di Chiara Fabrizi
Sfiora quota 6,5 milioni di euro il bilancio previsionale 2025 del Festival dei Due Mondi che è stato approvato martedì pomeriggio dall’assemblea dei soci. Come sempre il documento economico della manifestazione artistica e culturale di Spoleto è incardinato sui contributi pubblici, in particolare quelli statali che da soli valgono quasi 4,3 milioni di euro. Oltre i numeri, però, nel budget ci sono anche le coordinate della prossima edizione in programma dal 27 giugno al 13 luglio, diretta da Monique Veaute, quando teatri, piazze e sale di Spoleto ospiteranno la messa in scena di 65 titoli (tre di opera lirica e teatro musicale, 35 di musica, 16 di teatro, 9 di danza e 2 alla voce altri eventi) per 196 complessive “alzate di sipario”. Nella relazione portata in assemblea anche una serie di anticipazioni su Spoleto68, a cominciare dall’opera lirica affidata a Rufus Wainwright, già ospite del Due Mondi, che torna come autore e interprete, mentre il concerto finale di piazza Duomo sarà eseguito dalla Budapest festival orchestra diretta da Ivan Fisher, che eseguirà la Sinfonia n. 5 di Gustav Mahler.
Per il teatro musicale l’appuntamento di punta è affidato al regista William Kentridge, «a cui il Festival – è scritto nella relazione – affida una “carta bianca” sia come regista che come artista visivo». Spoleto68, poi, segnerà il ritorno dei Concerti di Mezzogiorno nella storica sede del Caio Melisso-Spazio Fendi, ovvero il teatro di piazza Duomo, ma la novità è anche legata al raddoppio della proposta, che prevederà nel weekend una seconda fascia oraria, fissata nel tardo pomeriggio. Protagonisti di questi concerti saranno i musicisti non soltanto delle due orchestre residenti, ovvero quella di Santa Cecilia e la Budapest festival orchestra, ma anche alcuni musicisti della Scala di Milano.
Sempre per la programmazione musicale, poi, il Festival assicura l’arrivo di una grande star della world music e pure di un grande nome della scena internazionale della musica elettronica, mentre vengono confermati gli appuntamenti serali del Jazz club, che lo scorso anno sono stati ospitati nel cortile di Palazzo Collicola. Per la Danza il Festival omaggia i 150 anni dalla nascita di Maurice Ravel con uno spettacolo dedicato a una delle sue opere più conosciute, il Bolero. Per il teatro arrivano pièce tratte dalle “Cosmicomiche” di Italo Calvio, dall’”Edipus” di Testori e da “L’amore non lo vede nessuno” di Giovanni Grasso.
Venendo ai numeri del previsionale 2025, che ha incassato il parere favorevole del collegio dei revisori, oltreché del Consiglio di amministrazione e dell’assemblea dei soci, sono segnate entrate per 6.444.793 in leggera crescita rispetto a quelle del 2024, che si sono fermate a 6.336.097, per via di un incremento di circa 100 mila euro legato alle sponsorizzazioni. A fare la parte del leone saranno come sempre i contributi dello Stato, che pesano quasi 4,3 milioni, a cui si sommano 100 mila euro della Regione, 150 mila euro del Comune e 15 mila euro dalla Camera di Commercio. Al sostegno pubblico si affianca quello dei privati, compresi i mecenati, stimato in 641 mila euro (era 624 mila), i ricavi da sponsorizzazioni che si prevedere gireranno intorno a 511 mila (erano 414 mila) e la vendita dei biglietti che dovrebbe raggiungere quota 704 mila (il 2024 si è chiuso a 696 mila).
Dalle entrate alle uscite. Le tabelle delle voci di costo della produzione, che si prevede sfiorerà 6,4 milioni di euro, segnano più di 2,3 milioni di spesa per gli spettacoli, cui si sommano 2,2 milioni per costi diretti e indiretti, che comprendono i compensi agli artisti, ma in cui rientrano anche 425 mila euro per comunicazione e ufficio stampa, 394 mila euro per noleggio attrezzature tecniche, 260 mila per biglietteria, fund raising e gestione sponsor, 175 mila euro per servizi erogati da sponsor tecnici e 168 mila per la direttrice artistica (compenso più spese). L’altra voce di uscita rilevante è quella relativa al costo del personale diretto del Due Mondi, che si attesta a 1,4 milioni di euro, di cui 423 mila sono impegnati per i dipendenti a tempo indeterminato e 620 mila per gli stagionali e scritturati (era 553 mila), mentre le quote restanti sono oneri sociali e previdenziali. Infine si contano circa 276 mila euro di costi generali per la Fondazione (erano 289 mila), qui si va dai consulenti contabili e fiscali fino ai revisori dei conti passando per i canoni di locazione.
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