Roma (NEV), 24 gennaio 2025 – Intervista doppia alla coordinatrice della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Maria Elena Lacquaniti, e a Luca Bondi, presidente di Semi di Pace, associazione umanitaria di area cattolica che dal 2023 fa parte della rete di eco-comunità.
Abbiamo pensato di porre loro qualche domanda sia per valorizzare la sinergia di queste due realtà dal respiro eco-ecumenico e intergenerazionale, sia in vista del viaggio a Cuba che unisce Semi di Pace e GLAM nella delegazione per la “VI Conferenza Internazionale per l’equilibrio del mondo ‘Con tutti e per il bene di tutti’”, prevista dal 28 al 31 gennaio.
Nella delegazione, oltre a Bondi, c’è anche Irene Abra, Ambasciatrice europea per il clima della chiesa metodista e rappresentante della GLAM.
Come e quando è nata la collaborazione tra GLAM e Semi di Pace? Quali obiettivi vi hanno unito inizialmente e come si sono sviluppati nel tempo?
MEL: Tutto inizia nel lontano 2002 quando ci approcciamo alle problematiche del Sud del Mondo offrendo, per vie diverse, sostegno economico e contribuendo a rafforzare quel sentimento di fratellanza che dovrebbe unire tutti i popoli.
LB: Nel 2023 Semi di Pace diviene la prima eco-comunità non appartenente al circuito evangelico e per di più la Cittadella, così è chiamato il luogo gestito dalla onlus, è iconica rispetto a tutte le altre eco-comunità, perché nata da un abbandono. Era infatti una discarica di 15.000 metri quadri, ceduta a Semi di Pace che con tenacia e speranza ne ha fatta un’oasi verde, luogo di incontro, preghiera, accoglienza e memoria, restituendo così alla società un bene ricco di valori.
ENTRAMBI: I nostri percorsi diversi si sono incrociati più volte e con l’eco-comunità le questioni ambientali, la giustizia e la pace sono divenute tematiche su cui ci confrontiamo scambiando le nostre esperienze ed il frutto del lavoro delle due organizzazioni che rappresentiamo. Tutto ciò nel rispetto delle nostre diversità, di fede e di percorso.
Come siete riusciti a coinvolgere generazioni diverse nei percorsi di pace e ambiente che legano i vostri organismi? Quali differenze e sinergie avete riscontrato tra le varie fasce d’età?
LB: Sono insegnante di religione presso un istituto superiore e questo mi permette di stare costantemente a contatto con i giovani. Semi di Pace organizza spesso incontri per le scuole, soprattutto nelle ricorrenze storiche, la Shoah, la Giornata nazionale antiracket, quella internazionale sul volontariato. Altri incontri riguardano i più piccoli, con visite alla fattoria didattica e le attività ad essa connesse.
MEL: La GLAM si è inserita in questo contesto portando a conoscenza dei giovani fruitori della Cittadella la Giornata internazionale del 6 novembre, per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in zone di guerra e di conflitti armati, condividendo momenti di spiritualità interreligiosa per la pace e istituendo un’”Oasi GLAM per insetti impollinatori” che appassiona i più piccoli e offre lavoro agli adulti. Quindi diverse opportunità di approccio ai giovani, mirate per fasce di età, che hanno però come obiettivo finale quello di rafforzare il sentimento di amore per il Creato, sia esso luogo di Dio, sia esso relazione tra le creature di Dio.
In vista della VI Conferenza Internazionale “Per l’Equilibrio del Mondo” a Cuba, quali sono le aspettative e i contributi che intendete portare? Qual è il ruolo della GLAM e Semi di Pace in un evento così ampio e diversificato?
LB: Il primo approccio è quello di ascoltare il Sud Globale e di metterci in sintonia sui temi della pace, giustizia, ambiente, disarmo. Semi di Pace porta un contributo specifico che riguarda l’infanzia e abbraccia salute, scolarizzazione, sostegno economico alle famiglie, adozione a distanza, il tutto reso sempre più complesso dalla crisi mondiale in corso, sia relativa ai cambiamenti climatici sia alle guerre.
MEL: Irene Abra aprirà un focus sui diritti dell’infanzia, assenti nei luoghi di guerra, e su come le guerre in particolare abbiano un ruolo specifico nel rendere oscuro il futuro dei bambini e delle nuove generazioni. Richiamerà inoltre l’attenzione sulla crisi climatica e sulla responsabilità dei paesi ricchi di favorire con il proprio impegno un mondo giusto e in pace.
Secondo ciascuno di voi, quali sono le buone pratiche indispensabili (nel quotidiano, ma anche a lungo termine) per costruire e consolidare reti?
ENTRAMBI: Vivere coerentemente il messaggio che lanciamo quotidianamente dalle nostre attività. Gli obiettivi a cui miriamo, pure se maturati in esperienze diverse, devono mettere al centro l’impegno soprattutto personale. Le reti si consolidano nel rispetto delle diversità e nell’avere obiettivi comuni.
Guardando al futuro quali sono i progetti o le iniziative più importanti che vorreste realizzare?
LB: Lavorare subito insieme sull’esperienza della VI Conferenza, divulgarne i contenuti.
MEL: Cuba è un’opportunità di cui siamo grati a Semi di Pace. Un contesto internazionale a cui per la prima volta la FCEI è stata invitata a partecipare. Il bagaglio culturale che Irene porterà da questo incontro sarà immediatamente condiviso con le nostre chiese e diverrà materiale di studio per entrambe le organizzazioni, anche in previsione della prossima conferenza che si terrà tra due anni.
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