RDCongo, l’M23 conquista Bweremena e Minova: crisi umanitaria e rischio di guerra urbana


Tra il 20 e il 21 gennaio 2025, le città di Bweremena, nel territorio di Masisi (Nord-Kivu), e Minova, nel territorio di Kalehe (Sud-Kivu), sono cadute sotto il controllo dei ribelli del Movimento del 23 Marzo (M23). Gli scontri, iniziati lunedì 20 gennaio nelle aree montuose circostanti i capoluoghi di Bahunde e Buhavu, si sono protratti per ore, culminando nell’occupazione delle due località da parte degli assalitori. La situazione rappresenta un’escalation significativa in un conflitto che da anni devasta l’est della Repubblica Democratica del Congo.

Le forze armate congolesi (FARDC), supportate dai gruppi di autodifesa Wazalendo, sono impegnate su più fronti contro l’M23, accusato di essere sostenuto dal Rwanda, che nega ogni coinvolgimento. Nonostante alcuni successi nelle aree di Lubero, Sake e Nyiragongo, l’M23 ha ottenuto un “varco pericoloso” a Bweremena e Minova, segnando una battuta d’arresto per le FARDC, le quali, in un comunicato stampa, hanno anche affermato che in queste aree i ribelli avrebbero condotto operazioni di rastrellamento, perpetrando violenze e rappresaglie contro i civili, con decine di morti e feriti:

La caduta di Bweremena e Minova ha aggravato una situazione umanitaria già critica. Più di 230.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie case nelle ultime due settimane. Minova, che fino a pochi giorni fa accoglieva sfollati provenienti dal Nord-Kivu, è ora completamente svuotata, con la popolazione in fuga verso aree più sicure, come Goma, Ziralo e la penisola di Bulenga. Tuttavia, anche Goma è sotto forte pressione, accogliendo un numero crescente di sfollati che sovraccaricano le già precarie infrastrutture della città.

Il portavoce dell’Alliance Fleuve Congo (il braccio politico dell’M23), Lawrence Kanyuka, ha scritto che “Goma è sulla buona strada per essere liberata“, per cui “la popolazione della città deve prepararsi ad accogliere questa liberazione, senza paura“, perché “l’AFC/M23 viene a portarle la pace“.

Sul piano delle mansioni quotidiane, nelle regioni colpite ogni attività è attualmente del tutto paralizzata. Il porto di Kasunyu, sul lago Kivu, è ora sotto il controllo dell’M23, che blocca i movimenti e i rifornimenti attraverso l’area.

Inoltre, l’embargo imposto dalla RDC alla navigazione sul lago tra Nord e Sud-Kivu per motivi di sicurezza ha ulteriormente isolato le comunità locali. La scarsità di risorse essenziali, l’interruzione dei servizi sanitari e i saccheggi perpetrati dai ribelli rendono la situazione insostenibile.

La popolazione civile sta pagando il prezzo più alto di questo conflitto. Gli ospedali e le strutture sanitarie, come quelle di Kalungu e Minova, funzionano a capacità ridotta, mentre il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) tenta di garantire cure ai feriti. Intanto, i civili continuano a fuggire verso località più sicure, spesso rischiando la vita: un’imbarcazione sovraccarica di sfollati è recentemente naufragata sul lago Kivu, fortunatamente senza vittime.

Il conflitto, che ha portato le linee del fronte a Minova per la prima volta, evidenzia l’inefficacia degli sforzi diplomatici, bloccati dalla metà di dicembre 2024. Con Goma praticamente circondata dall’M23, il rischio di una guerra urbana rappresenta una minaccia concreta e devastante per la popolazione locale. Questo scenario potrebbe trasformare la città in un campo di battaglia, con conseguenze disastrose sia sul piano umano che su quello materiale.

Il governo congolese ha lanciato un appello alla calma, invitando i cittadini a non cedere al panico e garantendo che l’esercito proseguirà le operazioni per respingere i ribelli. Tuttavia, la mancanza di progressi diplomatici e l’intensificarsi delle ostilità lasciano presagire una lunga e difficile crisi per l’est del Paese.

Per un approfondimento sui deteriorati rapporti diplomatici tra RDCongo e Rwanda, rimandiamo a questo commento:

Rwanda e RDCongo, un difficile rapporto tra conflitti locali e tensioni geopolitiche





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