Ecco il piano. Ma ormai la vongola è “azzerata”

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Questa mattina al ministero dell’Agricoltura, a Roma, è stato presentato il “Piano di intervento per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu”. All’evento hanno partecipato il Commissario Straordinario per il Granchio Blu, Enrico Caterino, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin e il Sottosegretario del Masaf, Patrizio La Pietra.

Il Piano vede la collaborazione di Ispra, Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Crea, Capitanerie di Porto ed Enti territoriali delle regioni più colpite dall’emergenza. “Con un finanziamento complessivo di 10 milioni di euro – stanziati nel Dl Agricoltura – per il biennio 2025-2026 – spiega la nota stampa – il Piano mira a tutelare la biodiversità degli habitat colpiti, contenere e contrastare la proliferazione della specie invasiva, prevenire ulteriori danni economici e promuovere la ripresa delle attività di allevamento e pesca”.

“Tra le principali misure si segnalano il contenimento e lo smaltimento del granchio blu, la protezione delle strutture di acquacoltura, la valorizzazione delle biomasse attraverso utilizzi alternativi e il sostegno economico alle imprese del settore. Le risorse stanziate per la realizzazione del piano straordinario, si sommano agli oltre 44 milioni di euro stanziati dal Masaf negli ultimi anni”.

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“Desidero ringraziare il commissario Caterino per l’impegno e la competenza dimostrati nella gestione di questa emergenza. Con rapidità ed entro i tempi stabiliti, grazie al lavoro del ‘Sistema Italia’, siamo riusciti a trasformare una criticità come il granchio blu in un’opportunità concreta di crescita per il settore dell’acquacoltura, attraverso un piano strategico mirato ed efficace. Questo risultato, frutto della collaborazione tra amministrazioni locali, regionali e centri di ricerca, rappresenta un esempio virtuoso di come affrontare le sfide per creare sviluppo e valore”, ha dichiarato il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

“Il Piano per fronteggiare la proliferazione del granchio blu è la risposta del Governo a una doppia emergenza: economica e ambientale”, ha affermato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Secondo Ispra, in Italia si contano oltre 3300 specie invasive, un numero molto importante, che ci ricorda l’importanza di tutelare la biodiversità marina, cioè la vita e la natura presente dei mari, che per noi sono elemento di benessere ambientale, di sviluppo economico e di attrattiva unica al mondo, senza trascurare l’emergenza economica per i gravissimi danni che il granchio blu e altre specie “aliene” hanno creato agli allevamenti di molluschi con danni che hanno raggiunti in alcuni casi il 100% delle produzioni”.

“Il piano contro il granchio blu – ha detto il Commissario Enrico Caterino – è il frutto di un lavoro congiunto realizzato in collaborazione con ministeri, Regioni, pescatori e altri attori coinvolti, a cui va un sentito ringraziamento per il contributo fondamentale offerto. La strategia integrata prevede pesca selettiva, monitoraggio e protezione degli ecosistemi, con interventi concreti che vedranno protagoniste le flotte locali. Saranno finanziati cattura, smaltimento e installazione di recinzioni nelle aree idonee. L’obiettivo è unire competenze e risorse per ripristinare l’equilibrio ambientale e garantire il sostegno alle attività produttive”.

“Insieme al ministro Lollobrigida, dal primo giorno della crisi che ha colpito il comparto, abbiamo dato massima attenzione al comparto, con un decreto ad hoc e con la nomina del commissario per l’emergenza. Scelte rapide e concrete a riprova dell’importanza che il Masaf ha sempre dato alla pesca e all’acquacoltura fin dal giorno dell’insediamento al ministero” dichiara il Sottosegretario del Masaf, Patrizio La Pietra.

“Rispetto alla nomina del Commissario, ora il quadro comincia ad essere abbastanza chiaro. C’è stata una situazione di danno notevole con il 100% di venire meno delle vongole. Dall’altra parte però adesso si comincia ad andare avanti, c’è un piano per la raccolta, ma anche un piano per il riutilizzo, nel senso che il granchio blu, che è una specie aliena, sta diventando un percorso di nuove economie. Quindi un movimento c’è, è importante, e dobbiamo andare avanti a fianco dei pescatori e di tutti coloro che hanno interesse su un luogo e che collaborano. Su questo l’occasione è di ringraziare le due regioni e le amministrazioni in particolare della provincia di Rovigo, Capitanerie di Porto, Ispra e Crea”.

Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, al punto stampa organizzato al ministero dell’Agricoltura per la presentazione del piano d’azione contro il granchio blu, nelle aree dell’Alto Adriatico, in Veneto ed Emilia Romagna. Si tratta “passo per passo” da un lato di diminuire la popolazione di granchio blu, ha riferito Pichetto Fratin, “e quindi creare le condizioni per avere una nuova semina di vongole, dall’altro, per quello che rimane, fare interventi di gestione corretta”.

“Noi in Italia – ha proseguito Pichetto – abbiamo circa 3.300 specie aliene ormai. Il granchio blu c’era 70-80 anni fa ma il mare non era così caldo per permettere una proliferazione di queste dimensioni con un milione di uova che ogni femmina deposita. Pertanto si tratta di trovare un punto di equilibrio. Nel G7 a presidenza italiana c’è stato un paragrafo che ha riguardato proprio le specie aliene”. In merito ai danni all’ecosistema, “ci sono valutazioni da parte delle organizzazioni della pesca però per calcolarli complessivamente – ha concluso Pichetto – bisogna trovare il punto di fermo, non solo l’attuale fase iniziale, e comunque sono già decine di milioni. Bisogna arrivare a quello che sarà il nuovo equilibrio

Il senatore Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, parla di un “lavoro importantissimo, frutto del lavoro continuo e costante del Governo e dell’interesse al problema su cui sono personalmente intervenuto diverse volte anche con emendamenti. Dalla stessa istituzione del commissario al fondo da 10 milioni di euro a sua disposizione, dallo stanziamento di 500mila euro per l’esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali all’equiparazione delle imprese della pesca e dell’acquacoltura a quelle agricole, permettendo loro l’accesso agli indennizzi del Fondo di solidarietà nazionale. Tante le proposte da noi avanzate e accolte dall’esecutivo che hanno aiutato le imprese della pesca e dell’acquacoltura. A loro va il nostro ringraziamento per il ruolo che hanno svolto e svolgeranno nella gestione dell’emergenza. Quella del granchio blu è indubbiamente una situazione difficile, che va affrontata con strumenti moderni come quelli approvati nei miei emendamenti e come quelli proposti dal piano di interventi. Un piano che unisce investimenti, ricerca, innovazione, lavoro; un piano che affronta concretamente l’emergenza”.

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Di parere nettamente contrario, nel valutare il piano e la sua tempistica, l’onorevole Nadia Romeo, deputato Pd, rodigina. “Nella migliore, nella più ottimistica delle ipotesi, credo che si possa vedere al massimo il bicchiere mezzo vuoto: perché i fondi, 10 milioni in tutto, arrivano sì, ma arrivano a due anni di distanza dal manifestarsi massiccio dell’emergenza granchio blu. Nel frattempo, c’è chi ha chiuso, c’è chi ha subito danni irreparabili, c’è chi ha abbandonato la pesca. Soprattutto, è stata ormai azzerata la produzione della vongola verace, vera eccellenza del Bassopolesine, che era leader per esportazione in Europa. In questo lasso di tempo – due anni, ripeto, e sono tanti – abbiamo assistito a passerelle, da parte di esponenti di questo Governo, distanti anni luce dalla realtà dell’emergenza, minimizzazioni, colpevolizzazioni dei nostri pescatori. Inaccettabile. Personalmente, invece, penso che un plauso vada rivolto proprio a loro, a tutti i nostri pescatori, partite Iva o cooperative, che si sono rimboccati le maniche per trovare altre soluzioni, diversificando, perché il mercato non  venisse annientato del tutto. Così come a tutte le persone, istituzioni, associazioni di categoria che, pure in un Polesine lasciato a lungo solo nel gestire questa calamità epocale, hanno fatto miracoli per limitare i danni”.

“Danni, comunque, pesantissimi, devastanti, incalcolabili. Lo stesso ministro Pichetto Fratin, non a caso, ha dichiarato all’Ansa che ‘C’è stata una situazione di danno notevole, con il 100% di venire meno delle vongole’. Un disastro epocale che matura sotto un Governo che ha sempre fatto del ‘Made in Italy’ una delle proprie parole d’ordine, tanto da volere fondare anche un (fallimentare) indirizzo di studi dedicato. Alla resa dei conti, però, in Bassopolesine il Made in Italy è stato lasciato morire”  Ogni trionfalismo, quindi, appare decisamente fuori luogo e da evitare a ogni costo, non foss’altro che per rispetto nei confronti degli unici, veri eroi di questa triste vicenda: i pescatori, i bassopolesani, i polesani. Che, sin da subito, avrebbero meritato maggiore rispetto e maggiore attenzione per le grida di aiuto e i provvedimenti che invocavano, senza risultato. Grazie, davvero, ai nostri pescatori, che nel momento più buio, con la propria tenacia e la propria passione, sono stati, di fatto, l’unico argine alla completa catastrofe”.

“Ora, speriamo che si possa aprire una fase nuova, nella quale lavorare tutti assieme,  per rilanciare un settore strategico per il nostro Polesine dal punto ambientale, economico e sociale. Una fase, soprattutto, nella quale il territorio venga ascoltato, valorizzato e supportato davvero”.





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