Gode della copertura e dei consigli di La Russa. Ma non ha brillato sul turismo, sulle province e sulle mance
A differenza di Edy Tamajo, capace di guadagnarsi i voti sul campo, per Gaetano Galvagno la questione è diversa. L’incoronazione a ‘candidato presidente’ dovrebbe arrivare da Roma, nella fattispecie da Palazzo Giustiniani, sede della presidenza del Senato. E’ lì che Ignazio La Russa coltiva le amicizie importanti; è da lì che impone un ritmo (anche) alle vicende siciliane. E’ stato La Russa, ancor prima di diventare quello che è oggi, a scegliere in casa d’altri Schifani, per elevarlo al trono nell’autunno del 2022; e potrebbe rifarlo, una seconda volta, col suo “delfino”.
L’enfant prodige di Fratelli d’Italia, con l’arma (o la tattica?) della diplomazia, è stato capace di ritagliarsi la giusta considerazione anche tra le opposizioni. Galvagno è il garante del buon funzionamento dell’Assemblea regionale, anche se spesso l’aula s’incarta e ne paga le conseguenze. Come nel caso delle frequenti impugnative da parte del Consiglio dei Ministri e della Corte Costituzionale dei disegni di legge che prorogano i regimi commissariali nelle ex province. A non farci una bella figura, oltre ai 69 deputati “semplici”, è anche il massimo inquilino di Palazzo dei Normanni, che infatti – adeguandosi agli umori di Fratelli d’Italia e, adesso, anche di Schifani – ha garantito che non sarà approvata alcuna norma sulla reintroduzione del voto diretto finché non sarà abrogata la legge Delrio (o arriverà una deroga dal parlamento nazionale). Galvagno aveva anche assicurato che l’aula avrebbe lavorato col massimo rigore per evitare le ‘bocciature’: pur essendo evidenti che le responsabilità di una norma non sono ascrivibili soltanto al presidente, ma concernono gli interessi dei partiti o di singoli parlamentari, sotto questo profilo la Sicilia e l’Ars hanno molto da lavorare (e da imparare).
Oggi Galvagno gode della massima considerazione non solo in virtù del suo primeggiare in aula (lo apprezzano De Luca e i Cinque Stelle oltre a quelli della sua coalizione), ma anche in ambito culturale. Ha sposato, insomma, la mission dei patrioti: anche se l’atto con cui ha licenziato Patrizia Monterosso da direttrice della Fondazione Federico II, con una Pec, resta umanamente una macchia. Ma anche culturalmente, perché dimostra che FdI vuole fare man bassa di tutti gli incarichi governativi legati alla cultura, ai teatri, al cinema e al turismo, spesso senza possederne le competenze. Oggi è lui stesso a occuparsi della fondazione.
Galvagno, per rimanere in tema, non ha mai ceduto al pressing del M5s, che in tempi diversi aveva richiesto un dibattito d’aula con Schifani e con l’assessore Elvira Amata per avere un quadro reale degli scandali del turismo: da Cannes fino a SeeSicily (che ha provocato un buco di bilancio da 20 milioni di euro), passando per il caso-Auteri, che oltre ad aver svuotato di quattrini le casse della Regione, ha finito per indebolire l’immagine pubblica di un’istituzione che se ne frega della questione morale. Ha finito per dare copertura, più o meno volontaria, alla gestione opaca della corrente turistica. Senza mordere.
L’unica promessa, mantenuta a metà, del presidente dell’Assemblea, è evitare che i contributi stabiliti dall’aula finissero in maniera indiscriminata nelle tasche delle associazioni culturali amiche. Ma è solo un’illusione. Perché nell’ultima sessione Finanziaria si è previsto di destinare 80 milioni – con una ripartizione scientifica fra maggioranza e opposizione – ai sindaci di non tutti i comuni dell’Isola. Secondo una discrezionalità che non garantisce né il merito né la logica. Qui il “garante” ha abbassato la testa, ha dovuto arrendersi alle logiche prevalenti che sfociano nel clientelismo se non addirittura nel familismo. L’introduzione di un regolamento che consenta di assegnare le mance secondo criteri stabiliti e condivisi, sarebbe l’unica ancora di salvezza; permetterebbe di giocare a carte scoperte, ma almeno nel solco di un riferimento normativo. Anche in questo caso il rigore ha lasciato spazio all’improvvisazione, i muscoli al compromesso (al ribasso). In politica bisogna avere coraggio e dire dei ‘no’, perché a dire ‘sì’ son bravi tutti.
Galvagno sta esercitando l’arte dell’equilibrismo, che probabilmente gli basterà fino alla prossima campagna elettorale. Anche i rapporti con Schifani, al netto delle frazioni iniziali (“L’Aula può rimanere aperta anche h24 ma ci vuole carne al fuoco da mettere”), si sono irrobustiti nel tempo. Come dimostra la fotografia scattata a conclusione dei lavori d’aula con l’approvazione della Finanziaria. La seconda di fila senza scomodare l’esercizio provvisorio: un risultato che alcuni considerano come una medaglia da appuntarsi al petto, ma che rappresenta allo stesso tempo l’apoteosi dell’inciucio.
Da qui al 2027 resta molta strada da fare. L’enfant prodige dovrà trovare il modo di rendere l’Ars più produttiva, perché non sarebbe molto onorevole concludere la legislatura a zero riforme. Ma potrà sempre contare sull’appoggio di La Russa, paternese come lui, per tutte le questioni che riguardano la politica. Durante il suo insediamento a Palazzo dei Normanni, lo citò fra i ringraziamenti: “A lui mi lega un profondo rapporto d’amicizia, che ha radici ben salde nella nostra Paternò (…) Mi ha supportato e consigliato sin dai miei primi passi nella politica territoriale, trasferendomi i valori della mediazione e la necessità di salvaguardare sempre l’umanità contro ogni possibile deriva del cinismo e dell’insensibilità”. Da lui ha “copiato” il concerto di Natale con la Ricciarelli a Sala d’Ercole (stesso format del Senato), con lui è solito scambiare i selfie in occasione delle feste patronali (sta arrivando Sant’Agata a Catania) o dei grandi appuntamenti come il Capodanno in piazza Duomo. Con lui condivide un rapporto umano e politico che rende troppo facili le conclusioni: in caso di passo indietro di Schifani, c’è qualcuno meglio di Galvagno per assumere la guida della Regione siciliana?
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link