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Bellisario: «Nel mio condominio abitano persone disabili che la notte non riescono a dormire». Il Comune di Napoli è già stato condannato a risarcire 10 abitanti dei Decumani
La sentenza del tribunale di Napoli che ha condannato il Comune (che farà ricorso) a risarcire con oltre 230mila euro 10 residenti di piazza Bellini e dintorni per il caos della movida, ridà speranza ai tanti residenti che da anni lamentano lo stesso disagio da inquinamento acustico in altre aree del centro storico. «Siamo esausti», dice Salvatore Bellisario, che abita al primo piano di uno stabile di via Cisterna dell’Olio, a pochi passi da Spaccanapoli. «Ho tre locali notturni sotto casa – spiega – e la notte è impossibile chiudere occhio per il rumore, la musica, che arriva soprattutto dai vicini baretti di vico Quercia. Qui negli ultimi anni il Comune ha rilasciato 40 licenze ad altrettanti locali notturni in uno spazio di appena 200 metri. Ogni locale che ha disposizione al proprio interno pochi metri quadrati di spazio, ha occupato i vicoli con decine di tavoli, dove poi si riversa la maggior parte della clientela. Nel mio condominio – prosegue – abitano persone disabili che la notte non riescono a dormire. Affianco a me c’è un signore anziano malato di Alzheimer che a causa di tutto questo frastuono non ce la fa più ad andare avanti».
Il malcontento generale ha spinto anche in questo caso i residenti fare causa al Comune. «A dicembre – racconta Bellisario – è stata presentata al giudice la relazione tecnica del Ctu, dove emerge che nei nostri appartamenti si supera anche di 18 decibel il limite massimo di tollerabilità. Ciononostante – aggiunge – quando abbiamo proposto al Comune la chiusura anticipata di questi locali, alle 23 o al massimo entro mezzanotte, ci ha attaccato dicendo che così si crea una concorrenza sleale con i locali di altre zone. Hanno anche detto che se noi residenti avessimo presentato una querela l’amministrazione sarebbe intervenuta subito a porre un freno. Ma sai quante querele abbiamo fatto – sbrocca Bellisario – abbiamo un fascicolo alto mezzo metro. E a nulla – spiega – è servito in questi anni chiamare i vigili, non sono mai venuti. I carabinieri, invece, quando sono arrivati ci hanno pure redarguito per averli chiamati».
Tra i residenti di vico Quercia si aspetta intanto con ottimismo la sentenza del giudice, dopo la pronuncia favorevole che c’è stata in questi giorni per gli abitanti di piazza Bellini. «Il malcontento – dice Bellissario – è generale, ed è inaccettabile che il Comune anziché chiedere scusa ai cittadini, annuncia che farà appello contro questa prima sentenza. L’assessore comunale al Turismo – poi aggiunge – continua a dire che dovremmo essere contenti di questa vitalità che si registra nel centro storico. Ma contenti di cosa? Non possiamo neanche andare via di qui, perché saremmo costretti a svendere le nostre case: chi vuoi che venga ad abitare in questo frastuono?».
La problematica riguarda come è noto diverse aree della città. Da via Aniello Falcone, al Vomero, al centro storico. Anche nei Quartieri Spagnoli, interessati in questi anni da un flusso turistico straordinario, la situazione dell’inquinamento acustico è allarmante. «Qui – racconta un residente che preferisce l’anonimato – baretti e spritzerie alzano il volume della musica già dalle 10 di mattina, per richiamare i gruppi di giovani che passeggiano su via Toledo, e il volume alto della musica prosegue per tutta la giornata, soprattutto nei fine settimana, fino a notte fonda».
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