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Messaggio del Presidente del Consiglio per le celebrazioni per i cento anni dalla nascita di don Pierino Gelmini, fondatore della Comunità Incontro Onlus – “Carissimi, sono molto felice di inviare il mio saluto personale e di tutto il Governo alle celebrazioni per i cento anni dalla nascita di don Pierino Gelmini, fondatore della Comunità Incontro Onlus. Ho avuto il privilegio di conoscere don Gelmini, e ricordo nitidamente il suo entusiasmo e la sua determinazione.
È stato un visionario, che ha riacceso la speranza nei cuori di chi pensava di essere perduto e ha dato forma e sostanza a quella speranza fondando una delle principali comunità terapeutiche italiane. È stato un vero combattente, che non si è arreso neanche davanti alle difficoltà e agli attacchi ricevuti. Ha lottato fino all’ultimo, per il bene comune e per difendere ciò che aveva costruito.
Il testimone di don Gelmini non è caduto. È stato raccolto da chi ha lavorato al suo fianco, e i suoi insegnamenti animano ancora una realtà straordinaria, fatta di tanti professionisti, operatori e volontari che quotidianamente donano una parte di sé per aiutare chi è caduto nella droga a rialzarsi e avere una seconda possibilità.
Consentitemi di utilizzare quest’occasione non solo per ringraziare la Comunità Incontro, una realtà straordinaria che non molto tempo fa ho avuto modo di abbracciare di persona, ma tutte le comunità terapeutiche italiane, gli operatori, i professionisti e i volontari che si battono per aiutare chi rimane imbrigliato nella schiavitù della droga.
Perché non è vero, come qualcuno scelleratamente si ostina a dire, che la droga rende più liberi. La droga ti promette qualcosa che non può darti e ti chiede qualcosa che non può restituirti. La dipendenza ti illude che può rendere migliore la tua vita, ma in realtà ti impedisce di viverla fino in fondo. Ti fa credere che può renderti più forte ma ti sta indebolendo. La droga annienta ciò che sei, e ti lascia solo una grande vuoto. È un messaggio semplice, che don Gelmini ha avuto il coraggio di ribadire in tutta la sua vita e che anche noi non ci stancheremo di ripetere. Dobbiamo avere il coraggio di raccontare ai nostri ragazzi che, se provano un vuoto, quel vuoto non va colmato con la dipendenza; che, se hanno un problema, possono chiedere aiuto a qualcuno; che, se sono in difficoltà, possono poter contare su qualcuno che non si volta dall’altra parte. Io e questo Governo non ci siamo voltati dall’altra parte.
Abbiamo detto basta alla stagione dell’indifferenza e della normalizzazione della droga, e abbiamo scelto di invertire la rotta. Lo abbiamo fatto cercando, da un lato, di innescare un cambiamento culturale; dall’altro, lavorando a misure concrete che questo settore chiedeva da tempo.
Abbiamo investito in comunicazione e prevenzione. Abbiamo attivato nuovi strumenti per mettere a disposizione risorse aggiuntive, come la possibilità data ai cittadini di poter destinare l’8xmille dell’IRPEF a diretta gestione statale anche agli interventi di prevenzione e recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze. Con questa legge di bilancio abbiamo creato uno specifico fondo da oltre 90 milioni di euro destinato, tra le altre cose, all’assunzione a tempo indeterminato di personale sanitario e socio-sanitario da destinare ai servizi pubblici per le dipendenze.
Abbiamo inaugurato un tavolo di confronto costante tra il Dipartimento Politiche Antidroga, i rappresentanti delle comunità terapeutiche, dei Ser.D. e delle società scientifiche per affrontare e risolvere i tanti problemi dimenticati per decenni da chi ci ha preceduto. Tra questi penso, ad esempio, all’impegno per rendere omogenee a livello nazionale le modalità di accreditamento delle comunità terapeutiche nei confronti del sistema sanitario o al lavoro che abbiamo fatto per dare ad una persona la possibilità di rivolgersi alla comunità che preferisce, a prescindere dal luogo di residenza. Prima del nostro intervento, infatti, se una persona risiedeva a Roma e voleva rivolgersi ad una comunità, non poteva scegliere liberamente a quale struttura rivolgersi, ma doveva far riferimento solo alle comunità che insistevano nello stesso di luogo di residenza. Era un meccanismo che non funzionava e che abbiamo corretto con una specifica norma nella legge di bilancio appena approvata.
C’è ancora tanto lavoro da fare per affrontare un’emergenza per troppo tempo ignorata o sottovalutata, ma io sono orgogliosa di poter dire che il cambio di passo c’è e che continueremo a lavorare per consolidarlo. Continueremo a farlo insieme a voi, che avete sempre creduto in questa battaglia, anche quando in pochissimi lo facevano.
Voglio ringraziarvi ancora una volta e dirvi una cosa molto semplice: in questa battaglia non siete più soli, perché ci siamo noi al vostro fianco”.
Fonte: www.governo.it
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