L’architrave su cui poggia la riforma dei contratti
pubblici con il
D.Lgs. n. 36/2023 è certamente rappresentato dai principi
costituzionali del risultato (art. 1) e della
fiducia (art. 2). L’obiettivo (almeno sulla carta)
dichiarato era quello di trasformare l’attività
della pubblica amministrazione al fine di
aumentare la competitività e la
produttività dell’intero sistema.
La transizione digitale della P.A.
Una trasformazione basata sull’innovazione tecnologica (che è
opportuno chiamare “transizione digitale”) che il
Libro I, Parte II, del Codice dei contratti, definisce non a caso
“digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti”
che ha cominciato a produrre effetti a partire dal 1° gennaio 2024
e sulla quale il Legislatore nazionale ha voluto correggere il tiro
con il recente D.Lgs. n.
209/2024 di modifica.
La transizione digitale della pubblica amministrazione si
concretizza in due aspetti principali:
- l’e-procurement, ossia il processo
completamente digitalizzato che accompagna l’intero ciclo di vita
del contratto pubblico; - la gestione informativa digitale
(GID), uno strumento fondamentale per ottimizzare
la programmazione, la progettazione, la realizzazione e la gestione
tecnica delle opere, che nella sua accezione più ampia corrisponde
alla gestione informativa mediante il BIM
(Building Information Modelling).
Mentre l’e-procurement ha cominciato a produrre efficacia già a
partire dal 1° gennaio 2024, dal 1°
gennaio 2025 le stazioni appaltanti dovranno fare molta
attenzione alle procedure stabilite all’art.
43 del Codice dei contratti che al comma 1 dispone:
“A decorrere dal 1° gennaio 2025, le stazioni appaltanti e
gli enti concedenti adottano metodi e strumenti di gestione
informativa digitale delle costruzioni per la progettazione e la
realizzazione di opere di nuova costruzione e per gli interventi su
costruzioni esistenti con stima del costo presunto dei lavori di
importo superiore a 2 milioni di euro ovvero alla soglia
dell’articolo 14, comma 1, lettera a), in caso di interventi su
edifici di cui all’articolo 10, comma 1, del codice dei beni
culturali, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 La
disposizione di cui al primo periodo non si applica agli interventi
di ordinaria e straordinaria manutenzione, a meno che essi non
riguardino opere precedentemente eseguite con l’adozione dei
suddetti metodi e strumenti di gestione informativa
digitale”.
L’art. 43 del Codice dei Contratti disciplina, dunque,
l’adozione di metodi e strumenti di gestione informativa
digitale delle costruzioni. Strumenti che mirano a
migliorare l’efficienza, la
trasparenza e la sostenibilità
nei progetti pubblici, dal loro concepimento fino alla dismissione
dell’opera.
Oltre all’art. 43, occorre considerare l’Allegato I.9 al Codice
che definisce:
- le misure relative alla formazione del
personale, agli strumenti e alla organizzazione
necessaria; - i criteri per garantire uniformità di adozione
dei metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle
costruzioni; - le misure necessarie per l’attuazione dei processi di gestione
informativa digitale delle costruzioni, ivi compresa la previsione
dell’interoperabilità dell’anagrafe patrimoniale
di ciascuna stazione appaltante o ente concedente con l’archivio
informatico nazionale delle opere pubbliche e con i sistemi
informativi istituzionali per la rendicontazione degli investimenti
pubblici; - le modalità di scambio e interoperabilità dei
dati e delle informazioni; - le specifiche tecniche nazionali ed
internazionali applicabili; - il contenuto minimo del capitolato informativo
per l’adozione dei metodi e degli strumenti di gestione informativa
digitale.
Cosa deve fare la P.A.
L’art. 1, comma 2, dell’Allegato I.9, definisce
le attività propedeutiche della P.A. per
l’integrazione nei propri processi dei metodi e degli strumenti di
gestione informativa digitale delle costruzioni. Nel dettaglio, la
P.A. deve:
- definire e attuare un piano di formazione
specifica del personale, secondo i diversi ruoli
ricoperti, con particolare riferimento ai metodi e agli strumenti
di gestione informativa digitale delle costruzioni, anche per
assicurare che il personale preposto alla gestione finanziaria ed
alle attività amministrative e tecniche consegua adeguata
formazione e requisiti di professionalità ed esperienza in
riferimento altresì ai profili di responsabilità relativi alla
gestione informativa digitale; - definire e attuare un piano di acquisizione,
gestione e manutenzione degli strumenti hardware e
software di gestione informativa digitale dei
processi decisionali; - redigere e adottare un atto di
organizzazione per la formale e analitica
esplicazione dei ruoli, delle responsabilità, dei processi
decisionali e gestionali, dei flussi informativi, degli standard e
dei requisiti, volto a ottimizzare il sistema organizzativo ai fini
dell’adozione dei metodi e strumenti di gestione informativa
digitale delle costruzioni per tutte le fasi, dalla programmazione
all’esecuzione, dei contratti pubblici oltre che per la gestione
del ciclo di vita delle opere immobiliari ed infrastrutturali. Tale
atto di organizzazione è integrato con gli eventuali sistemi di
gestione e di qualità della stazione appaltante o dell’ente
concedente.
All’interno di questo processo di trasformazione, la
norma UNI EN ISO 19650 (normativa
tecnica sovranazionale e internazionale) e la
norma UNI 11337-7 (normativa tecnica
nazionale) definiscono gli standard tecnici da applicare.
Nel caso della gestione informativa digitale, la piattaforma
dove operare si chiama “Ambiente di Condivisione Dati” (ACDat),
mediante il quale è possibile raccogliere e condividere dati
secondo modelli informativi ed elaborati digitali, garantendo al
contempo la sicurezza per l’accesso e la tracciabilità.
Le figure chiave e responsabili della gestione informativa della
P.A. sono:
- il CDE Manager (Gestore dell’ACDat o
Ambiente di Condivisione Dati); - il BIM Manager (Gestore dei processi
digitali); - il BIM Coordinator (Coordinatore dei
flussi informativi).
Le specifiche tecniche
Il citato Allegato I.9 fornisce specifiche dettagliate
sull’adozione dei metodi e strumenti di gestione informativa
digitale. Ecco i punti principali:
- Scopo e Applicazione: Definisce le modalità di
utilizzo del BIM per ogni procedimento tecnico-amministrativo,
dalla programmazione alla dismissione delle opere. L’adozione del
BIM è un criterio premiante nella qualificazione delle stazioni
appaltanti. - Preparazione delle Stazioni Appaltanti:
- Formazione del personale: Le stazioni
appaltanti devono attuare piani di formazione per il personale,
garantendo competenze specifiche nel BIM. - Acquisizione di strumenti: Devono dotarsi di
hardware e software adeguati per la gestione informativa
digitale. - Organizzazione interna: È necessario redigere
atti di organizzazione che definiscano ruoli, responsabilità,
flussi informativi e standard.
- Formazione del personale: Le stazioni
- Nomina di figure chiave:
- Gestore dell’ambiente di condivisione dei dati.
- Gestore dei processi digitali.
- Coordinatore dei flussi informativi.
Questi ruoli sono fondamentali per garantire un’implementazione
efficace e il coordinamento delle attività.
- Ambiente di condivisione dati:
- Le stazioni appaltanti devono adottare un ambiente digitale che
garantisce l’interoperabilità e la sicurezza dei dati. - I dati devono essere organizzati in formati aperti e non
proprietari, rispettando norme tecniche europee e internazionali
(es. UNI EN ISO 19650).
- Le stazioni appaltanti devono adottare un ambiente digitale che
- Capitolato informativo e gestione dei flussi
informativi:- La documentazione di gara deve includere un capitolato
informativo con requisiti dettagliati. - I concorrenti devono presentare un’offerta di gestione
informativa che risponda a tali requisiti.
- La documentazione di gara deve includere un capitolato
- Ciclo di vita dell’opera:
- Durante l’esecuzione dei lavori, il piano di gestione
informativa deve essere aggiornato. - Per il collaudo finale, è obbligatorio consegnare modelli
informativi aggiornati e verificati.
- Durante l’esecuzione dei lavori, il piano di gestione
- Norme di riferimento:
- Le norme UNI EN ISO 19650 e UNI 11337 sono centrali per
garantire uniformità nell’applicazione del BIM. - In assenza di tali norme, si possono adottare specifiche
tecniche nazionali o internazionali riconosciute.
- Le norme UNI EN ISO 19650 e UNI 11337 sono centrali per
- Innovazioni tecnologiche:
- L’Allegato incoraggia l’uso di soluzioni avanzate come realtà
aumentata e immersive, strumenti per la sicurezza nei cantieri e
monitoraggio digitale dei materiali.
- L’Allegato incoraggia l’uso di soluzioni avanzate come realtà
- Espressione della trasformazione digitale:
- La trasformazione digitale si concretizza sia attraverso
l’e-procurement, ossia il “ciclo di vita digitalizzato del
contratto pubblico”, sia mediante la “gestione informativa
digitale” (GID), applicata alle fasi di programmazione,
progettazione, realizzazione e gestione tecnica delle opere.
- La trasformazione digitale si concretizza sia attraverso
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