La professione di perito agrario incarna la dedizione alla terra e la sostenibilità, fondamentale per il nostro futuro. Chi meglio del presidente nazionale dei periti agrari può delineare il futuro di questa attività fondamentale per trasferire in campo l’innovazione, accompagnare i processi di pianificazione, la crescita e lo sviluppo delle aziende agrarie.
Mario Braga è intervenuto al centro scolastico agro-alimentare “Ranieri-Marcora” di via Agazzana per un incontro con gli studenti delle classi 4° e 5° dell’Istituto Tecnico Agrario “G.Raineri” per coinvolgerli ed informarli sulle opportunità e prospettive della professione di perito agrario libero-professionista, ma non solo, visto che questi tecnici sono al fianco degli imprenditori agricoli anche per aumentare la sicurezza sul lavoro, favorire e diffondere la cultura dell’igiene e della sicurezza alimentare, senza escludere i processi di sostenibilità delle procedure produttive. Essi inoltre forniscono informazioni tempestive e dettagliate sulle opportunità offerte dalle istituzioni o dal sistema creditizio italiano.
Insomma, una professione a tutto tondo radicata nel territorio e la riunione organizzata dall’Ordine piacentino (presidente Carlo Zazzali e la collaborazione della professoressa Paola Gazzola docente dell’Itas), è stata indetta proprio per aiutare i giovani a capire le potenzialità della nostra agricoltura e dei soggetti che la caratterizzano per favorire quel processo di ringiovanimento delle nostre imprese agricole e alimentari, nonché valorizzare il debole e inadeguato settore della ricerca, la sperimentazione, l’assistenza tecnica e professionale.
Proprio a tal fine, i periti agrari con queste iniziative intendono coinvolgere le scuole (istituti tecnici, professionali ed università) per favorire quella relazione sinergica fra scienza e competenza che sta gradualmente riformando nel profondo la pedagogia professionale del nostro Paese, con il fine di ripensare un modello che ancora fatica a riconoscere la professione intellettuale quale fattore essenziale e centrale dello sviluppo agricolo.
Dopo il saluto del preside Alberto Mariani e del vicesindaco ed assessore ai Lavori pubblici, patrimonio e cura del verde pubblico Matteo Bongiorni e del presidente provinciale Zazzali, ha preso la parola Braga. Nel suo appassionato intervento ha ribadito che i periti agrari «sono fondamentali per la crescita e lo sviluppo di un modello agricolo che valorizzi tutte le potenziali eccellenze del nostro Paese, senza lasciare indietro intere aree agricole in territori che hanno caratteriste pedo-agronomiche e climatiche straordinarie, ma anche il verde urbano e privato».
Braga ha ricordato Cosimo Ridolfi e l’Accademia dei Georgofili per dare un ruolo attivo nella società ai tecnici dell’agricoltura, fondamentali per la qualità della vita, un settore che, unico, non si è fermato neppure durante il tragico periodo del Covid, proprio perché strategico per tutto il paese ed i suoi tecnici sono il massimo dell’espressione pedagogica perché è qui, in questa scienza, «che l’uomo si riconnette con il suo ambiente».
Braga ha invitato gli studenti ad essere «orgogliosi del ruolo che andranno a ricoprire nella società attraverso il massimo dei percorsi tecnico-educativi, con sempre al centro l’uomo ed il suo territorio, nonché i suoi settori produttivi, un ruolo sociale che si esplicita non solo nell’agro-alimentare, ma anche in tutto ciò che è qualità della vita nelle città e nel loro verde pubblico».
Ma Braga ha ricordato anche «i temi della sicurezza alimentare, la pianificazione della gestione delle acque superficiali e di falda, la rigenerazione delle aree marginali e delle zone colpite da calamità naturali, l’uso razionale dei fitofarmaci, tutti compiti che devono essere affidati a professionisti che non si possono improvvisare, ma che si formano ed aggiornano costantemente, in una realtà che oggi si trasforma a velocità impressionante».
Non a caso il presidente nazionale ha parlato anche dell’Intelligenza Artificiale che «va gestita senza diventarne sudditi, senza farci travolgere dai suoi processi, essere pronti a vivere questi cambiamenti epocali senza subirli e la scuola è il luogo più deputato a formare tecnici preparati, aggiornati, ma soprattutto uomini».
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