Acqua e crisi climatica, l’Anbi: “Investimenti da 200 milioni: sì a nuove vasche per le piene dei fiumi ma anche ai bacini idrici in quota”

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TRENTO. L’Associazione nazionale bonifiche irrigazioni miglioramenti fondiari chiede interventi straordinari nel campo della prevenzione e mitigazione della crisi climatica e della razionalizzazione idrica. Per i prossimi anni ci sono circa 200 milioni di investimenti in campo per nuove opere di prevenzione e di irrigazione.

 

“Complessivamente – le parole di Luigi Stefani, presidente di Anbi del Trentino Alto Adige e presidente del Consorzio trentino di bonifica – i Consorzi della regione hanno messo in cantiere per i prossimi anni nuove opere di prevenzione e di irrigazione per circa 200 milioni di euro di investimento. È necessario pertanto dare attuazione ai programmi di sviluppo prospettati dai Consorzi incentivando la manutenzione ordinaria e straordinaria delle fosse e dei canali di scolo, le opere relative alla prevenzione e protezione civile, nonché potenziando l’irrigazione di precisione”.

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Nella sola Unione europea, a seguito di annate agrarie dove si sono alternati fenomeni estremi di siccità e precipitazioni ben oltre la media, con numerose alluvioni, gelate primaverili e fenomeni grandinigeni inediti, si sono registrate perdite economiche quantificabili in 26 miliardi di euro l’anno.

 

A fronte di questa emergenza, i rappresentanti dell’Anbi del Trentino Alto Adige (Federazione provinciale dei Consorzi irrigui e di Miglioramento fondiario, Consorzio di bonifica foce Isarco-Monte, Consorzio di Bonifica Foce Passirio-Foce dell’Isarco, Consorzio di Bonifica Monte-Salorno, Consorzio Trentino di Bonifica e Consorzio di Bonifica Val Venosta), hanno rilanciato l’importanza di nuovi interventi di adattamento all’emergenza climatica, per la difesa idrogeologica del territorio e la gestione razionale della risorsa idrica.

 

“E’ necessaria inoltre – aggiunge Stefani – una strategia di sistema per garantire, attraverso specifici Piani irrigui, una politica di razionalizzazione e di protezione rispetto all’acqua attraverso la pulizia dei fondali dei bacini idroelettrici esistenti e la creazione di nuove zone di espansione lungo i fiumi della regione al fine di contenere eventuali piene e assicurare l’accumulo idrico in quota della risorsa idrica”.

 

L’appello è rivolto al parlamento e al governo nazionale, in primis. A tale riguardo viene rilevato come nella legge di bilancio del 2025 non ci sia traccia di questo cambiamento di prospettiva tanto che le risorse finanziarie stanziate sono solo quelle per le emergenze di pertinenza del Dipartimento della Protezione civile.

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Per questi motivi l’Anbi nazionale ha inteso lanciare oggi in tutta Italia l’Operazione verità sulla centralità del ruolo dei Consorzi di bonifica e Irrigazione nelle azioni di adattamento e mitigazione del cambiamento climatico. Analoga attenzione viene richiesta alle istituzioni locali quali le Province di Trento e Bolzano con le quali i Consorzi di Bonifica hanno da sempre mantenuto una particolare sintonia progettuale che li ha portati alla condivisione di programmi essenziali per l’agricoltura, la razionalizzazione idrica e la protezione civile.

 

“Si prospetta inoltre la necessità di aggiornare periodicamente la mappatura delle zone di rischio idrogeologico e di individuare una serie articolata di bacini di accumulo sia per garantire la sicurezza del territorio in caso di eventi calamitosi, sia per assicurare nei periodo di siccità la risorsa idrica per i fondovalle e le regioni confinanti”, prosegue Stefani. “E’ infine opportuno risolvere alla radice il problema delle perdite della rete idrica pubblica e degli acquedotti, mentre sul piano culturale si prospetta la necessità di una campagna permanente sull’uso razionale dell’acqua”.

 

Tra questi vengono ricordati gli interventi di manutenzione lungo il bacino idrografico del fiume Adige realizzati dal Consorzio Trentino di Bonifica attraverso 30 stazioni di pompaggio, 70 paratoie di contenimento dell’acqua e la gestione di 170 chilometri di fosse e canali; opere e attività che rivestono un ruolo essenziale sia sul versante della stabilità del territorio produttivo agricolo, sia nell’ambito della protezione civile.

 

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“Complessivamente – ricorda il direttore dell’ente Michele Bernabè – il territorio di pertinenza del Consorzio ammonta a 20.000 ettari da Roverè della Luna a Borgo Sacco. In aggiunta all’importante funzione di bonifica idraulica, il Ctb svolge anche un ruolo determinante nel campo dell’irrigazione. Fra gli interventi realizzati negli ultimi anni va ricordato quello portato a termine sul fondovalle dell’Adige fra Zambana, Nave San Rocco e Grumo con la copertura di 670 ettari con impianti razionali a goccia, sistemi di automazione e telecontrollo e l’impiego di decine di sonde per rilevare l’umidità del terreno ed il reale fabbisogno idrico. Opere che hanno comportato un investimento di 10.200.000 euro finanziati dal Piano di Sviluppo Rurale Nazionale”.

 

Un altro importante progetto “riguarda lo sviluppo irriguo della Val di Gresta portato a termine in collaborazione con i Comuni di Mori e Ronzo Chienis e i cinque Consorzi di Miglioramento Fondiario del territorio. Il progetto è stato finanziato dal Pnrr con 10.800.000 euro che serviranno per irrigare 300 nuovi ettari di territorio grazie anche alla costruzione di un bacino di accumulo di 37.000 metri cubi, due serbatoi di riserva idrica per l’agricoltura e un nuovo serbatoio per l’acquedotto comunale. Fra i nuovi progetti del Consorzio ricordiamo quello relativo a quattro nuove aree di irrigazione che riguarderanno i territori di Chizzola di Ala, Mattarello, Lavis e Pressano per un totale di 370 ettari e un investimento di 11 milioni di euro sulla legge nazionale 178, fondi gestiti del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste”.

 

Un ultimo progetto irriguo è inoltre previsto nella zona di Brentonico per un costo complessivo di 15 milioni di euro. “Tra le iniziative portate avanti dal Ctb relative alla razionalizzazione idrica e alla salvaguardia dell’ambiente vanno inoltre ricordati i due nuovi impianti di lavaggio a circuito chiuso per mezzi agricoli realizzati a Mezzocorona e Lavis con investimenti rispettivamente di 550.000 e 360.000 euro”, continua Bernabè. “Il Consorzio ha previsto infine la costruzione di 6 nuovi lavaggi lungo l’intera asta dell’Adige per un investimento complessivo di 1.200.000 euro”.

 

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Particolarmente importanti anche gli investimenti realizzati negli ultimi anni dalla Federazione dei Consorzi irrigui e di miglioramento Fondiario della Provincia di Trento che raggruppa 229 Consorzi di cui 211 di primo grado e 18 di secondo grado. “Questi Consorzi – spiega il presidente della Federazione Mauro Capra – gestiscono l’irrigazione su una superficie complessiva di 18.500 ettari. Attualmente la Federazione è impegnata nella realizzazione di progetti per un importo complessivo di 25.161.000 euro. Inoltre, tramite risorse del Pnrr e del Fondo Nazionale Investimenti Irrigui, sono in attesa di finanziamento opere per un totale di 42.128.000 euro. La Federazione ha infine elaborato nuove progettualità da sottoporre al Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico per un totale di 125.104.000 euro”.

 

Significativi per entità e qualità anche gli investimenti complessivi riguardanti la Provincia autonoma di Bolzano. Parlando a nome dei quattro Consorzi di Bonifica operanti in Alto Adige (Consorzio di Bonifica Foce Isarco-Monte, Consorzio di Bonifica Foce Passirio-Foce dell’Isarco, Consorzio di Bonifica Monte-Salorno e Consorzio di Bonifica Val Venosta), il presidente del Consorzio Monte-Salorno Paul Nicolodi ha ricordato che questi enti “presidiano attraverso la bonifica idraulica un territorio di 13.000 ettari con 370 chilometri di fosse e canali di scolo e 19 idrovore. Gli investimenti in questo settore ammontano nell’ultimo quinquennio a 1.850.000 euro, mentre quelli previsti nei prossimi anni sono di 2.900.000 euro da finanziare. Nel campo dell’irrigazione, i Consorzi altoatesini gestiscono un comprensorio rurale di 9.300 ettari con investimenti riferiti a nuovi impianti nell’ultimo quinquennio pari a 45.850.000 euro e previsioni per i prossimi anni di 28.900.000 euro da finanziare”.

 

 

Infine Lorenzo Malpaga, dirigente del Servizio bacini montani della Provincia di Trento, ha ricordato “l’importanza delle attività di prevenzione e di protezione fondate sulla costruzione di opere capaci di attenuare i danni causati dalle alluvioni. Nei prossimi anni la strategia più importante riguarderà l’attività di ‘preparazione’, finalizzata a maturare nella popolazione la consapevolezza dei rischi legati alla crisi climatica e la necessità di affidare la propria sicurezza non solo alle istituzioni pubbliche e private che operano nell’ambito della protezione civile, ma soprattutto ai comportamenti individuali e alla responsabilità personale di ciascun cittadino”. Fabio De Polo, direttore dei Servizi bacini montani della Provincia di Bolzano, ha infine ricordato l’importanza della collaborazione fra ente provinciale e Consorzi di Bonifica nel garantire la sicurezza del territorio e lo sviluppo dell’agricoltura.





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