Timidi ma positivi segnali di ripresa dei consumi culturali anche in Basilicata – decisamente più marcati per il turismo culturale e i weekend culturali a Matera e nei borghi – emergono dall’Osservatorio dei consumi culturali degli italiani di dicembre 2024 curato da Swg per conto di Impresa Cultura Italia-Confcommercio.
Confcommercio fa una fotografia delle imprese culturali lucane (dati del rapporto Unioncamere “Io sono cultura” 2023). Il Sistema Produttivo Culturale in Basilicata ha un “giro” (2023) di 461 milioni di euro (erano 455 milioni nel 2022) e per occupazione (diretta ed indotta) raggiunge le 8.438 unità (8.200 unità nel 2022). Incide per il 3,4% del Valore Aggiunto complessivo della regione (più 0,1% in un anno). Diviso per settori, in Basilicata le attività “core” che producono beni e servizi culturali diretti raggiungono i 184 milioni (175 milioni nel 2022) con un’occupazione di 3.900 unità (identica al 2022); le altre (creative-driven) 277 milioni (in leggera diminuzione in un anno) per 4.535 unità lavorative rispetto alle 4.400 dell’anno precedente.
Quanto si spende. Dall’inizio del 2024, la spesa media mensile Italia si attesta a 86 euro. Confcommercio Potenza stima per il capoluogo e la provincia una spesa più bassa intorno ai 45 euro. Il 2024 si conclude con un vantaggioso cambio di rotta per quanto concerne la fruizione dal vivo di mostre, siti archeologici, spettacoli e concerti. Nel dettaglio, al primo posto, la spesa destinata ai concerti dal vivo supera i livelli pre-pandemia e lo stesso trend positivo trova conferma anche nelle crescenti presenze a teatro, la cui partecipazione è in aumento raggiungendo il 18% rispetto al 10% del 2019. Anche se la Basilicata è toccata solo marginalmente dai tour dei big della musica, la spesa media per i concerti sale al di sopra dei valori pre-Covid e passa da poco più di 50euro nel 2019 ad un picco di 70 euro nel giugno del 2023. Nel settore librario, un Italiano su tre legge abitualmente libri cartacei, mentre il consumo di e-book si stabilizza al 48%, segnando un interessante cambiamento nelle abitudini di consumo culturale del nostro Paese.
TV e piattaforme digitali: cresce l’uso occasionale dei servizi gratuiti di streaming
La fruizione della TV tradizionale resta stabile con 92 punti percentuali e, nonostante una leggera decrescita rispetto ai picchi nel corso della pandemia, ulteriori segnali di stabilizzazione provengono dalla sottoscrizione e fruizione delle piattaforme a pagamento, utilizzate abitualmente dal 74% degli Italiani. Tra le nuove abitudini di consumo, inoltre, si intensifica l’uso occasionale di piattaforme streaming gratuite.
I weekend culturali sono attrattivi per due Italiani su tre
Un weekend esperienziale in grado di combinare cultura, turismo e altre componenti del territorio, è una tendenza sempre più diffusa. A livello di target, uno spiccato interesse per l’idea dei weekend culturali si registra tra i residenti nel Centro Italia con un alto livello di istruzione, maggiormente interessati ai pernottamenti in strutture ricettive (94%), alle visite guidate ai siti culturali (93%) e alle esperienze gastronomiche locali (90%). Sulla base dei dati raccolti, è possibile sostenere che anche nel 2024 si riconferma la stretta connessione tra cultura e turismo nelle dinamiche territoriali. Sia che si tratti di un apposito soggiorno fuori città, a cui 3 Italiani su 4 si sono dedicati negli ultimi sei mesi, sia che si tratti del periodo della villeggiatura è sempre più comune partecipare a iniziative culturali a pagamento. Tra queste, per il 77% degli italiani il museo rappresenta la meta principale, seguita dai concerti (49%) e mostre temporanee (69%). Inoltre, anche sulla base delle rilevazioni relative alle abitudini di soggiorno nelle strutture ricettive, scelte dalla quasi totalità di Italiani, hotel, bed & breakfast e, con maggiore distacco, agriturismi e villaggi turistici, oltre a un evidente beneficio su scala nazionale, circa il 70% degli Italiani individua nel turismo culturale un volano per l’avanzamento dell’economia locale.
Fontana: “detrazione delle spese, strumento ideale per dare una spinta all’intero comparto”
“I dati del nostro Osservatorio evidenziano una complessiva tendenza di ripresa dei consumi culturali e confermano che la cultura continua a essere garanzia di benessere, socialità e crescita economica del Paese. È evidente che l’andamento dei consumi culturali si riflette sul livello di prosperità dei territori e, in modo indiretto, sui comparti connessi al mondo culturale, ma il divario tra Nord e Sud in relazione all’accessibilità economica e alla varietà dell’offerta al di fuori delle città è ampio ed è necessario intervenire in questa direzione”: è il commento del presidente Carlo Fontana, per il quale “occorre riconoscere nelle misure di detrazione delle spese lo strumento ideale per dare una spinta all’intero comparto e promuovere le iniziative culturali presso le famiglie con minori capacità di spesa, incentivando una crescita economica e sociale della comunità”.
Angelo Lovallo, presidente Confcommercio Potenza . “Le rilevazioni condotte – è il commento di Angelo Lovallo, presidente Confcommercio Potenza – evidenziano come la cultura rappresenti una linfa vitale per il capoluogo ma anche per i territori. Il fatto di sapere (anche se non se ne fruisce direttamente) che la città offre occasioni di incontro, spettacoli, momenti per riflettere, confrontarsi, divertirsi diventa un fattore che riempie di qualità la vita cittadina. E il numero di eventi specie nel centro storico cresce di pari passo con la qualità. Riconosciamo l’impegno profuso da associazioni, artisti, scrittori, poeti singolarmente o in gruppi, come è accaduto nelle recenti festività. Da questo punto di vista il valore sociale e pubblico della cultura appare un elemento imprescindibile e da valorizzare al di là della giusta necessità che l’impresa culturale sappia sostenersi economicamente in modo autonomo. Soprattutto nel centro storico di Potenza – aggiunge Lovallo – le proposte di buona musica in esercizi pubblici, pub, luoghi di ristoro è il modo migliore per attrarre i cittadini e i diversi target di utenti e quindi non solo giovani a consumare food e beverage e al tempo stesso cultura”.
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