Eolico “Fresagrandinaria”, le controdeduzioni della società: «Turismo sostenibile grazie alle torri»

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Effetto cumulo ridotto, parco non ancora riconosciuto ed eolico come spinta per il turismo verde. La Rinnovabili Sud Tre replica alle osservazione che Comuni e associazioni hanno presentato in merito al proprio progetto eolico localizzato a Fresagrandinaria. La società con sede a Potenza, a giugno, ha depositato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica la documentazione per l’installazione di 7 torri dalla potenza complessiva di 47,6 MW.

Si tratta di uno dei tre progetti riguardanti il paese del Medio Vastese al centro di un vero e proprio affollamento eolico: sono 15 gli aerogeneratori previsti nel territorio fresano, numero che sale se si considerano anche quelli nei territori afferenti ad altri Comuni (come Palmoli, Dogliola e Lentella). Una circostanza, questa, ben evidente anche nel computo delle richieste di connessione alla rete nel portale della Terna, dove Fresagrandinaria stacca tutti con richieste per 260 MW complessivi.
Sul tema, nel mese di novembre, si è tenuto un consiglio comunale aperto durante il quale si è registrata la convergenza di maggioranza, opposizione e cittadini sulla contrarietà a tali progetti [LEGGI].

Il turismo

Nelle articolate controdeduzioni che la società ha presentato a dicembre, vengono affrontate alcune delle criticità sollevate da sindaci e comitati anche per progetti simili (oltre ad aspetti meramente tecnici).
Tra queste c’è ad esempio l’impatto degli impianti eolici sul turismo. Ciò che è emerso nell’ultimo anno di proliferazione progettuale è la differente visione per l’entroterra vastese: da una parte lo sviluppo ambientale e turistico, dall’altra la riserva eolica d’Abruzzo (come provato dai numeri nettamente superiori al resto della regione). Si teme, insomma, per le ricadute negative delle turbine su progetti di valorizzazione già avviati (il Parco dedicato ai gessi dei monti frentani, ad esempio) e sui neoresidenti che, da qualche anno stanno scegliendo i piccoli paesi del Vastese.

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Su tale punto, la società parla del «binomio eolico e turismo» (concetto simile si può trovare anche nella documentazione dei recenti progetti Edison). Si cita quindi la pubblicazione Parchi nel vento, «la prima guida al mondo che parla di turismo dell’eolico», curata e promossa da Legambiente col patrocinio di Anev (Associazione Nazionale Energia del Vento) con il contributo di alcuni tra i principali operatori dell’energia eolica: «I 18 casi analizzati nella pubblicazione relativi a parchi eolici scelti da Legambiente sono la dimostrazione che integrare nuovi impianti nel paesaggio è una sfida che può essere affrontata con il consenso delle comunità attraverso forme innovative e affascinanti di valorizzazione ed implementazione delle risorse locali, quindi rappresentano una risorsa ed opportunità e non una minaccia o depauperamento».
In conclusione, spiega la società, «Investire nell’energia eolica è necessario, ma ripaga non solo in termini produttivi, ma sicuramente anche in termini di turismo sostenibile e nello specifico il binomio “turismo ed eolico” non può che rappresentare un’opportunità che inserita in contesti naturalistici, paesaggistici, storico-culturali, ricreativi può solo migliorarne la fruibilità e potenziarne la veicolazione in ambito turistico».

Effetto cumulo e parco

Tra i principali dubbi sollevati ci sono l’effetto cumulo – nel Vastese sono stati presentati 8 progetti per un totale di 56 torri – e l’interferenza con i già citati piani di sviluppo turistico e ambientale. Su questo la società replica sottolineando lo stesso concetto, cioè l’assenza di documentazione che attesti l’esistenza di quanto citato.

Sull’effetto cumulo, al momento della presentazione del progetto, ce n’era solo un altro già depositato, il parco eolico “Abruzzo” (che a Fresagrandinaria prevede due aerogeneratori). All’appello mancavano quindi il progetto riguardante lo stesso paese insieme a Lentella e Dogliola e gli altri più distanti. Per quanto riguarda la ridotta distanza tra le varie torri, la Rinnovabili Sud Tre cita la norma che la consente in virtù della condivisione della stessa stazione elettrica (quella in progetto in località Guardiola).

Stesso discorso per il Parco dei gessi dei monti frentani candidabile al patrimonio Unesco: «Allo stato attuale non essendovi un formale riconoscimento dell’Unesco, non è possibile verificare o valutare la reale interazione del progetto con tale area, tantomeno classificarla come area non idonea poiché di fatto la tutela dell’area come sito Unesco al momento non sussiste»; «Allo stato attuale non vi è la presenza del parco naturale a tutela delle specie e dei fenomeni carsici e degli ecosistemi legati alla Vena del Gesso dei Monti Frentani, pertanto l’interazione tra il parco naturale e il progetto in esame non è stata considerata».

Beni archeologici e volatili

Tra le numerose controdeduzioni, infine, anche quelle relative ai beni tutelati – «Tutti i siti sono ubicati al di fuori del buffer di 500 m, pertanto non vi è alcuna interferenza significativa tra le torri e i beni» – e ai rischi per gli uccelli: «Determinare quale possa essere il rischio di collisione non è semplice e i monitoraggi di lungo corso rappresentano l’unica modalità concreta attraverso la quale raccogliere certezze sugli impatti reali. Pertanto, si prevede l’esecuzione di un monitoraggio ante e post operam dell’avifauna/chirotterofauna. Si precisa che numerosi studi su scala internazionale hanno dimostrato come sia relativamente basso il contributo delle turbine eoliche sui decessi annui di volatili in quanto è stato osservato che gli uccelli imparino immediatamente a evitare gli impatti con le turbine e che continuino comunque a nidificare e cibarsi nei territori in cui gli impianti vengono installati».



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