Gli extracosti applicati dalle strutture private convenzionate

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Lo scandalo degli extracosti applicati dalle strutture convenzionate per gli esami esguiti con macchinari all’avanguardia. Un costo aggiuntivo, quindi, giustificato come ‘tassa per le nuove tecnologie’.
Ricordate il caso dell’Asp di Ragusa, scoppiato lo scorso ottobre, sollevato dal M5S, in seguito al quale scattò l’interrogazione alla Regione Siciliana?
Un’interrogazione presentata, appunto, in seguito alla scoperta tassa ‘abusiva’ per le nuove tecnologie imposta dalle strutture private convenzionate a tutti i pazienti esenti dal ticket. Promotrice dell’interrogazione, fu, allora, la deputata regionale 5 Stelle, Stefania Campo. La struttura di Ragusa le aveva chiesto un extra costo per poter effettuare l’esame con un apparecchio di ultima generazione. Insospettita dall’accaduto, la deputata ha voluto approfondire la questione, interfacciandosi con altri pazienti e scoprendo un vero e proprio vaso di Pandora con un giro di extra costi che le strutture private del Ragusano in convenzione con la locale ASP continuano a richiedere ai pazienti, giustificando l’obolo come tassa per poter utilizzare un macchinario di nuova generazione. Scatta, così, l’interrogazione al Presidente della Regione e all’Assessore Regionale per la Salute. 

A distanza di quattro mesi dall’interrogazione all’Ars

Abbiamo chiesto alla stessa Stefania Campo, a distanza di quattro mesi dall’interrogazione all’Ars, cosa le sia stato risposto dalla Regione. Siamo in grado di valutare ad ampio raggio gli extracosti chiesti agli utenti dalle strutture private convenzionate
“Fino a ora – risponde a tono Stefania Campo – la Regione siciliana non ha risposto alla mia interrogazione -. Ma l’ASP di Ragusa – continua la deputata – ha dichiarato di avere aperto un’indagine conoscitiva volta a chiarire la dinamica dell’accaduto, al fine di assumere le opportune ed eventuali determinazioni.

Un caso isolato?

Ci siamo chiesti se il caso di Ragusa sia rimasto un caso isolato o, in seguito all’interrogazione all’Ars, sono emersi altri casi riguardanti le Asp di altre province.
“Dopo il sollevamento del caso – risponde la deputata – mi hanno scritto decine di persone che lamentavano la stessa procedura anche in altre province. Il modus operandi è sempre quello. Proporre un esame con un macchinario di ultima generazione, previo versamento di un balzello non preventivato”.

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Gli extracosti applicati dalle strutture convenzionate rappresentano un abuso

Gli extracosti applicati dalle strutture convenzionate rappresentano un abuso oltre a provocare ‘errori’ nella rendicontazione. La Regione, come ha dichiarato Stefania Campo, non ha risposto alla sua interrogazione, ma, almeno, ci auguriamo che siano state adottate delle misure di controllo dall’Amministrazione regionale.
Sul punto – riprende la deputata – in una interrogazione precedente riguardante le somme stanziate per recuperare i ritardi nelle liste di attesa, l’Assessorato incredibilmente mi ha risposto che non compete a loro adottare misure di controllo per evitare abusi o errori nella rendicontazione, ma a ciascuna ASP. In pratica la Regione manda le somme, e le ASP sono libere di usarle a proprio piacimento, sapendo che mai nessuno alla Regione ne chiederà conto”.

Risorse stanziate per il recupero delle liste di attesa

Scandalo nello scandalo, ci sembra di capire. Ma a quanto ammontano le risorse stanziate per le ASP siciliane per gli anni 2022, 2023 e 2024 per il recupero delle liste d’attesa?
“Con il decreto assessoriale n. 334/2020 – spiega l’esponente del M5S – la Regione ha aggiornato il Piano Operativo per il Recupero delle Liste di Attesa. Piano, mirato a smaltire le prestazioni sospese e migliorare l’efficienza sanitaria, mettendo sul piatto quasi 50 milioni per il 2023, e quasi altrettanto per il 2024. Solo all’ASP di Ragusa, una delle più piccole dell’Isola, per gli anni 2022-2023 e 2024 sono stati stanziati 7 milioni”.

Come spendono le Asp queste risorse?

La stessa deputata dichiara che le Asp spendono queste risorse a piacimento. Ma questa non è la regola. Il modo in cui vengono spesi dalle ASP siciliane le risorse stanziate per le numerose convenzioni aggiuntive è molto più farraginoso e subdolo.
“Le risorse – ci spiega la deputata – dovrebbero essere spese per attivare contratti con alcune strutture convenzionate per le prestazioni per le quali si accumulano più ritardi, come quelle diagnostiche, le Risonanze magnetiche, le Tac o le Ecografie. Nonché per il recupero delle prestazioni pubblico/privato. Oppure – completa- le attivazioni di unità specialistiche esterne.

Risorse sottratte al servizio sanitario pubblico per gli extracosti chiesti agli utenti dalle strutture private convenzionate

Ci viene da pensare che queste risorse siano state sottratte dalle risorse destinate al servizio sanitario pubblico.
La Regione – riprende Stefania Campo – si è data un criterio secondo cui le risorse erogate vengono ripartite al 50 per cento tra pubblico e privato”. Quindi, è inevitabile che una gran fetta delle risorse stanziate siano sottratte al servizio sanitario pubblico.



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