Partecipazione dei lavoratori, ecco cosa (non) cambierà nelle banche

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Stop ai lavoratori bancari nei consigli di amministrazione degli istituti di credito. Tutti i dettagli dopo un emendamento alla proposta di legge sulla “partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa”

Adesso è ufficiale: stop ai lavoratori bancari nei consigli di amministrazione delle banche. Ieri sera le Commissioni Lavoro e Finanze della Camera, dove è all’esame la proposta di legge della Cisl sulla “partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa”, hanno approvato un emendamento della Lega che esclude la partecipazione dei lavoratori nelle banche. Uno schiaffo per Riccardo Colombani, segretario generale della First, il sindacato dei bancari della Cisl. Come anticipato la scorsa settimana da StartMag, l’indirizzo che aveva preso la proposta era sotto gli occhi di tutti: escludere dall’applicazione della disciplina le società partecipate, ma anche falciare interamente alcuni articoli. E così è stato.

Soppresso l’intero articolo 15, la norma che stabiliva la costituzione di commissioni paritetiche di consultazione con i rappresentanti dei lavoratori in materia di politiche di remunerazione del personale, politiche di incentivazione della produttività del personale, politiche commerciali.

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Ma è un brutto colpo per tutta Cisl che è promotrice di questa iniziativa popolare in Parlamento. “Della proposta della Cisl non è rimasto assolutamente niente, solo il titolo. Non è più una legge sulla partecipazione”, commenta dall’opposizione la responsabile Lavoro nella segreteria del Pd Maria Cecilia Guerra. Che non garantisce il voto dei Dem al testo (“Sicuramente non possiamo sostenerlo”) e aggiunge: “Mi chiedo anche la Cisl come la prenderà”.

La norma stabiliva la costituzione di “commissioni paritetiche di consultazione con i rappresentanti dei lavoratori” su politiche di remunerazione del personale, compresi dirigenti e amministratori, politiche di incentivazione della produttività del personale, politiche commerciali, ove presenti. La soppressione si aggiunge allo stop, approvato, martedì, all’obbligo per le società a partecipazione pubblica di integrare i consigli con almeno un rappresentante dei lavoratori. Ma le modifiche al testo sono tante, alcune arrivate in extremis con altri 6 emendamenti dei relatori.L’esclusione delle banche e anche delle imprese che forniscono servizi pubblici essenziali, come stabilito dall’emendamento approvato, ridimensiona drasticamente l’ambito di applicazione della legge.

Secondo fonti parlamentari, la decisione è stata giustificata dall’unicità del modello bancario, dove già esistono strumenti di rappresentanza interna. La battaglia per la partecipazione dei lavoratori nei cda non è nuova e, come accennato, nel contratto nazionale dei bancari del novembre 2023, si era già assistito a un compromesso privo di concrete misure operative.

La soppressione dell’articolo 15 rafforza la posizione dei grandi gruppi bancari e Abi (Associazione Bancaria Italiana), che si sono mai mostrati particolarmente favorevoli a un maggiore coinvolgimento diretto dei dipendenti. Si tratta dell’ennesima modifica che, secondo le opposizioni, stravolge totalmente la proposta originaria della Cisl. Ma la maggioranza parla di svolta, mentre il segretario della confederazione bianca Luigi Sbarra si appella alla politica perché lo spirito del testo “sia preservato” e replica alle critiche del leader della Cgil Maurizio Landini: “O è in cattiva fede o non ha letto il testo”.

Le implicazioni di questa decisione sono rilevanti non solo per il settore bancario, ma anche per l’intero dibattito sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese italiane. Se da una parte la soppressione della norma viene giustificata con la necessità di salvaguardare l’autonomia decisionale delle banche, dall’altra viene percepita come una vittoria del conservatorismo e una sconfitta per chi spinge verso una modernizzazione dei processi aziendali. Tutto resta nelle mani della volontarietà e della partecipazione.

In pratica, della proposta presentata dalla Cisl rimane poco e nulla e alla First un pugno di mosche.



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