sul caso il prossimo 29 gennaio la Cassazione deciderà sul ricorso della difesa che ha contestato la titolarità della procura di Milano, rispetto a quella di Roma. Se la Cassazione, scrive la Repubblica, dovesse confermare che la titolarità è di Milano, il gip potrebbe decidere a breve l’eventuale rinvio a giudizio. In caso contrario i tempi si allungherebbero, per cui Meloni potrebbe temporeggiare ancora.

Se invece Meloni decidesse di agire subito, e togliere l’incarico di governo a Santanchè, per un possibile sostituto si fa il nome del deputato, molto vicino a Lollobrigida, Gianluca Caramanna, appena rientrato in Italia da un viaggio parlamentare in El Salvador. Ma una sua eventuale nomina non sembra imminente, o almeno non sembra avverrà nelle prossime ore.

Meloni aveva già risposto a una domanda sulla vicenda durante la conferenza stampa di fine anno, quando le era stato chiesto esplicitamente di possibili cambiamenti nello schema di governo. In quel caso per la prima volta aveva detto che qualche decisione sarebbe potuta arrivare in caso di rinvio a giudizio per la ministra del Turismo in uno dei due procedimenti sul caso Visibilia. “Vediamo”, aveva detto Meloni, senza negare la possibilità di dimissioni. “Non sono la persona che giudica queste cose prima che accadono, vediamo cosa deciderà la magistratura e poi ne parlerò ovviamente con il ministro Santanchè”. E la resa dei conti potrebbe non essere così lontana.





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