Nel suo omaggio a Bettino Craxi in occasione del 25ยบ anniversario della sua morte in esilio, Umberto Ranieri, un amico che stimo e un convinto riformista, trova perรฒ il modo di riproporre unโidea che non รจ soltanto sua ma che รจ sostenuta anche da alcuni autorevoli esponenti del vecchio Psi. Lโidea, cioรจ, che se le cose sono andate come sono andate e se si รจ arrivati ad un passo dalla pura e semplice cancellazione della storia e della cultura socialista questo รจ, almeno in parte, responsabilitร dello stesso Craxi il quale โnon avrebbe saputo sganciarsi da quella che era ormai diventata una alleanza opportunistica e priva di avvenire con la Dcโ e, soprattutto โavrebbe ignorato lโaccorato appello allโunitร delle forze socialiste che Norberto Bobbio gli aveva rivoltoโ. Sinceramente mi sembrano critiche non solo poco fondate ma anche ingiuste. Craxi, il 4 ottobre del 1990, pubblicรฒ sullโAvanti! un โaccorato appelloโ allโunitร di tutte le forze socialiste: โNon una generica unitร della sinistra โ scriveva Craxi โ ma lโUnitร Socialista perchรฉ da essa possa nascere una grande forza socialista, democratica, europea e internazionalistaโ. Ed era cosรฌ convinto di questo che nel 1992 modificรฒ il simbolo del Partito aggiungendo la parola Unitร Socialista.
Il riformismo socialista
Questo processo di ricomposizione delle โsparse membra del socialismo italianoโ (come le aveva definite Norberto Bobbio) poteva perรฒ realizzarsi soltanto sul terreno del riformismo socialista. Il riformismo di Giacomo Matteotti. Ed รจ precisamente questo approdo che gli eredi di Berlinguer, Occhetto e DโAlema, rifiutarono con tutte le loro forze. Al 18ยฐ congresso del Pci (che si svolse nel marzo 1989, pochi mesi prima del crollo del muro di Berlino) indicarono come orizzonte non quello del riformismo socialista ma quello della ricerca di una inesistente terza via tra il socialismo democratico, considerato superato, e il comunismo (fallito). Non piรน comunisti, dunque, ma neppure socialdemocratici.
Un anno di psicanalisi di massa sul nome da dare al nuovo partito
Il seguito della storia รจ noto: un anno di psicanalisi di massa sul nome da dare al nuovo partito, sempre perรฒ tenendo fermo il punto che non si doveva fare riferimento nรฉ al riformismo (parola malata, come disse Sergio Cofferati qualche anno dopo) nรฉ alla socialdemocrazia; e poi un fluviale cambio di nomi, una interminabile filastrocca: PDS, DS (che Cirino Pomicino definรฌ unโindicazione stradale) sino allโattuale PD, che Luciano Violante, profeticamente, definรฌ il peggio del Pci e della Dc messi insieme. In questa storia i miglioristi del Pci (di cui anche io, come Umberto Ranieri, facevo parte) che ruolo hanno avuto? Duole dirlo ma non ebbero alcun ruolo, per il semplice fatto che rinunciarono ad averlo.
Mani Pulite, la situazione precipitata
Il crollo del muro di Berlino nel novembre โ89, anzichรฉ spingere nella direzione proposta dal Psi e indicata anche dai riformisti del Pci, portรฒ ad una esasperazione dello scontro tra i due partiti. Con Mani Pulite la situazione precipitรฒ: il PDS, graziato dalla Magistratura, cercรฒ di volgere a proprio favore lโondata di anti politica. Ci furono episodi vergognosi come lโaggressione squadristica a Craxi a Largo Febo al termine del comizio di Occhetto a Piazza Navona. Una macchia indelebile! Ci fu la richiesta di Piero Fassino allโInternazionale Socialista di espellere Craxi che al PDS le porte dellโInternazionale le aveva aperte.
Lโazzoppamento del governo Ciampi
Ci fu, infine, il demenziale azzoppamento del governo Ciampi con il ritiro dei ministri espressi dal PDS (unica eccezione Luigi Spaventa che ignorรฒ lโinvito di Occhetto a dimettersi e fece il Ministro del Tesoro), ritiro che provocรฒ le elezioni anticipate del โ94 poi vinte da Berlusconi. Tutti fatti, questi, che confermano come la ragione principale della irrimediabile crisi della sinistra sia dovuta al fatto che quella italiana รจ una sinistra che nella sua maggioranza non รจ riformista. Non vuole esserlo! Lo zoccolo duro antagonista al quale Occhetto aveva affidato la sua sorte esiste davvero e resiste e, come si usava dire una volta, lotta insieme a noi. Purtroppo.
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