«Dietro al marketing poca sostanza»

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Ryanair torna a far parlare di sé. La low cost ha annunciato meno investimenti nella Capitale nell’anno del Giubileo e il ceo Eddy Wilson ha attaccato gli scali di Ciampino e Fiumicino. «Non siamo obbligati a volare su Roma e non siamo nemmeno tenuti ad aumentare la nostra presenza» ha detto. Perché? I costi sarebbero troppo alti nello scalo principale, in attesa dell’aumento dell’addizionale comunale di 50 centesimi in tutti i grandi aeroporti da aprile e peserebbe il limite anti-rumore dei voli a Ciampino (massimo 65 al giorno, ma è così dal 2018). Cosa cambia allora nella sostanza? Poco o nulla, visto che verrà eliminato solo un aereo a Fiumicino.

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Gli effetti

«Un investimento da circa 100 milioni di euro in meno – spiega Andrea Giuricin, docente della Bicocca e tra i massimi esperti in Italia nel trasporto aereo – non intimorisce affatto un grande scalo come Fiumicino, che è da anni premiato come il migliore in Europa ed è in una posizione di forza in questo momento, visto il grande aumento di traffico aereo, con 55 milioni di passeggeri attesi nell’anno del Giubileo».

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«Quanto detto dalla compagnia irlandese – aggiunge – direi che rientra nell’ambito del marketing e serve per ottenere sconti e incentivi a livello locale e nazionale, ma non cambierà nulla per turisti e residenti: Roma rimarrà una destinazione importante e attrattiva, anche per Ryanair». Tradotto: nonostante la decisione di puntare con più forza su scali minori in Calabria, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo (dove è stata eliminata l’addizionale comunale), ma anche su Bergamo e Malpensa, in una prossima estate comunque senza slanci, il vettore low cost non potrà permettersi di rinunciare alla sua presenza a Roma. Banalmente perché se toglie aerei o slot, in un anno di crescita come l’attuale per Fiumicino, questi sarebbero subito sostituiti da altre compagnie. E oramai le grandi città, per un vettore che è al primo posto per passeggeri in Italia, sono un business centrale.

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Le tariffe

Ma i costi sono davvero così elevati a Roma? Secondo Ryanair le tarriffe aeroportuali cresceranno del 44% a Ciampino e del 15% a Fiumicino entro il 2028, dopo aumenti già registrati finora. Ma, da quanto risulta a Il Messaggero, al momento i costi a Fiumicino sono inferiori alla media europea e sono aumentati solo del 5% quest’anno rispetto al 2023, rispetto a incrementi superiori negli altri hub del Vecchio Continente.

Le tariffe sono poi comunque calate negli ultimi 7 anni del 14% (come si evince dall’ultima consultazione utenti di Aeroporti di Roma), a fronte di investimenti complessivi di 2 miliardi nello stesso periodo. Con riferimento invece agli aggiornamenti delle tariffe Ciampino, i livelli rimangono in ogni caso tra i più competitivi in Europa e l’incremento è collegato, presumibilmente, con il cap dei voli imposti allo scalo dalla norma del 2018. Le tariffe definite dal modello dell’Autorità di regolazione sono state comunque approvate in consultazione dalle linee aeree e ritenute adeguate alla qualità dei servizi degli scali.

Secondo Wilson «attraversare l’aeroporto di Fiumicino come passeggero costa 48 euro, su una tariffa che per noi spesso parte da 29 euro». Ma 29 euro è la tariffa minima, su voli Ryanair che in alcuni casi in questo momento per i passeggeri arrivano anche a costare 200 euro, extra esclusi. Non solo. «È normale – spiega Matteo Caroli, docente ed esperto di economia e turismo della Luiss – che in un grande aeroporto le tariffe siano superiori agli scali medi e piccoli, visti i costi che sostiene e il servizio più elevato che garantisce, mentre lo scalo di Malpensa non può essere preso d’esempio perché ha un modello di business diverso. In ogni caso le compagnie e in primis proprio le low cost ogni anno ottengono centinaia di milioni di incentivi soprattutto dagli scali secondari: sono troppi e andrebbero rimossi». La partita per Ryanair, secondo Giuricin, «è più ampia della sola Roma».

La Capitale è importante come mai per il turismo nazionale nell’anno del Giubileo e in questo senso, nella visione della low cost, l’annuncio dovrebbe far rumore per il governo. All’esecutivo la compagnia chiede di togliere l’addizionale comunale in tutta Italia e in cambio propone un piano monstre: investimenti per 4 miliardi di dollari, 20 milioni di passeggeri in più e 1500 nuovi posti di lavoro. Non solo: Fiumicino quest’anno sarà centrale per la neonata fusione tra Ita e Lufthansa, mentre cresce la concorrenza tra Ryanair e WizzAir nella Capitale. Dietro l’attacco agli aeroporti romani, quindi, secondo gli esperti del settore aereo ci potrebbe essere anche una strategia commerciale preventiva.

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