Pd contro la missione in Australia del sindaco Biondi: “In vacanza con i soldi degli aquilani, chieda scusa per i ritardi”

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Dopo la miccia accesa dai consiglieri comunali Lorenzo Rotellini e Paolo Romano, anche il Partito Democratico aquilano si scaglia contro la missione del primo cittadino Pierluigi Biondi in Australia, dal costo di 14 mila euro, per ringraziare la Fondazione Australian Abruzzo Earthquake Appeal di Melbourne, istituita dal governo australiano e dalla comunità italiana del paese oceanico nel 2009 con lo scopo di avviare una maratona di solidarietà che ha permesso di raccogliere 4 milioni di dollari. Fondi destinati al recupero della torre civica di Palazzo Margherita.

In realtà, hanno ricordato nel corso di una conferenza stampa gli esponenti Pd, tra cui l’ex sindaco Massimo Cialente e l’ex assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, quei fondi erano inizialmente destinati alla realizzazione di un teatro auditorium di circa 1000 posti a sedere nel parco urbano che doveva sorgere a Piazza d’Armi. “Se non fosse che, – affermano i Dem – per precise responsabilità dell’amministrazione Biondi, il progetto del parco urbano di Piazza d’Armi non è stato realizzato e, nel frattempo, per mettere una pezza al disastro che Biondi e la sua Giunta hanno combinato per la ricostruzione di Palazzo Margherita, le risorse garantire dagli italiani in Australia sono state dirottate alla riparazione della Torre civica, in drammatico ritardo sul cronoprogramma più volte annunciato“.

Il progetto del parco di Piazza d’Armi non fu realizzato perché, come hanno ricordato gli esponenti del Pd, “nel 2017, con l’amministrazione Biondi già in carica, l’impresa RIALTO Spa, aggiudicataria dell’appalto integrato, rimise un progetto che superava, e di molto, l’importo economico del progetto definitivo posto a base di gara. Già allora, l’amministrazione avrebbe dovuto rescindere il contratto e affidare i lavori all’impresa seconda classificata. Lo abbiamo detto in ogni modo, inascoltati. Sta di fatto che si sono persi 5 anni, per arrivare alla rescissione del contratto soltanto nel 2022“.

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Da qui, il dirottamento dei fondi alla torre civica di palazzo Margherita, tornato sede del Comune dell’Aquila a dicembre 2023 dopo anni di ritardi e, sempre secondo i Dem, di disinteresse di Biondi nel reperire i fondi per la torre civica “che pure avrebbe reperito facilmente dal Cipe come finanziamento di ricostruzione pubblica. Resosi finalmente conto dei ritardi accumulati, e smanioso di mettere anche qui una pezza in piena campagna elettorale per le comunali del 2022, il sindaco ha ben pensato di stralciare la Torre civica dai lavori di ricostruzione del palazzo, dando vita anche alla vergognosa finta inaugurazione a poche settimane dal voto“.

In merito al progetto, d’intesa tra Comune, Fondazione Carispaq e comitati australiani, il Pd aquilano sottolinea anche i ritardi sul cronoprogramma dei lavori che era stato condiviso, secondo cui entro maggio 2024 si sarebbe dovuti arrivare a revisione del progetto già esistente di recupero della torre e il mese successivo procedere con l’affidamento dei lavori. “Al contrario – scrivono i Dem – ancora oggi viene comunicato che serviranno altri 60 giorni, almeno“.

“D’altra parte, anche il ricorso al contributo della fondazione Carispaq ci lascia più di un dubbio – proseguono -. Il ricorso alle fondazioni, si deduce dal codice, è consentito quando queste vogliano intervenire, con fondi propri, al recupero di un patrimonio culturale vincolato. In questo caso, la donazione dei comitati australiani è stata fatta al Comune dell’Aquila che, come detto, l’ha inserita in un programma di intervento a procedura interamente pubblica; in altre parole, è il Comune che si fa carico della progettazione esecutiva dell’intervento. Sicuri che la fondazione possa intervenire?“.

“Che è andato a fare Biondi in Australia? Avrebbe fatto meglio a stare a Palazzo Margherita dove, in verità, lo si vede pochissimo, per provare a risolvere i disastri combinati dalla sua amministrazione. Certo, è difficile rinunciare ad una vacanza invernale al caldo dell’Australia pagata dalle aquilane e dagli aquilani. Speriamo che, di ritorno, possa spendere almeno una parola sul tentativo del suo Governo di strappare all’Aquila anche la Corte dei Conti. Almeno questo“, conclude il Pd aquilano.



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