Morti, feriti e sfollati: offensiva su larga scala dei ribelli M23 nell’est del Congo-K

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
25 gennaio 2025

Infuriano senza sosta i combattimenti nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, tanto che persino la comunità internazionale è preoccupata degli sviluppi delle ultime ore.

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Consiglio Sicurezza

Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno ordinato ai loro connazionali di lasciare immediatamente Goma, capoluogo della travagliata provincia del Nord-Kivu, nell’est del Paese. Dietro richiesta di Kinshasa, il Consiglio di sicurezza dell’ONU si riunirà lunedì prossimo per un meeting d’urgenza per discutere dell’escalation del conflitto.

In Italia la Rete “Insieme per la Pace in Congo ha mandato una lettera a tutti i parlamentari europei per sollecitare un intervento politico delle istituzioni comunitarie nella ex colonia belga.

Combattimenti vicini a Goma

A solo una ventina di chilometri da Goma sono in atto feroci battaglie tra le forze armate congolesi (FARDC) e i ribelli M23.

Presenza militari di Kigali

Le Nazioni Unite hanno pubblicato in proposito un rapporto stilato da un gruppo di esperti. Nella loro ultima relazione hanno tra l’altro sottolineato che la presenza di truppe ruandesi in Congo-K è piuttosto consistente. Attualmente sarebbero dispiegati tra 3.000 e 4.000 uomini, che combattono accanto ai guerriglieri dell’M23. Le Forze di Difesa del Ruanda (FDR) dirigerebbero de facto le operazioni dei ribelli.

Escalation del conflitto nell’est del Congo-K

Il gruppo armato prende il nome da un accordo firmato dal governo del Congo-K e da un’ex milizia filo-tutsi il 23 marzo 2009. La formazione ha ripreso le ostilità nel primo trimestre del 2022 ed è sostenuto dal vicino Ruanda.

Morto governatore

Dopo l’uccisione del governatore militare del Nord-Kivu, Peter Cirimwami, il presidente del Congo-K, Felix Tshisekedi, ha presieduto personalmente una riunione strategica del Consiglio superiore della difesa.

Il governatore è morto al suo arrivo a Kinshasa dove era stato trasferito dopo essere stato colpito da un colpo di arma da fuoco. Era sul fronte di guerra, a Saké – la città dista una ventina di chilometri da Goma – da giovedì scorso.

Contingente SADC

Dal dicembre 2023 in Congo sono presenti le truppe di SADC (Missione della Comunità per lo Sviluppo dell’Africa Meridionale, in inglese Southern African Development Community), con 4.500 soldati provenienti da Malawi, Sudafrica e Tanzania. Sostengono le forze armate congolesi nella lotta contro i ribelli e finora hanno avuto solo un ferito.

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Feriti caschi blu

Secondo la MONUSCO (Missione di pace dell’ONU nella RDC) alcuni caschi blu sono stati feriti. Le Forze di Reazione Rapida (QRF, l’unità d’élite della Missione ONU), sono state attivamente impegnate in intensi combattimenti con l’artiglieria pesante.

Wazalendo (cioè patroti)

Secondo quanto riporta Radio OKAPI, emittente e giornale online di MONUSCO, anche questa mattina la situazione è molto tesa attorno la città di Saké nel territorio di Nyiragongo, (Nord-Kivu).

L’esercito congolese sostenuto dai suoi alleati, in particolare i Wazalendo (patrioti in lingua swahli), le forze di pace della MONUSCO e i soldati della forza regionale SADC, stanno tentando di liberare le località di Mubambiro e Matcha, ancora occupate dai ribelli dell’M23, intorno al centro di Saké.

Congo-K: civili in fuga

Fonti locali hanno riportato che durante tutta notte e anche questa mattina si sono sentiti colpi di armi pesanti e leggere a Goma. I combattimenti molto vicini alla città hanno provocato guasti alla linea elettrica e in diversi quartieri manca la corrente.

Monito dell’ONU

Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha fermamente condannato le nuove offensive lanciate da M23, dopo il fallimento della mediazione tra Congo-K e Ruanda sotto l’egida dell’Angola. Il capo del Palazzo di Vetro ha chiesto ai ribelli di cessare immediatamente gli assalti e di rispettare il cessate il fuoco siglato l’estate scorsa.

Vista la presenza di forze ruandesi sul territorio congolese a sostegno dei ribelli, come esposto nel rapporto degli esperti dell’ONU, il portavoce di Guterres, Stéphane Dujarric, ha dichiarato: “Tutti gli attori devono rispettare la sovranità e l’integrità territoriale della RDC e cessare ogni sostegno ai gruppi armati, congolesi o stranieri”.

Il sanguinoso conflitto sta coinvolgendo anche le province di Ituri e del Sud Kivu (entrambe nell’est del Paese). A Nyundo (villaggio nel Sud Kivu), giovedì scorso sono stati uccisi due civili e diversi altri sono stati feriti durante scontri tra FARDC e M23. I ribelli, che volevano occupare il villaggio, sono stati però respinti dall’aviazione congolese.

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“Proteggete i civili”

Con l’intensificarsi dei combattimenti, oltre 400mila persone sono fuggite dalle proprie case. L’UNHCR esorta tutte le parti a dare priorità alla protezione della popolazione, a rispettare la natura civile dei siti per sfollati e ad astenersi dall’uso di esplosivi e armi pesanti in tali aree.

Sfollati nel Congo-K vicino a Goma, Nord-Kivu

Gli ospedali sono quasi saturi di civili feriti. Donne, bambini e anziani vulnerabili vivono in condizioni di sovraffollamento e precarietà, con accesso limitato a cibo, acqua e servizi essenziali. Ma chi sente il grido di dolore della povera gente, dei bambini rimasti orfani, costretti a vivere nei campi per sfollati, derubati della loro infanzia e spesso senza protezione di un familiare?

 

Cornelia Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
X: @cotorlgyes
©RIPRODUZIONE RISERVATA

La pace può attendere: bloccati colloqui tra Congo-K e Ruanda

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