Alluvione, c’è l’ordinanza: Curcio accelera sui rimborsi e sposta la struttura in città

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di
Marina Amaduzzi

Il commissario in Regione con de Pascale: indennizzi per i danni di ottobre

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Accelerare i tempi, dare risposte. È questa l’«ossessione», come l’ha definita Michele de Pascale, che accompagna il presidente della Regione e il commissario straordinario Fabrizio Curcio nell’imprimere un «cambio di passo» alla ricostruzione post-alluvione. Ieri Curcio ha partecipato per la prima volta alla riunione con i firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima e nella stessa giornata de Pascale ha firmato l’intesa all’ordinanza del capo del dipartimento della Protezione civile che stanzia i primi contributi per le imprese e le famiglie colpite dall’alluvione dell’ottobre scorso. Bologna in primis.

Partiamo da qui. Sono previsti fino a 5mila euro di contributi alle famiglie (10mila euro a quelle danneggiate anche dall’alluvione di maggio 2023) e fino a 20mila euro di contributi alle imprese e ai professionisti che hanno subito danni da quell’alluvione. La domanda di contributo potrà essere presentata tramite i sindaci dei Comuni colpiti da parte delle famiglie, oppure tramite la Regione per le imprese. Il contributo verrà erogato in due fasi: acconto e saldo. Le domande di acconto devono essere presentate entro il 30 giugno. Il sostegno, spiega in una nota la Regione, è rivolto al ripristino, anche parziale, di abitazioni principali e relative pertinenze danneggiate, alla pulizia e alla rimozione di acqua, fango e detriti; al ripristino o sostituzione di beni mobili distrutti o danneggiati, di impianti essenziali per acqua, gas ed energia elettrica, o delle parti comuni degli edifici residenziali non fruibili. Per le attività produttive, il commercio e i professionisti il contributo copre spese relative al ripristino della sede, delle pertinenze, dei beni strumentali, delle scorte, dei beni mobili, degli impianti, gli interventi di pulizia e le spese di delocalizzazione.




















































Curcio ieri ha potuto ascoltare direttamente dalla voce dei rappresentanti delle categorie economiche, dei sindacati e del mondo sociale che compongono il Patto, cosa chiede l’Emilia-Romagna per vedere risultati concreti nella ricostruzione. «È stato un momento molto importante, i temi sono ampiamente condivisi — spiega de Pascale —, l’esigenza condivisa è quella di mettere in campo alcuni miglioramenti nelle procedure di indennizzo. E dobbiamo anche ritrasmettere fiducia ai cittadini e alle imprese sulla possibilità di andare a risultato rispetto all’indennizzo. Su questo tema sono arrivati molti stimoli e sollecitazioni dal Patto. La parte su cui stiamo lavorando più convintamente è realizzare un cambio di passo reale sulle opere di sicurezza». E tra le opere urgenti, solo per fare qualche esempio, ci sono la confluenza tra Marzeno e Lamone che ha allagato Faenza, i due ponti ferroviari di Boncellino e Sant’Agata che vanno alzati, le aree per gli allagamenti programmati, uno per ogni bacino fluviale.
Condivide la necessità di miglioramenti anche Curcio. «Alcuni saranno rapidi, altri richiederanno riflessioni in più, che non significa fermare le macchine ma continuare a fare determinate attività operative sapendo che alcune modifiche necessitano di un momento in più per capire bene quale è la programmazione». Dunque si va avanti con le opere urgenti, con gli indennizzi a privati e imprese e anche con il supporto tecnico. «Ci sono situazioni, sia nell’Appennino forlivese sia in quello bolognese, dove i Comuni non ce la fanno più — spiega de Pascale —. Non hanno la struttura tecnica per poter affrontare le criticità che hanno e quindi in quel senso vogliamo studiare insieme, anche come Regione, un’attività di supporto più forte». 

E si lavora anche ad «omogeneizzare i percorsi», spiega Curcio, facendo rientrare la ricostruzione dei danni per gli eventi di settembre-ottobre 2024 (l’intero capitolo Bologna con il problema del Ravone e dei canali tombati in primis) nel mandato del commissario, ma per questo è richiesto un decreto del governo per il quale ci vorrà un mese e mezzo circa. Nella riunione di ieri sono state condivise anche le prime attività logistiche per il trasferimento di parte della struttura commissariale a Bologna, probabilmente in spazi della Regione («Mi casa es su casa», dice sorridendo de Pascale). «Non è un elemento di sola forma ma di forma e sostanza — conclude Curcio — perché essere qui significa essere direttamente collegati con i nervi diretti e operativi del territorio».

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23 gennaio 2025 ( modifica il 23 gennaio 2025 | 10:15)

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