Con l’arrivo di Antonio Conte in estate è stato subito evidente quanto il Napoli di De Laurentiis dovesse ricostruire e ricostruirsi, dopo l’annata post scudetto di Luciano Spalletti totalmente da dimenticare, in balia dei vari Rudi Garcìa, Mazzarri e Calzona che sono valsi agli azzurri la pagina buia di un decimo posto in classifica, pena l’esclusione dalle Coppe Europee. Ciò che non ci si aspettava – in molti criticavano il tecnico salentino dopo la sconfitta in casa dell’Hellas all’esordio in campionato – è stato un Napoli capace di racimolare 50 punti in 21 partite, ritrovandosi in cima alla vetta e superando (anche solo momentaneamente) squadre già collaudate come Inter e Atalanta. Allo staff di Conte – e, anche in questo caso, alle scelte di De Laurentiis – va dato il merito di aver riacquistato la fiducia dei tifosi, ricucendo uno strappo che in molti pensavano potesse essere insanabile dopo la disastrosa parentesi a cui già s’è fatto accenno.
Una menzione a parte merita anche il Ds Giovanni Manna, consapevole di aver tra le mani una bella gatta da pelare, ma pronto all’occorrenza per garantire, da una parte, gli obiettivi societari, dall’altra, i desideri di Antonio Conte, affamato da sempre di vittoria. Con l’arrivo di un pupillo come Romelu Lukaku, e con i colpi McTominay, Neres, Buongiorno e Spinazzola, l’ossatura nuova della rosa cominciava a prender forma, concedendo al tecnico ex Inter, Juve e Chelsea di poter cucire addosso al Napoli l’abito migliore che credesse. Ma, oltre ai capolavori in entrata, Manna riuscì a risolvere anche le grane Di Lorenzo e Kvaratskhelia, permettendo di mantenere in azzurro alcuni pilastri della squadra che ottenne il terzo tricolore cucito sul petto. Col passare dei mesi, gli va fatto soltanto un plauso perché, se Conte sta rendendo, è anche per il lavoro “sporco” di cui s’è fatto carico nei mesi estivi.
Con l’arrivo di gennaio, l’addio di Kvaratskhelia ha costretto Manna a mettersi subito al lavoro per trovare un sostituto, dovendosi naturalmente occupare di piazzare alcuni esuberi o di garantire le esigenze di alcuni calciatori. Con la cessione di un Caprile – legittimamente desideroso di più spazio in campo – al Cagliari e di Folorunsho alla Fiorentina, oltre al prestito al Venezia di Zerbin, il Napoli ha messo a segno tre colpi in entrata: Simone Scuffet, Luis Hasa – un colpo in prospettiva tutto da verificare, che non scenderà in campo se non con il benestare di Conte (il Napoli non potrebbe, infatti girarlo in prestito per il numero di casacche che ha vestito quest’anno) – e Philip Billing, che ha attirato le curiosità dei partenopei, pronti a vederlo subentrare in campo col contributo di una stazza fisica imponente.
Come detto, la grana principale per Manna resta il nodo Garnacho–Adeyemi, con l’argentino che sembra più lontano dal vestire la maglia azzurra. Il classe 2004 negli scorsi giorni è stato accostato al Napoli, e la distanza col Manchester United sembrava essersi assottigliata. Tuttavia, l’irrompere del Chelsea e i continui tira-e-molla tra le due parti hanno costretto la società azzurra a virare su altri profili, uno su tutti quello di Adeyemi. L’esterno del Borussia Dortmund ha avuto lo scorso venerdì, secondo quanto riportato dai quotidiani che ruotano intorno all’ambiente Napoli, un contatto telefonico direttamente con Antonio Conte, che gli ha illustrato il progetto e gli ha fatto capire l’importanza del suo arrivo nella rosa azzurra. Le ultime, riportate da Fabrizio Romano, rivelano che Napoli e Borussia sembrano vicinissimi a trovare l’accordo per il trasferimento del nigeriano, sulla base di una cifra inferiore ai 50 mln di euro. Dovesse andare in porto l’affare, ci sarà poi da vedere il destino di Giacomo Raspadori – anche se la volontà del calciatore sembrerebbe quella di rimanere fedele al proprio tecnico e di provare l’assalto al suo secondo titolo con la maglia azzurra, e ancora con gol pesantissimi (Venezia, ndr).
Un gradino leggermente più già – ma più lontana è la suggestione che anche in questo caso viene dal sud – c’è Patrick Dorgu. Calciatore ben visto da Conte e osservato speciale anche in Europa, resta più distante dal vestire la maglia azzurra. Investire i soldi di Kvara significa andare su profili che possano fornire qualche garanzia in più, e che possano non far rimpiangere il livello tecnico del georgiano (che resta tra i migliori in Europa nel suo ruolo). Sull’esterno del Lecce, però, s’è fiondato il Manchester United che – lo ha riportato Romano in giornata – potrebbe accaparrarsene le prestazioni proprio nei prossimi giorni, per una cifra che supera i 30 mln di euro, e potendo contare già sul via libera del calciatore.
Resta viva, poi, l’idea di un centrale difensivo, visto che il Direttore sportivo azzurro sta provando a piazzare anche il prestito di Rafa Marìn, senza dubbio “bocciato” da Conte che non lo ritiene adatto a sopperire all’assenza (anche solo eventuale) di Rrahmani – e i minuti concessigli ne sono la prova, anche se forse sarebbe andata diversamente a prescindere, con la sola competizione del campionato e le ambizioni altissime del tecnico salentino. Tra i nomi più caldi c’è sicuramente quello di Pongracic, centrale difensivo del Lecce molto apprezzato da Conte e dal suo staff – e, come riportato da Sportitalia, molto visionato anche dal fratello del tecnico, Gianluca. Un po’ più dietro ci sono Pablo Marì e Ardian Ismajli, come riportato stamane dal Mattino: il centrale difensivo del Monza, però, potrebbe lasciare soltanto a fine stagione, mentre difficile sarà strappare all’Empoli uno dei suoi pupilli più importanti, visto l’obiettivo della salvezza da dover perseguire con le unghie e con i denti.
Col mercato ancora nel vivo, dunque, e con la speranza di poter ritrovare quanto prima Buongiorno, perno difensivo della retroguardia di Conte – sebbene importante resti il contributo alla causa di Juan Jesus -, il Napoli ha l’urgenza di investire i soldi ricavati dalla cessione di Kvara, con la mentalità da grande della società e di Conte: se non si possono investire in maniera funzionale, alla squadra e alla causa, allora meglio rinviare all’estate. Il “comandante” ha bisogno di uomini disposti realmente a sposare il suo progetto e, come dichiarato in conferenza più volte, che siano pronti a seguirlo nella guerra che potrebbe sancire il ritorno in Champions della corazzata azzurra.
FOTO: SSC NAPOLI
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